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Federfarma Lazio contro le importazioni parallele: "Mettono a rischio disponibilità farmaci"


Presentato un esposto alla Procura di Roma. Il fenomeno "ha provocato la carenza di molti farmaci, con conseguenze che arrivano anche all'interruzione della terapia". Il problema riguarda numerose patologie (vedi elenco) e in alcuni casi "l'irreperibilità arriva a superare i 20 giorni". 

04 LUG - Il fenomeno delle esportazioni parallele di farmaci, il cosiddetto 'parallel trade', in mercati più redditizi, come quelli di Inghilterra e Germania, “sta provocando il contingentamento e la conseguente carenza di molti farmaci, con gravissimi rischi per la salute dei cittadini, costretti addirittura a interrompere la terapia”. La denuncia arriva da Federfarma Roma, che questa mattina ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per segnalare “gravi carenze” sul territorio e “l'irreperibilità per lunghi periodi (più di 20 giorni) di alcuni farmaci”, soprattutto quelli innovativi ad elevato valore terapeutico, ad alto costo e privi di un equivalente alternativo.

In base alla legislazione vigente, le aziende produttrici o i distributori all'ingrosso possono esportare in altri Paesi farmaci destinati al mercato domestico. Oltre alle ditte produttrici e ai distributori all'ingrosso, in base al D.Lgs 219/2006 che regolamenta il commercio di farmaci sul territorio nazionale e nell'ambito della comunità europea, anche le farmacie possono acquisire l'autorizzazione di distributore all'ingrosso di farmaci e operare quindi nel mercato parallelo. 

“ll vantaggio per chi opera nel mercato parallelo - spiega il presidente di Federfarma Roma, Franco Caprino - è solamente economico e dettato dalla plusvalenza, visto che l'esportazione avverrà solo per quei farmaci che in Italia hanno un prezzo al pubblico/farmacia inferiore rispetto a quello di altri Paesi. Tanto per fare un esempio, un farmaco molto utilizzato per la malattia del Parkinson, costa alla farmacia in Italia 53,10 € contro gli oltre 270 € della farmacia in Germania. E’ evidente il tornaconto economico”.

Il fenomeno riguarda un’ampia gamma di patologie: dal farmaco utilizzato per trattare il dolore neuropatico e il disturbo d’ansia generalizzata, ad alcuni antidepressivi, antiepilettici fino a medicinali fondamentali per la cura di malattie degenerative, come il morbo di Parkinson.

Secondo Caprino, all’interno di questo contesto le aziende produttrici contingentano i farmaci distribuiti, “inviandone solo il quantitativo ritenuto sufficiente a soddisfare le richieste di mercato, ma considerata la difficoltà di individuare chi esporta, molti di questi farmaci vengono ‘distratti’ e destinati all’esportazione parallela, causando così gravi carenze sul territorio”. A ciò si aggiunge che “anche i servizi di urgenza attivati dalle aziende, che consentono di consegnare 1 o 2 pezzi a farmacia per richiesta, sono assolutamente insufficienti per coprire il fabbisogno dei cittadini”.

Sulla base di questa situazione, il presidente di Federfarma Roma lancia un appello affinché “vengano presi provvedimenti urgenti perché il fenomeno non riguarda soltanto Roma ma tutta Italia e il nostro Governo non può permettere che nel nostro Paese vengano a mancare i farmaci necessari per la cura dei cittadini, mettendo a serio rischio la loro salute”.

04 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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