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Ivg. Omceo di Belluno dice “no” alla proposta di modifica della campagna “Cuore che batte”

di Endrius Salvalaggio 

La proposta prevede di introdurre nella legge 194 un comma che obblighi il medico, durante la visita che precede l’Interruzione volontaria di gravidanza, a far vedere alla donna il nascituro e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso. “Pratiche rischiose e in palese violazione del codice deontologico che proibisce di prescrivere o eseguire indagini - trattamenti la cui indicazione non abbia fondamento scientifico e motivazione clinica”.

22 APR - Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (Omceo) di Belluno, Stefano Capelli, prende posizione contro l’iniziativa popolare nota come “un cuore che batte”, finalizzata a modificare la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza per introdurre nella legge 194, un comma che preveda che: “Il medico che effettua la visita che precede l’ivg ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”.

“Sarà discusso dalle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali il progetto di iniziativa popolare ‘un cuore che batte’ – spiega il presidente OMCeO Di Belluno. Una proposta così congegnata, che impone al medico l’obbligo di far vedere alla donna la morfologia del feto e di ascoltarne l’attività del muscolo cardiaco prima dell'intervento dell’interruzione della gravidanza, comporta a nostro avviso la palese violazione del codice di deontologia medica che proibisce al medico di prescrivere o eseguire indagini - trattamenti la cui indicazione non abbia fondamento scientifico e motivazione clinica”.

Per il presidente Capelli la pratica potrebbe, inoltre, essere rischiosa, in quanto l’unico modo per ascoltare il battito cardiaco fetale nel primo trimestre di gravidanza, periodo a cui si riferisce la proposta, è l’utilizzo degli ultrasuoni sfruttando l’effetto doppler. “È ben documentato - riporta la nota dei OMCeO di Belluno - che gli ultrasuoni in generale, ed il doppler in particolare, se immessi nei tessuti, determinano un aumento della temperatura che potrebbe danneggiare l’organo nella sua delicata fase di formazione, in cui vi è un flusso sanguigno molto limitato che non riesce a disperdere calore facilmente”.

“Per le motivazioni su espresse sia di carattere etico, che deontologico, che scientifico, riteniamo doveroso, come OMCeO di Belluno, esprimere la nostra piena contrarietà a questa proposta, che imporrebbe alla comunità professionale medica comportamenti inaccettabili, in quanto scorretti sia eticamente che deontologicamente che scientificamente”, conclude Capelli

Endrius Salvalaggio

22 aprile 2024
© Riproduzione riservata

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