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Stress. Chi lo subisce senza reagire rischia di più


Se ti lasci sopraffare dallo stress, occhio alle patologie croniche, come quelle cardiovascolari. Parola dei ricercatori dell’Università della Pennsylvania: secondo gli scienziati meglio essere persone “teflon”, che schivano il peso degli agenti stressanti, che persone “velcro”, a cui lo stress si attacca addosso.

05 NOV - Non sono tanto gli agenti stressanti a causare problemi alla salute, quanto più come ognuno di noi reagisce ad essi. Per capire quanto lo stress influirà sulla qualità della nostra vita e sull’aspettativa, non si può dunque semplicemente “contare” quante sono le cattive influenze, ma la stima va fatta in base a come si risponde ad esse. A dirlo una ricerca decennale dell’Università Statale della Pennsylvania, pubblicata su Annals of Behavioral Medicine, che spiega anche chi è più soggetto a lasciarsi toccare dallo stress, e dunque sarà più portato ad avere malattie croniche a distanza di anni.
 
“Analizzare quale reazione si ha agli avvenimenti nella vita può dirci quale sarà la condizione di salute che avremo tra 10 anni, indipendentemente da quella che abbiamo oggi o da quali altri agenti stressanti incontreremo negli anni a venire”, così David Almeida, autore del lavoro, ha cercato di spiegare su cosa si basa la ricerca. “Ad esempio, se oggi si è oberati dal lavoro e ci si lascia irritare da questa condizione, si hanno maggiori probabilità di ripercussioni a distanza sulla salute rispetto a chi non si lascia infastidire dalla quantità di lavoro”.
 
Per dirlo, nello specifico, gli scienziati hanno condotto uno studio che potrebbe sembrare piuttosto bizzarro: scelto un campione di 2000 persone, hanno fatto loro interviste telefoniche per otto sere consecutive, facendosi semplicemente raccontare la loro giornata, eventuali problemi sul lavoro, condizioni di salute, umore. Poi, hanno collezionato campioni di saliva in quattro momenti diversi di quegli stessi otto giorni, in modo da poter analizzare la quantità dell’ormone dello stress, il cortisolo. “Tutto ciò è avvenuto una prima volta nel 1995, ma poi abbiamo ripetuto di nuovo tutta la procedura nel 2005, così da poter confrontare i dati”, ha specificato l’autore.
Il risultato? Le persone che si lasciavano infastidire a lungo dagli agenti stressanti, rimuginando su di essi per tutto il giorno e oltre, avevano più probabilità di soffrire di problemi di salute cronici, e nello specifico di dolori o patologie cardiovascolari. “È come se ci fossero due tipi di persone. Da una parte le persone ‘velcro’, alle quali lo stress si appiccica addosso, e quando incontrano un agente stressore si irritano molto, cosicché a fine giornata sono scontrose, anzi incavolate nere”, ha spiegato ancora Almeida. “Dall’altra ci sono le persone ‘teflon’, che schivano lo stress con più facilità. Le prime sono quelle che a lungo termine finiranno per soffrire di patologie croniche”.
 
Ma non è solo una questione individuale, gli scienziati hanno infatti riscontrato dei pattern nel campione: i giovani sono più esposti allo stress degli anziani e per questo reagiscono meglio, così come le persone che hanno capacità cognitive migliori o livelli di educazione più alti. “Dunque la cosa interessante è capire come la gente ‘subisce’ gli agenti stressanti”, ha continuato il ricercatore. “La nostra ricerca dimostra che gli ultrasessantacinquenni sembrano reagire allo stress più dei giovani, probabilmente anche perché non ne sono esposti alla stessa quantità e dunque non sanno gestirlo. Allo stesso modo le persone con livelli di educazione più bassi o capacità cognitive minori reagiranno peggio perché gli sembrerà di avere poco controllo su di essi”. Dunque, non è tanto lo stress in sé a dover essere biasimato: questo potrebbe essere sì un sintomo della fatica quotidiana, ma potrebbe anche solo voler significare che si ha una vita piena di interessi. “Se questo è vero – ha concluso Almeida – la soluzione non è ridurre gli agenti stressanti, ma solo capire come gestirli al meglio”.
 
Laura Berardi

05 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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