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Veneto. Foresta (Rete endrocrinoligica regionale): “Pfas causano problemi di fertilità”

di Endrius Salvalaggio

"Abbiamo dimostrato che i Pfas legano l’androgeno recettore in cui si lega il testosterone e tale legame riduce l’attività del testosterone del 50 per cento e quindi si assiste ad una diminuzione della fertilità", spiega il direttore e professore di endocrinologia. Inoltre, "già nel 2014 la World Health Organization diffuse un primo alert che secondo uno studio, la presenza di Pfas può causare anche tumori nei testicoli e nel rene".

10 AGO - A partire dagli anni cinquanta i Pfas si sono diffusi in tutto il mondo perché utilizzati per rendere resistenti, ai grassi e all'acqua, tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Nel 2013 una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani dal CNR e dal Ministero dell’Ambiente, ha segnalato la presenza anche in Italia di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili.
 
In Veneto la maggior concentrazione tocca un quadrilatero di 4 province: Vicenza, Verona, Padova e Rovigo. A sua volta la Regione Veneto ha istituito un piano di monitoraggio sulle zone interessate sia un piano di prevenzione/contenimento. Alla domanda cosa causano questi inquinanti all’organismo, risponde il Direttore e Professore di endocrinologia e coordinatore della rete endocrinologica veneta, Carlo Foresta; da quanto emerge da uno studio di laboratorio “abbiamo dimostrato che i Pfas legano l’androgeno recettore in cui si lega il testosterone e tale legame riduce l’attività del testosterone del 50 per cento e quindi si assiste ad una diminuzione della fertilità. L’influenza negativa agisce su più parti. Nelle fasi embrionali blocca il meccanismo di costruzione e di crescita delle varie parti dell'embrione che comprende poi dei parametri quantitativi e qualitativi tali da far riconoscere un individuo come appartenente a una determinata specie (l’organogenesi delle gonadi). Nel periodo adolescenziale causa un’alterazione nello sviluppo, considerando che il testosterone dà la maturazione del giovane in adulto.  Si tratta del primo risultato a livello internazionale che dimostra chiaramente il meccanismo attraverso il quale gli PFAS agiscono sulle strutture testosterone dipendente”. 
 
Ma come agiscono i PFAS? In buona sostanza le molecole inquinanti alterano l’equilibrio e la funzione degli ormoni, inserendosi nel processo di fertilità e sostituendosi alle stesso testosterone, riducendone perciò l’attività di produzione. “Già nel 2014 la World Health Organization diffuse un primo alert che secondo uno studio, la presenza di Pfas può causare non solo quello che abbiamo appena detto, ma anche tumori nei testicoli e nel rene – fa sapere Foresta- infatti in queste zone avviene il massimo deposito degli inquinanti che dimostrano una elevata penalizzazione sui maschi rispetto alle donne”.
 
Fare il medico di base in tempo di inquinanti PFAS, magari nelle zone maggiormente colpite dalla contaminazione da perfluoroalchilici e quindi nel cuore dell'emergenza non è sempre facile. E’ quello che è emerso all’ultimo convegno “PFAS Info” organizzato a Montagnana (PD) da alcune mamme ed indirizzato in particolare a medici di famiglia e pediatri.
 
“Sono queste le due categorie che intercettano per prime gli eventuali cambiamenti nelle persone e negli adolescenti – conclude Foresta - in un paese”. Speriamo che in questa emergenza, gli Enti preposti, gli studiosi ed i medici in prima linea (come il medico di famiglia) riescano ad instaurare un dialogo comune senza ideologie tenendo presente che per le zone cosiddette rosse e in quelle a rischio gli effetti dei Pfas passano dal sangue al liquido seminale per poi arrivare sino al feto.
 
Endrius Salvalaggio

10 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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