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Lazio. Tutti i perché della nuova bocciatura del Piano di rientro. Ecco il verbale

di Luciano Fassari

Abbiamo letto il verbale della riunione del 3 aprile scorso. Molte le ragioni che hanno portato alla seconda bocciatura consecutiva per la Regione. Dagli accreditamenti ancora al palo, al flop della tessera sanitaria, passando per il non rispetto del blocco del turnover.

25 MAG - Una vera e propria bocciatura per la Regione Lazio sulla verifica del Piano di rientro. La seconda consecutiva sancita dal tavolo tecnico ministeriale dopo quella della riunione dello scorso dicembre. Il che tradotto vuol dire che, anche dopo questa verifica, il Tavolo e il Comitato tecnico hanno deciso di non sbloccare nessuna spettanza alla Regione (l’ultimo sblocco risale a settembre dello scorso anno).
 
I motivi? Molti, come si rileva dalla lettura del verbale della riunione dello scorso 3 aprile. Un documento di fuoco in cui sono contenute con precisione un numero davvero notevole di criticità, ritardi e provvedimenti non attuati. Ma la vera novità è la rimodulazione del Piano di rientro su un programma di 19 punti, che prevede anche un potenziamento dei ruoli dei due sub commissari alla sanità laziale, Antonio Spata e Gianni Giorgi che affiancano il presidente commissario Renata Polverini. Unico dato da leggere in positivo riguarda il risultato di gestione 2011 che, comprensivo di tutti gli ammortamenti non sterilizzati e dell’avanzo 2010 rideterminato in 83 mln di euro, dopo le coperture, ha evidenziato un avanzo di 422.000 euro.
 
Ma quali sono le criticità segnalate dal tavolo tecnico. In primis il rapporto con l’ospedalità privata. Dalla documentazione presentata si evince che non sono stati sottoscritti contratti relativamente al 28% dei budget. E, per quanto riguarda l’accreditamento, dalla relazione emerge che i risultati raggiunti al 3 aprile sono di 18 accreditamenti definitivi e 185 in istruttoria avanzata, a fronte di 806 strutture da accreditare. Tornando agli ospedali, dalla verifica emerge come per tutto il 2011 il Gemelli ha operato senza tetto di spesa e il tavolo chiede alla Regione come verrà remunerata la struttura. Per quanto riguarda il Campus Biomedico poi, il tavolo ha sollevato dubbi su come sia stato possibile per la struttura recuperare il budget sulla specialistica (7,6 mln) non prodotto nel 2008.
Un problema grosso quello dei tetti di spesa perché, segnala il tavolo tecnico “in linea generale, la revisione dei tetti di spesa in corso d’anno rischi di comprometterne il rispetto, oltre che essere un indice di debolezza della governance regionale”.Dubbi anche sull’accordo con la Fondazione S. Lucia per cui Tavolo e Comitato attendono “esaustive spiegazioni circa l’incremento delle funzioni da 6 a 12,5mln di euro”.
 
Criticità emergono anche sul fronte del personale su cui il tavolo ha segnalato la mancanza di un quadro definitivo sulla situazione delle assunzioni e la mancanza di un sistema sanzionatorio per coloro che non rispettano le direttive Commissariali in merito alle assunzioni del personale. Questioni che hanno portato il Tavolo ministeriale a respingere ogni richiesta di deroga al blocco del turn-over operata dalla Regione.
Anche per i posti letto regna l’incertezza. A tal punto che il Tavolo di verifica ha richiesto un nuovo provvedimento ricognitivo che illustri nel dettaglio la rete ospedaliera, comprensiva dei posti letto ordinari e diurni, suddivisi per macroaree, disciplina e struttura, nonché lo stato di attuazione della rete stessa. Inoltre il Tavolo ha chiesto un aggiornamento sia sullo stato di attuazione delle reti assistenziali, che sulla concreta attivazione delle attività previste nei presidi oggetto di disattivazione o di riconversione.

Questione annosa anche per quanto riguarda le Università. Sono ancora da stipulare i protocolli di intesa oltre che con l’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma anche con La Sapienza di Roma e Tor Vergata.
Ritardi segnalati anche in merito all’ASP per cui si attende l’invio dei provvedimenti attuativi del commissariamento della stessa e si chiede che la durata del commissariamento venga prorogata alla scadenza del Piano di rientro. Grossi ritardi sono stati evidenziati anche sul progetto tessera sanitaria, mentre è da segnalare come alla voce relativa a “altri beni e servizi” è stato rilevato un incremento rispetto al 2010 di 12 mln di euro e di 79,6 mln di euro rispetto al programmatico 2011 dovuto principalmente all’incremento della spesa per consulenze sanitarie e non, all’incremento della spesa altri servizi. Relativamente alla voce altra assistenza infine è stata rilevata una crescita dei costi per l’assistenza integrativa e protesica rispetto al 2010 di 9,5 mln di euro, una crescita di 14,8 mln di euro per la distribuzione di farmaci e file F da privato e un aumento di 26,9 mln di euro per le prestazioni socio sanitarie da privato.
 
Luciano Fassari

25 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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