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Cancro. Arriva la "Green Oncology". Un decalogo per un'oncologia sostenibile


I dieci "comportamenti saggi" che ogni oncologo dovrebbe adottare. Nati dall'esperienza maturata sul campo sono stati elaborati dal gruppo di lavoro Green Oncology e raccolti in un manifesto presentato all'ultimo congresso nazionale del Collegio dei Primari oncologi ospedalieri.

12 APR - Il gruppo di lavoro Green Oncology operante all’interno del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) ha elaborato una “top ten” di Comportamenti Saggi che prende avvio dal “Manifesto della Green Oncology” presentato durante l’ultimo Congresso Nazionale Cipomo tenutosi nel maggio 2012 a Cosenza. I dieci “Comportamenti Saggi” non  vogliono essere comandamenti o precetti; nascono dall’esperienza maturata sul campo. Per i Primari Oncologi medici occorre operare attraverso la condivisione di scelte etico-manageriali sobrie in cui - accanto ai tradizionali criteri di qualità (efficacy e effectiveness) - si contemplano anche quelli di appropriatezza, equità, vivibilità, sostenibilità economica, criteri culturali, ambientali e psico-sociali.

Come ha ricordato Gianfranco Porcile (coordinatore del gruppo di lavoro Green Oncology) “questa premessa rappresenta la base scientifica ed etica della nostra riflessione. La nostra proposta non vuole essere una semplice operazione di spending review propalata attraverso accattivanti titoli come “provvedimenti atti al miglioramento “ cui purtroppo ci hanno abituato”.

Tra i consigli indicati all’interno del decalogo si evidenzia il ricorso  a farmaci biosimilari quando è comprovata e esiste un’evidenza di equivalenza di efficacia e tossicità tra due diversi farmaci, il contenimento delle prescrizioni off-label, che  sono spesso costose e non basate sull’evidenza pratica, l’istituzione di un team multidisciplinare che riesca ad operare all’interno di un accreditato percorso diagnostico terapeutico e assistenziale e che condivida - insieme al paziente - le scelte che si presentano più opportune.

I dieci comportamenti saggi:  

1- Nei pazienti affetti da tumori solidi con PS compromesso (PS 3-4) o in progressione dopo 2-3 linee terapeutiche, privilegiare la scelta delle Cure Palliative

2- Pur tenendo presente la specificità di ciascun approccio terapeutico per le diverse patologie neoplastiche, privilegiare in terza linea la monochemioterapia, quando non previsto diversamente dalle Linee Guida

3- Ridurre l’impiego di tecniche di imaging in pazienti anziani o in IV stadio, in quanto esame costoso, tossico e di non dimostrato vantaggio sulla sopravvivenza, fatto salvo quando l’esame stesso sia ritenuto realmente dirimente per una eventuale nuova scelta terapeutica

4- Biosimilari: Ricorrere ai farmaci biosimilari nei casi in cui esiste evidenza di equivalenza di efficacia e tossicità: esempio: come fattori di crescita leucocitaria

5- Nel paziente con malattia metastatica sostituire  l’impiego  di fattori di crescita leucocitaria con la riduzione di dose di citostatico

6- Contenere le prescrizioni off-label, costose e spesso non evidence-based, attenersi rigorosamente alle nome regolatorie per i farmaci antitumorali , richiedere scrupolosamente i test di Biologia Molecolare predittivi di risposta , sfruttare tutte le possibilità di rimborso possibili (“cost sharing”,”risk-sharing”, “ payment by results”), e accorpare nello stesso giorno pazienti  che devono essere trattati con il medesimo farmaco (“drug day therapy”)

7- Istituire un MDT (multidisciplinary team), che   operi all’interno di un accreditato Percorso Diagnostico- Terapeutico Assistenziale (PDTA) e  condivida con il paziente  stesso  le scelte più opportune

8-  Non  esiste indicazione per richiedere  markers tumorali  in un setting diagnostico, preventivo (diagnosi precoce), di stadiazione. Possono avere, non sempre, un ruolo nel follow-up secondo le Linee Guida

9- Offrire il setting organizzativo-assistenziale (ambulatorio, DH, degenza ordinaria, Hospice,ecc.)  più appropriato per il paziente, salvaguardando la continuità assistenziale e privilegiando le terapie per via orale, la deospedalizzazione e le cure domiciliari

10- Proporre programmi  appropriati di Follow-up ai pazienti operati con buona prognosi . Follow-up più aggressivi di quanto previsto dalle Linee Guida non  trovano indicazione.

12 aprile 2013
© Riproduzione riservata

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