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Campania: cresce il numero di pazienti in cerca di diagnosi sul web


Questo il dato emerso durante il convegno ‘Essere medico nel tempo del web’, promosso dall’Ordine dei medici di Napoli, sulla base di un sondaggio realizzato dalla Merqurio. Secondo la ricerca il 34% dei professionisti intervistati ha rilevato che ‘’sono numerosi o molto numerosi” i pazienti che si presentano dal medico dopo aver consultato internet alla ricerca di una diagnosi. Per il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, Gabriele Peperoni, “urge istituire un’Authority per la comunicazione e la pubblicità sul web in campo sanitario”.

19 GEN - Medici napoletani ”in competizione” con il web per dare risposte ai pazienti. È questa la fotografia emersa all’interno del convegno ‘Essere medico nel tempo del web’, promosso dall’Ordine dei medici di Napoli. Il dato emerge dai risultati di una ricerca realizzata dalla Merqurio, alla quale hanno risposto 547 camici bianchi (517 medici e 30 odontoiatri), cioè un campione che rappresenta il 2,5% della popolazione complessiva dei Medici iscritti all’Ordine. L’indagine intendeva comprendere l’uso qualitativo del web tra i professionisti della sanità napoletana attraverso un questionario composto da 27 domande, sottoposto tramite telefono, bollettino e sito dell’Ordine. Ed ecco i risultati emersi: la gran parte dei medici utilizza il web, e lo fa quotidianamente per più di un’ora rientrando in quella che viene considerata come popolazione “innovativa”. Il 35% di loro utilizza anche sistemi di Formazione a distanza. I refrattari alla rete sono una minima parte, stimabile tra il 13% e il 25%. Ma soprattutto, è in costante crescita il numero di pazienti che si presentano dal medico solo dopo aver consultato il parere del “Doctor web”.
Alla luce di questo il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Gabriele Peperoni, ha lanciato una proposta: ““E’ necessario e urgente istituire una sorta di Autority per la comunicazione e la pubblicità sul web in campo sanitario, attivando una stretta collaborazione tra i membri dell’attuale Autority per le Comunicazioni, la Federazione degli Ordini dei Medici e il Ministero della Salute. Occorre infatti, al fine di evitare conflitti tra medici e pazienti che creerebbero solo danni alla salute degli stessi, dare i giusti strumenti ai navigatori del web per verificare l’attendibilità delle fonti”.
L’assessore all’Università e all’Informatica, Guido Trombetti, ha poi evidenziato come scuola e università possano fare da filtro per imparare ad utilizzare meglio internet, senza però mai dimenticare che la telematica deve comunque rimanere uno strumento di supporto e non una fonte di verità assoluta. Le conclusioni, infine, sono state affidate a Walter Gatti, direttore del portale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, che ha posto sul tavolo tre domande cruciali: la comunità medica è in grado di essere protagonista e non soggetto passivo di questa fase in cui il web diventa “terzo incomodo” nell’atto terapeutico? Come i medici più innovativi possono essere trainanti nei confronti dei colleghi? L’università può essere strumento per corretto utilizzo del web?

19 gennaio 2011
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