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Regioni. Corte dei conti: “Fruibilità diritto alla salute non uniforme su tutto il territorio nazionale”


Lo scrivono i giudici contabili nella Relazione sulla gestione finanziaria degli Enti locali e sulla gestione finanziaria delle Regioni. Spesa sanitaria cresce, nel 2014, dello 0,9% (+984 milioni). È il primo, contenuto, incremento di spesa nel corso del quinquennio 2010/2014.Si riduce il disavanzo economico (-1,2 mld rispetto a -1,9 mld del 2013)". LA RELAZIONE - APPENDICE

01 MAR - “La fruibilità del diritto alla salute da parte dei cittadini non sembra uniforme sul territorio nazionale, potendo risultare più onerosa in relazione al luogo di residenza”. Parole della Corte dei conti contenute nella  Relazione 2014 sugli andamenti della finanza territoriale.

“La presente relazione – spiega la Corte - espone i risultati di cassa della finanza regionale e comunale dell’esercizio 2014, analizzandone comparativamente gli andamenti con le omologhe risultanze del triennio precedente”.

La Relazione 2014 della Corte dei Conti si articola in tre parti:
1) la prima è dedicata alle problematiche del federalismo fiscale, della ricomposizione della spesa e del pareggio del bilancio, poste a raffronto con le risultanze del patto di stabilità interno per il 2014;
2) la seconda parte è dedicata all’analisi della gestione di cassa delle Regioni e delle Province autonome;
3) la terza è relativa ai flussi di cassa di Comuni ed Unioni di Comuni.

La parte relativa all’analisi della gestione di cassa delle Regioni pone in evidenza gli aspetti di criticità. Mentre per le spese regionali, l’analisi approfondisce l’evoluzione di specifiche tipologie di spesa, di parte corrente ed in conto capitale.

Per la spesa sanitaria, infine, si offre “un compiuto quadro d’assieme dei flussi di cassa riferibili direttamente a Regioni e Province autonome e di quelli relativi alla gestione degli enti sanitari”.

L'analisi finanziaria condotta dalla Corte dei Conti sui dati degli ultimi rendiconti approvati dalle Amministrazioni regionali, evidenzia “gli esiti di un'economia che sta uscendo lentamente dalla crisi, con le Regioni del Mezzogiorno che, peraltro, ancora non vedono significativi segnali di ripresa”.

Al saldo economico ancora negativo del conto consolidato delle Amministrazioni regionali “si accompagna un saldo negativo della gestione finanziaria di competenza, pari a 10 miliardi”.

Il saldo complessivo del quadriennio 2011-2014 evidenzia un deficit di 25 miliardi. “Nel quadriennio – spiega sempre la Corte dei Conti - le Regioni a statuto ordinario hanno assicurato un maggior recupero nella capacità di riscossione dei residui attivi rispetto alle Regioni ad autonomia speciale, le quali evidenziano un sensibile calo delle risorse tributarie, con percentuali di riduzione elevate soprattutto nelle Isole. Criticità particolarmente evidenti risultano anche per le entrate in conto capitale delle Regioni del Sud. Quanto alla spesa, “si conferma la tendenza delle Regioni a sottostimare le proprie esigenze funzionali”.

Nell’esercizio 2014, i pagamenti in conto competenza costituiscono il 76,9% circa della quota impegnata e l’83,3% di quelli complessivi, mentre i debiti pregressi tornano a crescere (+13,8%) per effetto della gestione di competenza, che continua a generare residui rilevanti. Nel quadriennio, si registra una crescita degli impegni (+6,9%) che, a livello pro capite, si traduce in una spesa media al Nord di 2.285 euro, al Centro di 2.589 euro, al Sud di 2.536 euro e nelle Regioni a statuto speciale di 3.733 euro. 

Nell’esercizio 2014, l’indebitamento regionale (incluso il debito con oneri a carico dello Stato) è pari a 67 miliardi, in aumento di circa 5,7 miliardi rispetto al 2013. Di questo, il debito sanitario passa da 23,8 miliardi a 30,7 miliardi. Nel complesso, il debito medio pro capite passa da 931 euro a 1.043 euro. Il limite quantitativo all’indebitamento (dal cui calcolo sono escluse le risorse assegnate a titolo di anticipazione di liquidità ex d.l. n. 35/2013) è stato oltrepassato dalla Regione Piemonte, mentre le Regioni Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto-Adige, Veneto e Puglia non hanno fatto ricorso ad indebitamento. Le operazioni di ristrutturazione del debito regionale, ai sensi dell’art. 45 del d.l. n. 66/2014, risultano avviate da sei Regioni (Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia) per complessivi 5,6 miliardi di titoli in circolazione. Prosegue la riduzione degli strumenti di finanza derivata previsti a copertura di prestiti obbligazionari e di mutui (rispettivamente, -16,3% e -21,7% rispetto al 2011). 
 
Aumenta il peso della spesa sanitaria su quella corrente complessiva (il 75,5% nel 2014, contro il 74,1% del 2013), anche se ne diminuiscono i pagamenti (-3,1 miliardi rispetto al 2013). In termini di contabilità nazionale, la spesa sanitaria cresce, nel 2014, dello 0,9% (+984 milioni). È il primo, contenuto, incremento di spesa nel corso del quinquennio 2010/2014. 

Mentre la spesa farmaceutica conferma "le tendenze consolidatesi a partire dal 2010. Grazie all’ulteriore incremento delle compartecipazioni versate dagli assistiti (+4,45 % rispetto al 2013, +64 milioni in valore assoluto), è in diminuzione la spesa convenzionata netta (-2,99%), mentre è in sensibile crescita quella ospedaliera (+8,36%) e la distribuzione diretta (+7,73%). Prosegue il trend in diminuzione dei debiti verso i fornitori (pari a 23 miliardi, -21,7% rispetto al 2013) e si riduce anche il disavanzo economico complessivo delle gestioni sanitarie

In considerazione dei diversi meccanismi di funzionamento rilevabili nei tre gruppi di enti individuati (Regioni sottoposte a monitoraggio annuale, Regioni sottoposte a piano di rientro, Regioni e Province autonome a statuto speciale), la Corte evidenzia come " la fruibilità del diritto alla salute da parte dei cittadini non sembra uniforme sul territorio nazionale, potendo risultare più onerosa in relazione al luogo di residenza".

01 marzo 2016
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