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Toscana. Intersindacale boccia proposta su fondi di risultato


Pochi giorni fa la Cimo Asmd Toscana si era espressa favorevolmente sull’accordo, definendolo non perfetto ma soddisfacente. Oggi arriva invece il no di Anaao, Aaroi, Fassid, Fesmed, Uil Fpl Medici, Anpo, Ascoti, Fials Medici, Snabi, Sinafo e Aupi: “Vogliamo il rispetto dei diritti, non soluzioni nebulose e incerte".

02 LUG - L’Intersindacale medica e sanitaria della Toscana, dopo un lungo e difficile confronto con l’Assessorato per il Diritto alla Salute, ha deciso di non firmare la proposta relativa alla valorizzazione professionale dei ruoli dirigenziali del Servizio Sanitario Regionale.
 
“Non sono state accettate – spiegano in una nota Anaao Assomed, Aaroi Emac, Fassid, Fesmed, UIL Fpl Medici, Anpo Ascoti Fials Medici, Snabi SDS, Sinafo e Aupi  - le nostre richieste di piena tutela del diritto per tutti i dirigenti medici e sanitari a ricevere un incarico professionale e l’indennità di esclusività al compimento dei 5 anni e 15 anni di servizio, come previsto dal D.Lgs 502/92 (articolo 15 comma 4) e dalla normativa contrattuale (articolo 28 del CCNL 2002/2005). In gioco vi sono cospicui arretrati che, per i medici e dirigenti sanitari che hanno maturato i diritti nel 2011, ammonteranno a fine 2014 a circa i 40.000 € pro-capite. L’accordo proposto prevede invece che gli incarichi e le indennità siano garantite solo da ora in avanti mentre per gli arretrati si demanda ulteriormente (dopo ben 16 mesi di confronto!) ad un tavolo di discussione e nulla si dice sulle possibili concrete soluzioni. Il rischio di creare una nuova tipologia di “esodati” è elevatissimo e questo avviene nei confronti di giovani medici che guadagnano poco di più di 2000 € al mese. Sono i giovani medici che lavorano in prima linea nei Pronto soccorso, nel 118, nei reparti, nelle sale chirurgiche, nei servizi territoriali garantendo in condizioni difficili l’erogazione dei livelli assistenziali con ore di straordinario che non verranno mai pagate, riposi giornalieri e settimanali non effettuati, ferie non godute. Responsabilmente abbiamo deciso di difendere i legittimi diritti di questi Colleghi”.
 
Anche sull’integrazione dei fondi aziendali di risultato “nulla è stato concesso”. “Avevamo chiesto – spiega l’intersindacale - lo stesso incremento previsto per il Comparto (0,48% del monte salari su base annua). Il documento è rimasto fermo a quello 0,38% proposto 12 mesi fa. Evidentemente i medici e i dirigenti sanitari per l’Assessorato sono figli di un dio minore. Nemmeno si è voluto discutere tecnicamente, seguendo le indicazioni del MEF e quelle contrattuali, una modalità concordata di costruzione dei fondi economici per la posizione, il risultato e il lavoro disagiato. Così permane sul piano regionale una profonda variabilità di interpretazione delle norme, con alcune Aziende intente a tagliare ultra legis gli elementi economici su cui si fonda la retribuzione dei medici e dirigenti sanitari”.
 
Per l’intersindacale “é inaccettabile che proprio nella Regione Toscana, paladina dell’introduzione nella legislazione nazionale del rapporto esclusivo per i dirigenti medici e sanitari, vi siano direttori generali di Aziende sanitarie che tutt’ora si rifiutino, attraverso una interpretazione giuridica sbagliata se non truffaldina del decreto legislativo 78/2010, di erogare ai giovani medici e dirigenti sanitari le indennità economiche dovute per l’opzione di lavorare esclusivamente per il servizio sanitario pubblico. Dove è andata a finire la scelta “etica” di lavorare esclusivamente per il servizio pubblico? Che segnale diamo alle future generazioni di medici e dirigenti sanitari pubblici? Quali principi nelle scelte lavorative e nei comportamenti professionali sosteniamo? Eppure le indicazioni su questa materia fornite dalla normativa vigente e dalla stessa Conferenza delle Regioni sono inequivocabili. Le motivazioni politiche a favore dell’erogazione piena delle indennità sono state ben espresse prima dall’Assessore Scaramuccia e poi proprio dall’Assessore Marroni in documenti indirizzati ai direttori generali, purtroppo bellamente e regolarmente ignorati. La diversa applicazione della normativa ha contribuito a determinare sul piano regionale una retribuzione pesantemente diversificata per professionisti che svolgono lo stesso lavoro, ponendo seri dubbi di legittimità e di costituzionalità sulle scelte amministrative, già sollevati presso i Tribunali competenti”.
 
Questi sono i motivi che ci hanno indotto a non apporre la firma sulla proposta regionale, “in rappresentanza di circa il 70% di tutte le deleghe sindacali”, evidenziano i sindacati ricordando che invece il documento è stato sottoscritto da Cimo, CGIL Medici, CISL Medici e FVM. “La stragrande maggioranza dei medici e dirigenti sanitari dipendenti del SSR – sottolinea la nota dell’intersindacale in conclusione - continua a chiedere con forza il rispetto del diritto alla progressione professionale e alla erogazione piena dell’indennità di esclusività come previsto da leggi e contratti, rifiutando nebulose future soluzioni ed incerte pseudo valorizzazioni professionali extracontrattuali”.

02 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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