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Lazio. Lettera aperta dell'Ipasvi: "Zingaretti intervenga su precariato, formazione e procedure concorsuali"


Il presidente del Collegio Ipasvi di Roma e del Coordinamento regionale Ipasvi del Lazio, Gennaro Rocco, ha lanciato con forza un grido di allarme non solo per l'emergenza dovuta ai "paurosi" vuoti di organico ma anche per scongiurare il rischio imminente di chiusura delle sedi di formazione infermieristica.

10 FEB - Il grido d’allarme degli infermieri si leva forte nei confronti della Regione Lazio. L’emergenza dovuta ai "paurosi vuoti di organico", una soluzione rapida e definitiva per i colleghi precari appesi alla speranza di una proroga, lo sblocco del turn over e dei concorsi per arruolare nuovo personale e scongiurare l’aumento dei tassi di mortalità che sta scuotendo a suon di scandali il sistema sanitario britannico.
E poi la crisi delle scuole di formazione infermieristica, i fondi regionali che non arrivano nonostante il boom delle iscrizioni, con i professori a contratto ancora senza un riconoscimento contrattuale ed economico per il prezioso lavoro che svolgono nelle università.
Il presidente del Collegio Ipasvi di Roma e del Coordinamento regionale Ipasvi del Lazio, Gennaro Rocco, denunciando questa situazione, è tornato in pressing sul presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e in una lettera aperta, che segue di qualche giorno quella già inviata dal sindacato della dirigenza medica Anaao Assomed, lo ha invitato ad intervenire con la massima urgenza.

Riportiamo il testo integrale dell’intervento:

Egregio Presidente,
la situazione di emergenza in cui operano molte strutture sanitarie di Roma e della Provincia impone di sollecitare un Suo immediato intervento per scongiurarne il blocco. La drammatica condizione degli organici infermieristici, più volte richiamata da questo Collegio e dal Coordinamento dei Collegi IPASVI di Lazio, ha ormai superato il livello di criticità, pregiudicando la qualità dell’assistenza e alimentando oltremisura il fenomeno della disoccupazione infermieristica e del precariato. Eppure in molte strutture sanitarie del territorio i servizi vengono drasticamente ridotti se non chiusi per la grave carenza di infermieri.


L’ultima proroga dei contratti a termine che ha riguardato migliaia di operatori sanitari non può bastare ad arginare la crisi in atto. Serve una soluzione rapida e definitiva, superando il blocco del turn-over e aprendo le procedure per l’arruolamento di nuovo personale. D’altronde lo scenario che abbiamo di fronte è quello che sta investendo in questi mesi il sistema sanitario britannico dopo i tagli agli organici medici e infermieristici degli ultimi anni, con gli ospedali che non hanno coperto i posti vacanti indagati per gli alti tassi di mortalità e finiti al centro di scandali che hanno scosso fortemente l’opinione pubblica. Un’esperienza che ha indotto i principali stakeholder della sanità britannica a chiedere al Governo di introdurre nuove leggi affinché gli ospedali garantiscano i livelli minimi di personale.

La nostra sanità regionale ha un bisogno disperato di infermieri. La crisi finanziaria del SSR non può continuare a penalizzare così duramente i servizi, nessun cittadino deve subire disagi o rischi a causa della carenza di operatori qualificati. Perciò La invitiamo caldamente ad intervenire affinché la Regione Lazio attivi un confronto istituzionale con le rappresentanze sindacali e dei cittadini per valutare la reale possibilità di incrementare rapidamente gli organici infermieristici nei servizi ospedalieri e territoriali.

E’ altrettanto importante assumere provvedimenti urgenti e straordinari per scongiurare il rischio imminente di chiusura delle sedi di formazione infermieristica, schiacciate da una crisi non più sostenibile a causa della mancanza di trasferimenti regionali dedicati. La preparazione di base dei futuri infermieri non può essere dettata da una logica prettamente finanziaria, specie se questo vale solo per una categoria. E ciò accade nonostante l’elevata richiesta di formazione da parte dei giovani e il notevole apporto economico che gli studenti forniscono con le loro tasse alle università.
Alle sedi non pervengono finanziamenti per l’attività di formazione e queste, con le scarse risorse residue, non riescono a garantire una buona qualità formativa. Un circolo vizioso che si traduce in un tasso di abbandono scolastico che sfiora ormai il 30%. Servono quindi provvedimenti finanziari adeguati, mirati e vincolati per questo tipo di attività assolutamente strategica.


A ciò si aggiunge l’inaccettabile assenza di riconoscimento contrattuale ed economico per i professori di Infermieristica a contratto e per i tutor che, con grande abnegazione, offrono un contributo straordinario alle nuove generazione di infermieri garantendo quotidianamente le attività formative nelle sedi universitarie e negli ospedali. Considerata la consistenza delle iscrizioni ai corsi di laurea, le università di Roma e del Lazio ricavano entrate ingenti dagli studenti infermieri pur investendo molto poco sull’infermieristica. Uno squilibrio assai pericoloso che va subito corretto anche con l’intervento della Regione.

Per quanto esposto, la comunità infermieristica romana Le chiede di esercitare i Suoi poteri di Commissario Straordinario alla Sanità per affrontare con la massima urgenza e determinazione le emergenze rappresentate e sollecita la costituzione di un tavolo di confronto con la Regione Lazio per collaborare all’individuazione delle più idonee soluzioni a tali spinosissimi problemi.
Confidando in un Suo intervento risolutore, Le invio cordiali saluti.

10 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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