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L’Aou di Siena promuove l’umanizzazione della sanità e la centralità del paziente 

di Elisabetta Caredda

Per il Dg Barretta lavorare sull’umanizzazione “è fondamentale perché la buona cura non è fatta solo di buona tecnica medica ma dipende anche dalla qualità delle relazioni interpersonali fra professionisti, pazienti e parenti. Le soft skills relazionali che si affinano per migliorare il rapporto professionisti-pazienti possono riflettersi anche nei rapporti fra professionisti, migliorando il clima organizzativo aziendale”

19 APR - L'Azienda ospedaliera universitaria di Siena è impegnata nel promuovere l’umanizzazione delle cure, ossia quel processo in cui il paziente viene considerato nella sua totalità al centro della cura: non più solo come affetto da una patologia quindi, ma come persona alla quale è doveroso il rispetto dei suoi sentimenti, delle sue conoscenze, delle sue opinioni ed osservazioni riguardo al proprio stato di salute. A parlare a Quotidiano Sanità di questo tema, sul quale verte l’impegno dell’AOU di Siena, è Antonio Davide Barretta, direttore generale della stessa azienda ospedaliera da oltre tre anni.

“Diverse le ragioni di questa grande attenzione all’umanizzazione delle cure – spiega il prof. Barretta -. Intanto ricordo che il tema in questione è stato ripreso per la prima volta nell’art. 4 del Patto per la salute 2014-2016 dove si afferma che “nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale, le Regioni e le Province Autonome si impegnano ad attuare interventi di umanizzazione in ambito sanitario che coinvolgano gli aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza” e, sempre nel documento citato, si predispone “un programma annuale di umanizzazione delle cure che comprenda la definizione di almeno un’attività progettuale in tema di formazione del personale ed un’attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente all’Area critica, Pediatria, Comunicazione, Oncologia, Assistenza domiciliare”. Inoltre, è previsto che “al fine di monitorare il grado di soddisfazione dei pazienti si ricorra sistematicamente all’utilizzo di strumenti di valutazione della qualità percepita”.

“A partire dunque da quanto predisposto dal Patto per la Salute - sottolinea proseguendo il direttore generale -, ritengo che lavorare sul tema dell’umanizzazione sia fondamentale perché la buona cura non è fatta solo di buona tecnica medica ma dipende anche dalla qualità delle relazioni interpersonali fra professionisti, pazienti e parenti. E’ dimostrato scientificamente che l’efficacia delle cure dipende anche dagli aspetti relazionali delle stesse. Bisogna pensare inoltre che i pazienti e i parenti non sono sempre in grado di valutare la dimensione tecnica dell’assistenza e, pertanto, gran parte del loro giudizio si basa proprio sulla componente relazionale. Ancora, le soft skills relazionali che si affinano per migliorare il rapporto professionisti-pazienti possono riflettersi anche nei rapporti fra professionisti migliorando lo stesso clima organizzativo aziendale”.

“Nella nostra azienda sanitaria abbiamo introdotto già diversi progetti sull’umanizzazione delle cure, ad esempio, il corso aziendale ‘Una marcia in +’, rivolto per ora ai neoassunti, ma presto esteso a tutto il personale. Il corso ha l’obiettivo di fornire le soft skills di base necessarie per una gestione efficace delle relazioni fra professionisti e pazienti. Non sottovalutiamo il fatto che il saper gestire adeguatamente i rapporti con i pazienti e i loro parenti significa anche disporre delle tecniche per ridurre la probabilità che possano registrarsi le purtroppo frequenti aggressioni verbali e/o fisiche verso il personale medico e socio-sanitario”.

“Ancora, nel ristrutturare l’ospedale stiamo prestando attenzione all’umanizzazione anche dei luoghi di cura. Ad esempio, abbiamo appena installato una nuova TC di ultima generazione per lo studio del cuore e delle coronarie e grande attenzione è stata prestata agli aspetti estetici degli ambienti, mediante l’installazione alle pareti di pannelli che riproducono scorci della città di Siena e della campagna senese. Così come, per ridurre il carico emotivo durante la somministrazione delle terapie ematologiche, abbiamo lanciato l’ “Ematologia in musica”, un ciclo di incontri musicali di intrattenimento per i pazienti del day hospital, con il coinvolgimento di un flautista che alcuni giorni della settimana esegue brani di musica classica. Continuando, abbiamo attivato un servizio di carrozzine elettriche, con operatore dedicato, rivolto ai pazienti con problemi di deambulazione che hanno necessità di raggiungere per una visita o un esame le varie zone dell’ospedale ed introdotto un sistema tecnologico (sistema LETISmart) che favorisce l’accessibilità visiva degli utenti ciechi e ipovedenti che, anche senza l’ausilio di un accompagnatore, possono orientarsi in autonomia e sicurezza all’interno del presidio ospedaliero. È il primo sistema del genere attivato in un ospedale pubblico in Italia. Grazie, inoltre, alla generosità dell’azienda spagnola ATAA CARS, i piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica dell’azienda sienese arrivano in sala operatoria o in ambulatorio direttamente con delle auto, sono dei modelli elettrici in miniatura, con allegria e maggior serenità”.

“Alcuni progetti questi, dei tanti altri realizzati, connessi con la strategia aziendale triennale che comunque aggiorniamo annualmente e che vanno ad aggiungersi alle numerose altre attività aziendali finalizzate a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’assistenza sanitaria ai pazienti. A tale poposito ci tengo a mettere in evidenza che rivedendo la nostra organizzazione aziendale abbiamo aumentato, annualmente, i volumi delle prestazioni ambulatoriali, di diagnostica nonché quelle chirurgiche arrivando a superare ampiamente i volumi pre-COVID. In collaborazione poi con l’AUSL Toscana sud est stiamo lavorando sull’appropriatezza prescrittiva perché le liste di attesa è evidente che non si possono aggredire solo aumentando l’offerta senza badare alla qualità della domanda, fra l’altro in un contesto di risorse in riduzione”.

“L’azienda sanitaria che dirigo è, inoltre, il centro di riferimento regionale per i trapianti di cuore e polmone, oltre che essere sede del trapianto di rene, del midollo e della cornea. In quest’area dipartimentale, poiché in sanità la qualità dipende anche dai volumi trattati, abbiamo fatto investimenti e attivato collaborazioni interaziendali che ci hanno consentito di aumentare il numero dei trapianti. Ad esempio, nel 2023 abbiamo realizzato 20 trapianti di polmone mentre in oltre 20 anni di attività non eravamo mai andati oltre i 14 per anno. In ultimo ma non per importanza, cito che abbiamo avviato un’importante piano di ristrutturazione complessivo del nostro ospedale e sottoscritto una partnership pubblico privato che ci sta consentendo di investire 20 milioni di risorse del partner privato in opere di efficientamento energetico che ridurrà i nostri consumi del 30 per cento mitigando molto anche il nostro impatto sull’ambiente”.

“Ecco allora che ci prepariamo con spirito più che positivo alle future sfide che rientrano nell’attuazione delle strategie aziendali 2024-2026 dell’AOU Senese con degli obiettivi che abbiamo definito con tutti i nostri stakeholder, compresi quelli mirati all’umanizzazione delle cure e, quindi, in primis col volontariato e le associazioni dei pazienti dopo un articolato e approfondito percorso partecipativo” – conclude Barretta.

Elisabetta Caredda

19 aprile 2024
© Riproduzione riservata

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