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Toscana. Sindacati: "Tagli all'assistenza ingiustificati. Regione riveda i suoi piani"


Lo richiedono tutti i sindacati dell'Intersindacale medica e sanitaria regionale. "Abbiamo già dato. Adesso basta con i tagli ai posti letto. Ormai siamo al razionamento delle cure". "Non è una razionalizzazione ma un razionamento del diritto alla cura e un nuovo attacco al diritto a curare".

22 NOV - "La stampa riporta notizie provenienti da varie Aziende sanitarie toscane in merito alla chiusura di posti letto ospedalieri e alla riduzione dell’attività delle sale chirurgiche per i pazienti in lista d’attesa. Siamo di fronte ai primi effetti della “spending review”. Il peggio deve ancora arrivare, considerato che i documenti preparati dai tecnici della Regione Toscana prevedono un taglio di 2000 posti letto sul piano regionale entro il 2013". Parte da qui la denuncia di sindacati dell'Intersindacale toscana che sottolineano come, al contrario di quanto sembra stia avvendendo in regione, "il recente regolamento sugli standard strutturali dell’assistenza ospedaliera emanato dal Ministero della Salute, per la Toscana prospetta addirittura un incremento di circa 1500 posti letto, in particolare nel settore della lungodegenza".
 
Per questo, aggiungono, "i tagli proposti dall’Assessorato per il Diritto alla Salute sono in tutta evidenza non giustificati e non sostenibili".
"La Toscana - proseguono in una lunga nota - ha già effettuato negli anni 90’ la propria “spending review” attraverso una profonda ristrutturazione della rete ospedaliera fino a portare i posti letto al rapporto indicato oggi dal Ministero del 3,7 per mille. Gli ulteriori tagli ci costringono ad un tasso di posti letto per mille abitanti (3,15) che è il più basso in Italia e largamente al di sotto degli standard medi europei (5,3). In questo modo si suona una campana a morte per le liste d’attesa e per il ruolo dei Pronto soccorso destinati a trasformarsi in reparti di ricovero inappropriati, insicuri e non dignitosi. Posti letto sostituiti da posti barella, come già accade in altre parti d’Italia, sperando di non arrivare ai posti sedia! Non sarà certamente il territorio, ancora largamente impreparato, ad assorbire la domanda che oggi si rivolge agli ospedali, considerato il basso sviluppo della rete delle cure intermedie in molte aziende sanitarie della regione, la mancanza di adeguati finanziamenti per il nuovo modello assistenziale H24 delle cure primarie ed il tempo necessario per una efficiente riorganizzazione.
L’operazione dei posti letto servirà, inoltre, a rideterminare da subito al ribasso le dotazioni organiche degli ospedali, con buona pace di giovani medici e precari di lungo corso che dovranno aspettare ancora molti anni per sperare in un posto stabile".
 

"E si rassegni - prosegue la nota - anche chi pensa che da questa operazione possa scaturire una razionalizzazione del numero di strutture operative attraverso l'eliminazione di reparti doppione, o presunti tali. La realtà è che stiamo assistendo in molte aziende sanitarie alla destrutturazione dei modelli organizzativi storici, creando unità operative “guidate” a distanza di centinaia di chilometri da un unico “primario” provinciale e togliendo ai medici, ai pazienti e ai loro familiari un riferimento certo sotto il profilo della responsabilità organizzativa e clinico - professionale. I risultati nefasti sono già sotto gli occhi di tutti: clima di lavoro conflittuale, erogazione dei servizi spesso allo sbando, demotivazione degli operatori per la mancanza di prospettive di carriera. L'operazione di taglio dei “primariati” ospedalieri è stata da tempo avviata dalle regioni su dati totalmente falsi ed oggi i veri baroni della medicina non tremano, essendo stati esentati dal rispondere agli obblighi di programmazione sanitaria anche nell’attuale periodo di profonda crisi: la sanità universitaria come ultima variabile indipendente, per gentile concessione di Ministri e Governatori, del sistema sanitario ed economico!"
 

"Non razionalizzazione ma razionamento del diritto alla cura, non garanzia ma nuovo attacco al diritto a curare" concludono i sindacati.

22 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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