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Debiti Pa. Scaccabarozzi (Farmindustria): “Regioni bloccano i pagamenti ante 2013”

di Giovanni Rodriquez

Questo l’effetto paradossale denunciato dal presidente dell’Associazione delle imprese del farmaco. “A fronte di un fatturato con lo Stato di 12 mld di euro abbiamo 4,5 mld di crediti. Ma ora anche le Regioni che pagavano hanno bloccato tutto in attesa dell’approvazione definitiva del decreto”.

16 MAG - “Il problema dei ritardi dei pagamenti nella Pubblica amministrazione è una questione atavica che ha di fatto peggiorato l’attrattività degli investimenti nel nostro Paese. L’assurdo è che ora, anche le Regioni che pagavano in tempi accettabili, hanno bloccato tutti i pagamenti ante 2013 in attesa della definitiva approvazione del decreto sui debiti Pa”. Questa la denuncia del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, a margine del convegno organizzato oggi al Senato dalla Favo in occasione della VIII Giornata del malato oncologico.

L’effetto paradossale scatenato dal decreto approvato ieri alla Camera che sblocca il pagamento dei debiti della Pa nei confronti delle imprese per 40 mld di euro è che ora “si registra uno stallo totale della situazione pagamenti – ha spiegato Scaccabarozzi – In tutto questo ricordiamo come a fronte di un fatturato con lo Stato di circa 12 miliardi di euro abbiamo 4,5 miliardi di crediti”.

Una cifra non di poco conto, specie se contestualizzata nell’attuale periodo di crisi. Proprio ieri l’Italia ha fatto registrare, per il settimo trimestre consecutivo, l'ennesimo calo del Pil. Una situazione preoccupante dalla quale si potrebbe uscire, secondo il presidente di Farmindustria, “puntando velocemente su quei settori che possono dare un ritorno in termini di crescita. Noi siamo un comparto che da questo punto di vista può contribuire moltissimo. I recenti dati Istat sull’export farmaceutico hanno fatto registrare vendite ancora alte e in crescita nonostante la crisi. Un export che attualmente riesce a compensare il disastro che, invece, registriamo all’interno del Paese. Ci auguriamo che il governo prenda decisioni giuste perché non possiamo più permetterci di avere un Pil in calo in questo modo”.

Una delle ricette per il rilancio, insomma, potrebbe essere quella di puntare su questo settore che, numeri alla mano, ha dimostrato negli ultimi anni  di reggere bene l’impatto della crisi continuando a crescere. “Noi pensiamo di essere in grado di poter dare un importante contributo, dovremmo però essere messi in condizioni di poterlo fare facendo venir meno tutti quei lacci e lacciuoli che ci sono stati messi in questi anni e che non hanno portato a risparmi per lo Stato ma solo a questo disastro di Pil in negativo, ad una perdita di addetti e ad una perdita di investimenti - ha sottolineanto Scaccabarozzi - Noi facciamo fatica ad attrarre investimenti in Italia. I segnali preoccupanti sono: 11mila addetti persi in 5 anni, di cui 1000 solo nell’ultimo. Senza contare la diminuzione degli studi clinici in Italia: abbiamo avuto un trend di crescita fino a 3 anni fa. Un dato importante che significava maggiore innovazione e investimenti. Negli ultimi 3 anni - ha concluso - abbiamo invece registrato in tal senso un calo del 23% visto che molti hanno preferito spostarli in Paesi dove c’è meno burocrazia e più attrattività”.
 
Giovanni Rodriquez

16 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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