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Disturbo Ossessivo Compulsivo: la stimolazione cerebrale profonda per personalizzare il trattamento

di Linda Carroll

In uno studio USA un gruppo di ricercatori ha usato dispositivi per la stimolazione cerebrale profonda in pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo con l’obiettivo di registrare l’attività neurale durante le fluttuazioni quotidiane e tenerne conto in chiave terapeutica.

13 DIC - (Reuters Health) – Consentire di identificare biomarker neurali per lo sviluppo di stimolazione cerebrale profonda (DBS) personalizzata per trattare il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) e altre disturbi psichiatrici: è questo l’obiettivo che ha portato un team di ricercatori a usare impianti di DBS per registrare l’attività neurale durante le fluttuazioni quotidiane dei sintomi nelle persone con Disturbo Ossessivo Compulsivo, insieme a telecamere, per documentare il comportamento. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine da un gruppo guidato da David Borton, della Brown University di Providence (USA).

I pazienti in studio avevano un DOC grave ed erano idonei al trattamento con DBS. Un neurochirurgo ha impiantato un dispositivo DBS sperimentale in grado di produrre stimolazioni e di ricodificare i potenziali di campo locali (LFP). Insieme ai dati elettrici, il team ha raccolto anche biomarker comportamentali attraverso video e smartwatch, che fornivano informazioni su frequenza cardiaca e livelli di attività. Le misure comportamentali sono state quindi sincronizzate nel tempo con i dati del cervello, in modo che i ricercatori hanno potuto verificare una correlazione.

Grazie all’applicazione di tecniche di apprendimento automatico con visione computerizzata, i ricercatori hanno scoperto che i comportamenti potrebbero essere associati a cambiamenti elettrici nel cervello. In particolare hanno notato una correlazione tra le frequenze 0-4 Hz, la banda delta e l’intensità dei sintomi del DOC.

“Le malattie neuropsichiatriche non sono statiche, ma i sintomi aumentano e diminuiscono e in alcuni casi sono esacerbati da fattori ambientali, sociali o interiori, come nel DOC”, spiega David Borton, secondo il quale, “l’attuale terapia con DBS è efficace, ma non si adatta automaticamente alle esigenze momento per momento dei pazienti”.

“In questo studio abbiamo raccolto registrazioni dallo stesso dispositivo che eroga la terapia DBS, da cinque partecipanti per oltre mille ore durante le attività quotidiane”, precisa Borton. “In questi dati abbiamo trovato prove di marker obiettivi che potrebbero essere usati per aggiornare le impostazioni di stimolazione momento per momento, a seconda delle esigenze delle persone con DOC”.

Fonte: Nature Medicine

Linda Carroll

(Versione italiana Daily Health Industry)

13 dicembre 2021
© Riproduzione riservata

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