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Liguria. Via libera a legge su intramoenia per infermieri e professionisti sanitari. Ferrando (PD): “Siamo i primi in Italia”


Favorire lo sviluppo delle professionalità e garantire al contempo la continuità assistenziale fra ospedale e domicilio. Questi gli obiettivi della legge approvata ieri dall’assemblea ligure. A illustrarcela il presidente della Commissione Salute della Regione che su un’eventuale impugnativa del Governo specifica: “Speriamo di no, anche perché non esiste nessuna norma nazionale in materia”. IL TESTO

27 MAR - “Siamo i primi in Italia”, così il presidente della commissione salute della Regione Liguria Valter Ferrando (PD), tra i promotori del testo, commenta al nostro giornale, all’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio regionale, la legge che autorizza infermieri e professionisti sanitari a svolgere singolarmente e non in equipe attività intramoenia al di fuori dell'orario di lavoro. “Una legge che rappresenta un riconoscimento per migliaia di professionisti e che vuole potenziare l’offerta sanitaria pubblica regionale”. E ancora: “La norma è a iso risorse e a guadagnarci è tutto il sistema”.
 
Presidente Ferrando, perché la scelta di allargare le maglie dell’intramoenia anche a infermieri e professioni sanitarie?
Mi faccia dire in primis che il provvedimento rappresenta un dovuto riconoscimento a tanti professionisti (circa 20 mila) che lavorano con impegno in un ambiente sempre più complesso e difficile. Inoltre la misura va incontro al tema incentrato sulla crescente domanda di domiciliarizzazione delle cure che proviene dai cittadini. Il sistema sanitario regionale così facendo mette a disposizioni professionisti pubblici che potranno esercitare la libera professione in modo certificato, trasparente e a prezzi calmierati. Pensiamo per esempio a tutti quei pazienti che vengono dimissionati precocemente ma che continuano ad aver bisogno di assistenza anche fuori dall’ospedale. E poi con la misura, che ricordo è a iso risorse, ci attendiamo anche un decongestionamento per quanto riguarda l’attività pubblica ambulatoriale.
 
La vostra norma è la prima del genere in Italia. Pensate di essere i precursori?
Il nostro auspicio è certamente questo. Le posso dire che già dall’Emilia Romagna ci hanno contattato con interesse per approfondire la questione.
 
Pensa che il Governo possa impugnare la legge?
Mi auguro di no e che faccia come con la cannabis terapeutica in Abruzzo. Dal nostro punto di vista pensiamo che la misura non entra in conflitto con nessuna norma nazionale, semplicemente perché su questa materia non ne esiste nessuna. Ma in ogni caso ci auguriamo che il Governo non la impugni anche perché è una misura che fa guadagnare tutti.
 
E per quanto riguarda il mondo medico? Avete avuto rimostranze?
Dalla categoria medica non abbiamo avuto nessuna lamentela anche perché la misura ai medici non toglie nulla, anzi in molti casi ne può agevolare il lavoro. Con questa legge noi desideriamo consentire al paziente, sia in ospedale che a domicilio, un'assistenza più snella, efficace e, contemporaneamente, fornita da personale altamente qualificato che già opera nella struttura pubblica.
 
L.F.

27 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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