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Giornata Mondiale dell’Udito. Entro il 2050 nel mondo 1 persona su 10, avrà una perdita dell’udito invalidante. Da Oms le linee guida per migliorare accesso a cure


“La perdita dell’udito non affrontata è una sfida globale per la salute pubblica e comporta un costo stimato di oltre 1 trilione di dollari all’anno. Bisogna ripensare il modo in cui tradizionalmente si forniscono i servizi” sottolinea l‘Onu. In Italia sono circa 7 milioni le persone con problemi di udito, corrispondenti al 12,1% della popolazione con ipoacusia, con una significativa differenziazione tra le classi di età e un aumento significativo con l’invecchiamento

01 MAR -

Entro il 2050 nel mondo oltre 700 milioni di persone, 1 su 10, avranno una perdita dell'udito invalidante e circa una persona su quattro sperimenterà una forma di diminuzione dell’udito. Inoltre, oltre 1 miliardo di giovani adulti è a rischio di perdita dell’udito permanente ed evitabile a causa di pratiche di ascolto non sicure.

Un deficit uditivo, se non identificato e corretto, può rendersi responsabile di importanti conseguenze e influenzare negativamente lo sviluppo del linguaggio e il benessere psicofisico, fin dalle prime fasi della vita. L’Oms considera, infatti, la prevenzione secondaria della sordità, effettuata attraverso l'introduzione di programmi di screening neonatali, la chiave per ridurre drasticamente gli effetti invalidanti delle patologie neurosensoriali congenite più frequenti alla nascita.

Attualmente, nei Paesi industrializzati, il deficit uditivo permanente si riscontra in circa 1-2 neonati su 1000 sottoposti a test di screening alla nascita. Il numero dei difetti uditivi permanenti aumenta con l’età con una prevalenza di 2-3 su mille a 5 anni e 3-4 su mille in adolescenza.

In occasione della Giornata mondiale dell’udito che si celebra il 3 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nuove linee guida sugli approcci di fornitura di servizi di apparecchi acustici per le fasce di reddito medio-basse. Il tema per il 2024 è “Cambiare mentalità: rendiamo la cura dell’orecchio e l’udito una realtà per tutti” e punta a sottolineare l’importanza di correggere le idee sbagliate sulla perdita dell’udito, comuni tra il pubblico in generale e gli operatori sanitari di base.

La linea guida Onu, sviluppata con il supporto dell’ATScale Global Partnership for Assistive Technology, si basa sul principio della condivisione dei compiti tra specialisti e non specialisti formati. Comprende due approcci, uno rivolto agli adulti e l’altro ai bambini dai 5 anni in su, ed è accompagnato da suggerimenti per pratiche sane di cura dell’orecchio, uso di apparecchi acustici e indicazioni su come supportare le persone che vivono con una perdita dell’udito.

“Oltre 400 milioni di persone con perdite uditive potrebbero trarre beneficio dall’uso di apparecchi acustici. Tuttavia, meno del 20% di questi bisogni viene soddisfatto”, ha affermato il direttore del Dipartimento per le malattie non trasmissibili dell’Oms, Bente Mikkelsen. “La perdita dell’udito non affrontata è una sfida globale per la salute pubblica e comporta un costo stimato di oltre 1 trilione di dollari all’anno. Data la carenza globale di specialisti dell’orecchio e dell’udito, dobbiamo ripensare il modo in cui tradizionalmente forniamo i servizi”.


La prima delle due sfide principali nel campo delle cure per l’orecchio e l’udito è supportare la capacità del sistema sanitario di fornire cure integrate per tutta la vita delle persone, come evidenziato dalla mancanza di politiche, risorse umane e finanziamenti dedicati. Gli approcci di fornitura dei servizi dettagliati dall’Oms mirano a superare questa sfida utilizzando meglio i non specialisti per aumentare la capacità nella fornitura di cure uditive .

La seconda sfida chiave riguarda le percezioni errate e le mentalità stigmatizzanti riguardo la perdita dell’udito e le malattie dell’orecchio, che sono profondamente radicate nelle società e spesso limitano il successo degli sforzi volti a migliorare la cura dell’udito. Le percezioni errate comuni includono l’idea che la perdita dell’udito sia una parte inevitabile della vecchiaia e che gli apparecchi acustici non funzionino bene o siano troppo costosi.

“I miti comuni sulla perdita dell’udito spesso impediscono alle persone di cercare i servizi di cui hanno bisogno, anche dove questi servizi sono disponibili”, ha affermato la dott.ssa Shelly Chadha, responsabile tecnico per la cura dell’orecchio e dell’udito presso l’Oms. “Qualsiasi sforzo volto a migliorare l’offerta di cure uditive attraverso il rafforzamento del sistema sanitario deve essere accompagnato da un lavoro di sensibilizzazione all’interno delle società e dalla lotta allo stigma legato alla cura dell’orecchio e dell’udito”.

Percezioni errate sono prevalenti anche tra gli operatori sanitari di base che potrebbero considerarlo un servizio specializzato o difficile da fornire, con conseguente incapacità di identificare e trattare anche quelle condizioni che non necessitano di cure specialistiche.

Cambiare mentalità Cambiare la mentalità è fondamentale per migliorare l’accesso e mitigare i costi di una perdita dell’udito non affrontata. Per affrontare miti e percezioni errate comuni, l’Oms condotto campagne informativei per sensibilizzare l’opinione pubblica. Una scheda informativa per gli operatori sanitari fornisce una chiara motivazione e indicazioni per il coinvolgimento dei fornitori di servizi di livello primario per le cure uditive.

”I Governi - conclude l‘Onu - dovrebbero adottare misure per integrare le cure dell’orecchio e dell’udito nell’assistenza sanitaria di base, implementare approcci basati sulla comunità che avvicinino i servizi alle persone e condurre iniziative per aumentare la consapevolezza e mitigare lo stigma legato alla perdita dell’udito. Anche gli operatori sanitari devono svolgere il loro ruolo garantendo di prestare la dovuta attenzione e cura alle persone con problemi comuni di orecchio e udito. Gruppi della società civile, genitori, insegnanti e medici possono utilizzare i materiali di sensibilizzazione dell’Oms e le risorse della comunità per informare le persone sull’importanza della cura dell’orecchio e dell’udito”.

L’ipoacusia in Italia In Italia, come ricorda il ministero della Salute, sono circa 7 milioni le persone con problemi di udito, corrispondenti al 12,1% della popolazione con ipoacusia, con una significativa differenziazione tra le classi di età e un aumento significativo con l’invecchiamento. Circa il 25% delle persone di età compresa tra 61 e 80 anni e il 50% tra gli over 80 ha una perdita dell’udito invalidante, con ripercussioni sulle capacità cognitive e sull’inclusione sociale. L’incremento maggiore si riscontra, oltre che nella classe degli ultraottantenni, nella classe di età intermedia, dai 46 ai 60 anni, quella più esposta ai rischi di tipo ambientale (+9,8% contro il +7,7%) (Fonte: Censis)

Riconoscere l’ipoacusia è il primo passo verso la soluzione e, considerato che intervenire tempestivamente rende efficace il risultato, è importante affidarsi ai consigli del proprio medico di fiducia ed eseguire controlli audiologici periodici. A tale proposito il ruolo dei professionisti della salute risulta strategico per la possibilità di informare e sensibilizzare gli adulti e gli anziani sul valore del controllo audiologico preventivo e di un eventuale intervento correttivo efficace, al fine di intercettare per tempo le problematiche e contrastare il rischio di disabilità e di isolamento sociale.



01 marzo 2024
© Riproduzione riservata

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