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Lombardia. La Fimmg ragiona sui Creg


Uno strumento per affrontare la cronicità, predisposto dalla Regione Lombardia a dicembre e perfezionato con una delibera di giunta a marzo. I pazienti cronici sono affidati ad un provider, con la prima opzione per i medici di famiglia in associazione, con un “budget”, quasi un Drg per l’assistenza primaria. Lucchina (Regione Lombardia): “Noi andiamo avanti comunque”.
 

29 MAG - Di Creg, ovvero Cronic Related Group, avevamo già parlato su Quotidiano Sanità l'8 febbraio e il 26 aprile. Cosa siano i Creg lo spiega la deliberazione approvata nel dicembre scorso dalla giunta regionale lombarda: “Con tale termine si intende una innovativa modalità di presa in carico dei pazienti che, a fronte della corresponsione anticipata di una quota predefinita di risorse (CReG), deve garantire, senza soluzioni di continuità e cali di cure, tutti i servizi extraospedalieri (ambulatoriale, protesica, farmaceutica, ospedalizzazione domiciliare) necessari per una buona gestione clinico organizzativa delle patologie croniche”. In sostanza, si tratta della valorizzazione di un pacchetto di prestazioni, una sorta di Drg applicato all’assistenza primaria, finalizzate a fare tutto ciò che serve per curare al meglio una patologia cronica, rinviando il più possibile il momento della non autosufficienza, ma controllando anche il ricorso a ricoveri o ad esami non appropriati.
Un ulteriore passo avanti nell’applicazione di questo sistema è stato poi fatto con un’altra deliberazione di giunta, approvata a fine marzo, che definisce più in dettaglio i termini di questa sperimentazione che partirà in 5 Asl lombarde: Milano, Milano 2, Bergamo, Como, Lecco. In particolare, la delibera di marzo, indica una sorta di “diritto di prelazione” per i medici di medicina generale: dal momento in cui la Asl comunicherà l’avvio della sperimentazione i mmg avranno 30 giorni di tempo per segnalare la propria adesione. Se sceglieranno di non assumere in proprio, o quasi certamente in forma di associazione, i Creg, potranno allora intervenire gli altri possibili “soggetti gestori” o “provider”, ovvero, secondo quanto indicato dalla delibera di marzo “Onlus, Fondazioni, Aziende Ospedaliere, Strutture sanitarie accreditate e a contratto sia intra che extraospedaliere ecc.”.

Avvicinandosi l’avvio delle sperimentazioni, Fimmg Lombardia ha deciso di dedicare una giornata di approfondimento a questo tema, organizzando, con il sostegno di Pfizer, un convegno presso il Centro Congressi San Raffaele di Milano.
“Si tratta sostanzialmente di medicina di iniziativa – ha detto Fiorenzo Corti, segretario Fimmg Lombardia – ed è un’opportunità per noi per non essere esclusi dalla gestione della patologia cronica”, aggiungendo che questo però non deve “stravolgere il lavoro quotidiano dei 7mila medici lombardi”.
Per il Direttore Generale dell’assessorato alla Salute della Lombardia, Carlo Lucchina, i Creg vanno messi in relazione con la creazione di posti letto territoriali per sub acuti e con il superamento dei day hospital medici, tutte azioni previste nella strategia impostata nella delibera del dicembre scorso con l’obiettivo di ritardare la non autosufficienza. “Questa è la strada per affrontare il futuro – ha detto Lucchina – altrimenti il sistema va a finire. I medici di medicina generale devono essere protagonisti di questo cambiamento, come provider, con la medicina in associazione, o come collaboratori dei provider. Noi – ha concluso Lucchina – andiamo avanti, comunque”.
“Operazione innovativa, della quale non mi sembra ci siano corrispettivi altrove” ha commentato l’economista Federico Spandonaro, invitato ad analizzare i Creg. Per Spandonaro tra i punti di forza di questo sistema ci sono il forte incentivo all’appropriatezza e il sistema di monitoraggio costante, ma c’è anche il rischio che tutto si risolva invece in una marginalizzazione della medicina di famiglia a vantaggio di una ulteriore concentrazione verso i poli ospedalieri, che possono attuare i Creg in una favorevole economia di scala.
In una dimensione più fortemente territoriale, i Creg possono invece utilizzare, per realizzare la continuità di assistenza, le potenzialità messe a disposizione dalla telemedicina, come ha sottolineato Renato Botti, a.d. della Telbios S.p.A., che ha indicato il “ruolo importante della tecnologia facilitando il ruolo e l’integrazione fra gli attori.
La prima sperimentazione operativa dei Creg sarà probabilmente quella di Bergamo, dove il bando dovrebbe essere pronto entro il mese di giugno, come ha annunciato il DG della Asl locale, Mara Azzi.

E.A.
 

 

29 maggio 2011
© Riproduzione riservata

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