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Pma: con progressi scientifici può raddoppiare la percentuale di successo


Ridurre al minimo il numero di tentativi di concepire un bimbo e aumentare al tempo stesso la percentuale di successi, che oggi è fra il 30 e il 40% e che, grazie agli avanzamenti della scienza, è possibile innalzare fino al 60%. Obiettivi oggi possibili secondo gli esperti riuniti a Roma per i corsi 'How to improve ivf success rate' e 'Strategies to improve art results'.

14 DIC - Ridurre al minimo il numero di tentativi di concepire un bimbo attraverso la fecondazione assistita? Secondo gli esperti riuniti a Roma il 14 e 15 dicembre per i corsi 'How to improve ivf success rate' e 'Strategies to improve art results', organizzati all'auditorium Via Veneto e presieduti da Ermanno Greco, direttore del Centro di Medicina e biologia della riproduzione dell'European Hospital di Roma, è possibile.
 
“Oggi – spiega Ermanno Greco – in Italia è possibile ricorrere a tutte le tecniche offerte da Paesi come la Spagna, la Francia o gli Stati Uniti. Sono stati infatti rimossi ormai tutti i paletti imposti dalla legge 40/2004 sulla Procreazione medicalmente assistita. L’unico divieto rimane quello della fecondazione eterologa. Della normativa italiana, demolita a colpi di sentenze, si è dunque oggi persa la continuità. Il nostro Paese avrebbe bisogno di una nuova legge, dato che a oggi, in un clima che permane comunque di incertezza, i centri specializzati in Pma devono spesso agire consigliati da un avvocato, assicurarsi di rimanere nella legalità”.
 
Fra i temi di rilievo dei due eventi scientifici, la diagnosi preimpianto, al centro delle cronache quest’anno per essere stata oggetto di un forte ‘rimprovero’ da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo: per i giudici di Strasburgo, infatti, il divieto ancora oggi vigente in Italia di accesso a questa tecnica per le coppie fertili, ma portatrici di malattie genetiche, viola il diritto al rispetto della vita privata e familiare. Una decisione verso la quale il Governo italiano ha presentato ricorso. In attesa degli sviluppi della vicenda, Greco lancia un appello: “Anche quando una coppia è apparentemente sana dal punto di vista genetico, nel 30-40% dei casi si formano embrioni anomali a livello cromosomico. Accedere alla diagnosi preimpianto in questi casi significa assicurare un aumento netto della percentuale di successo (fino al 70%). E non si dica che in questo modo si fa selezione eugenetica: i centri di fecondazione in vitro sono obbligati a crioconservare gli embrioni malati”.

Durante i corsi, si parlerà inoltre della differenza fra età biologica ed età anagrafica delle aspiranti mamme e delle tecniche disponibili per individuarle esattamente e per offrire alla donna il miglior trattamento possibile, aumentando le possibilità di esaudire il desiderio di un figlio. L'età biologica si stabilisce analizzando il 'patrimonio ovarico' residuo della paziente. E in caso di età biologica superiore rispetto a quella anagrafica, esistono interventi terapeutici ad hoc, come farmaci androgeni che aumentano il testosterone e supportano la crescita dei follicoli ovarici, per accrescere le chance di concepimento. “Attraverso pochi esami non invasivi, come l’analisi dell’ormone antimulleriano e l’ecografia – spiega Ermanno Greco – possiamo stabilire l’età biologica della paziente, con un valore predittivo che ci consente poi di stabilire il protocollo più adatto”.
E se la farmacogenomica sta rivoluzionando la terapia di malattie gravi come i tumori, trova sempre più applicazione anche nella personalizzazione della fecondazione assistita: “Non tutte le donne sono uguali – evidenzia Ermanno Greco - e non tutte rispondono in maniera identica alla stimolazione ovarica. Oggi si conoscono 'bersagli', detti recettori periferici, che consentono di 'aggiustare il tiro' scegliendo medicinali diversi, per pazienti diverse. E' stata inoltre sintetizzata per la prima volta una sostanza, il pre-implantation factor, che viene prodotta in vitro dagli embrioni che 'attecchiscono' con successo, ma non da quelli che, al contrario, non riescono a sopravvivere in utero. Questa sostanza potrà a breve essere somministrata come farmaco, aumentando il tasso di successo dei cicli di Ivf”.

La percentuale di successo della fecondazione assistita dipende non solo dalla qualità degli embrioni, ma anche dal tessuto endometriale che dovrà accoglierlo. “Il 20% dei fallimenti di della fecondazione assistita – assicura Ermanno Greco - è appunto dovuto a un endometrio non recettivo, che non ‘colloquia’ cioè con l’embrione, e non a difetti insiti in quest’ultimo. Un problema che è possibile risolvere con speciali esami come l’ERA TEST, che consente di assicurarsi che l’embrione venga impiantato nel momento giusto. Si esegue durante il ciclo mestruale precedente all’impianto per fissare il periodo più consono al trasferimento in utero dell’embrione”.

Uno sguardo anche alle terapie non convenzionali: “E’ stata dimostrata ampiamente da studi scientifici – sottolinea il direttore del Centro di Medicina e biologia della riproduzione dell'European Hospital di Roma - la capacità dell'agopuntura, effettuata durante i cicli precedenti o prima del trasferimento dell'embrione nell'utero materno, di migliorare la riserva ovarica della donna e la recettività dell'endometrio, aumentando i livelli di sostanze essenziali per l’attecchimento dell’embrione. L’agopuntura, inoltre, è capace di ridurre i livelli di stress della donna, elemento cruciale per la buona riuscita della fecondazione assistita. Uno stress eccessivo, infatti, aumenta il tasso di abbandono, con tutte le conseguenze a livello psicologico per la coppia desiderosa di un figlio”.

Infine, la questione dei costi: aumentare la percentuale di successo dell'Ivf significa anche ridurre il costo di questa pratica, che ricade anche a carico del Servizio sanitario nazionale, pur con ampie differenze a livello regionale. “Un ciclo di farmaci per la stimolazione ovarica – dice Ermanno Greco - costa circa 1.500-2.000 euro, che lo Stato rimborsa alle pazienti. Ridurre i tentativi equivale a un ingente risparmio per il Ssn”. 

14 dicembre 2012
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