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Sicilia. Acoi: "Con onere assicurazione su operatori sanitari aumenterà medicina difensiva"


L'Associazione dei chirurghi ha spiegato come dal prossimo 1° Luglio, a causa del venir meno dell'accordo assicurativo regionale, l’onere dell’assicurazione ricadrà sugli operatori sanitari, medici e infermieri tecnici. Il rischio è quello di una "paralisi del sistema, poiché nessun operatore affronterà interventi rischiosi".

24 FEB - La medicina difensiva incide in Italia per 12 miliardi di euro, lo 0,75% del Pil e pari all’importo dell’intera Imu nazionale. Da un recente sondaggio effettuato da Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani) emerge, come effetto della medicina difensiva, che il 69,8% dei chirurghi intervistati ha proposto un ricovero invece di un trattamento ambulatoriale, il 61,3% ha prescritto un numero maggiore di accertamenti dignostici, il 51,5% ha prescritto farmaci non indispensabili.
 
Quindi il Sistema sanitario nazionale ha due voci di spesa addebitabili al contenzioso medico-legale, che sono la medicina difensiva ed i premi assicurativi per tutelare civilmente le proprie strutture e gli operatori sanitari che in esse lavorano. L’esponenziale incremento della frequenza e dell’entità dei risarcimenti ha comportato un incremento esorbitante dei premi assicurativi.Tale aumento è così oneroso da costringere le aziende ospedaliere a scegliere se pagare gli stipendi al personale ed ad investire risorse per l’aggiornamento tecnologico, o pagare un premio assicurativo.
 
In particolare in Sicilia, Diego Piazza, vicepresidente nazionale dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani, è intervenuto sulla necessita di conoscere il programma regionale per la gestione dei sinistri a tutela dei professionisti della sanità e dei cittadini in seguito alla disdetta della polizza assicurativa.
 
"La Regione Sicilia ha stipulato nel 2013 un accordo assicurativo regionale che prevedeva la copertura assicurativa di tutti gli ospedali della regione e di tutti i dipendenti che vi lavorano. Con questa polizza assicurativa regionale la Sicilia si poneva come esempio di civiltà, essendo l’unica regione del centro sud ad avere un così moderno sistema assicurativo. La polizza aveva la logica dei grandi numeri, prevedendo una diminuzione dell’importo dei premi complessivi rispetto a quelli stipulati dai singoli ospedali,recuperando così risorse da investire nella prevenzione del rischio clinico,e diminuendo le spese della medicina difensiva".
 
"Ma - ha spiegato Piazza - nel Dicembre 2013 lo stesso governo regionale che aveva stipulato la polizza pochi mesi prima, ha deciso di revocare la stessa con motivazioni poco chiare, in particolare avendo stipulato una franchigia di 150.000 euro a sinistro, e verificando che la maggior parte dei sinistri rientra in quella franchigia; cosa peraltro in linea con i dati nazionali (fonte Agenas) che l’85% dei sinistri viene liquidato in franchigia. Quindi dal 1 Luglio 2014 gli operatori sanitari regionali saranno sprovvisti di polizza regionale ed ad oggi è previsto un ipotetico fondo di autoassicurazione che in altre regioni, come la Toscana ,ha mostrato gravi criticità per vari motivi:
1)Il fondo non è un’assicurazione, che invece è obbligatoria in base alla legge Balduzzi del 2013.
2)Il fondo è soggetto a rivalsa da parte della Corte dei Conti nei confronti dell’operatore sanitario che ha determinato l’evento avverso.
3)Esaurito il fondo regionale i danneggiati si rivalgono direttamente agli operatori sanitari aggredendo il loro patrimonio personale.
Quindi dal 1 Luglio 2014 l’onere dell’assicurazione ricadrà sugli operatori sanitari, medici, infermieri tecnici.
Ciò comporterà un aumento della medicina difensiva fino alla paralisi del sistema sanitario, poiché nessun operatore affronterà interventi rischiosi o interventi su pazienti a rischio. Infatti - ha concluso Il vicepresidente Acoi - l’assicurazione agendo sul singolo professionista e non su tutti gli operatori sanitari, potrà decidere se aumentare le tariffe dei premi assicurativi o disdire la polizza degli operatori più esposti al rischio clinico". 

24 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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