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Malattie emorragiche congenite e presa in carico. Il modello del Centro nazionale sangue 


Nato da un programma finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito dei progetti Ccm 2010, questo modello è servito a identificare specifici indirizzi per la programmazione regionale e l’accreditamento istituzionale dei Centri di diagnosi e cura. In Italia sono circa 8.000 i pazienti affetti da Mec.

11 LUG - Si è svolto oggi a Roma, presso l’Istituto superiore di sanità, il Seminario di condivisione dei risultati del progetto "Definizione di un modello di presa in carico del paziente portatore di malattie emorragiche congenite finalizzato alla prevenzione e riduzione dell’impatto socio-sanitario della malattia e delle sue complicanze". Finanziato dal Ministero della Salute, nell'ambito dei progetti Ccm 2010, l’incontro è stato organizzato dal Centro nazionale sangue (Cns), in collaborazione con l’Associazione italiana centri emofilia (Aice), la Federazione delle Associazioni emofilici (FedEmo), la Regione Veneto in rappresentanza della Commissione salute della Conferenza Stato-Regioni e il Laboratorio di Sanità e Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa (MeS).

Il progetto ha contribuito a definire il quadro generale degli aspetti organizzativi relativi alla gestione dei pazienti affetti da Mec e a sviluppare un modello per la loro presa in carico. Su tale modello sono stati identificati specifici indirizzi per la programmazione regionale e l’accreditamento istituzionale dei Centri di diagnosi e cura. “L’Accordo - ha spiegato Romano Arcieri, Segretario Generale FedEmo - è scaturito dalla necessità di garantire un’adeguata presa in carico del paziente affetto da MEC in tutto il territorio nazionale, riducendo differenze ed iniquità di accesso alla diagnosi e al trattamento, sia in condizioni di elezione sia in condizioni di emergenza”. Sono circa 8800 i pazienti in Italia affetti da Mec.
“In attuazione dell’Accordo - ha spiegato Giuliano Grazzini, Direttore del Centro Nazionale Sangue - le Regioni e le Province Autonome si sono impegnate a definire un approccio integrato al percorso assistenziale per la diagnosi e terapia dei pazienti affetti da Mec, ad esempio, nella gestione delle emergenze emorragiche nonché attraverso la predisposizione di specifiche iniziative per il trattamento domiciliare e la disponibilità di adeguate competenze professionali per la sua gestione clinica”.

Il Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore S. Anna di Pisa ha effettuato una nuova e articolata analisi dei flussi di dati relativi ai pazienti affetti da Mec a livello delle singole Regioni. I dati dei Centri Emofilia aderenti ad Aice sono stati, infatti, utilizzati in una chiave complementare rispetto a quanto fatto dal Registro Nazionale delle Coagulopatie Congenite. Questa analisi ha permesso, tra l’altro, di evidenziare dinamiche di mobilità (fughe/attrazione) dei pazienti: il 32% dei pazienti gravi assistiti dai Centri Emofilia proviene da fuori Regione e 1 paziente su 5 afferisce a più Centri di cura.

La metodologia sviluppata dal MeS si rivela di fondamentale importanza per consentire l’adozione di logiche e strumenti di misurazione e benchmarking delle performance dei Centri e delle Regioni anche in malattie rare e complesse come le Mec. L’obiettivo condiviso, è la promozione di cure sostenibili in un percorso di confronto, trasparenza e miglioramento continuo dell’assistenza.
L’evento è stato inoltre occasione di approfondimento e scambio sui modelli di accreditamento e certificazione dei Centri e Servizi diagnosi e cura nei Paesi membri dell’Unione Europea: dal Belgio all’Olanda fino all’esperienza della Gran Bretagna.
All’inizio della giornata sono stati presentati gli European Standards for Haemophilia Centres, sviluppati all’interno del progetto europeo “Euhanet project”, co-finanziato dall’Executive Agency for Health and Consumers, a cui il Cns ha contribuito come collaborating partner nell’ambito del Programma di Azione Comunitaria in materia di salute (2008-2013).

Il Progetto europeo si inserisce nel quadro dell’adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio d‘Europa, il 9 marzo 2011, di una Direttiva in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera che definisce i diritti dei cittadini e l’accesso alle cure presso gli Stati Membri.
La Raccomandazione del Consiglio dell’ UE dell’ 8 giugno 2009 ha sollecitato gli Stati Membri ad elaborare e adottare, nel quadro dei propri sistemi sanitari e sociali, piani e strategie nazionali per le Malattie Rare e a promuovere la partecipazione dei professionisti e dei Centri alle reti europee.

“L’Istituto Superiore di Sanità – ha dichiarato Fabrizio Oleari, Presidente dell’Iss – in linea con le Raccomandazioni dell’UE, ha supportato costantemente la raccolta dati e l’attività di sorveglianza delle MEC realizzata a livello regionale e ha fornito supporto tecnico al Ministero della Salute in merito agli indirizzi per la programmazione e l’accreditamento a livello regionale. Riteniamo che l’esperienza
così maturata in termini di gestione delle MEC, nel nostro Paese, rappresenti un modello di riferimento anche per molte altre malattie rare, sia in termini di sperimentazione che di integrazione di competenze e collaborazione tra gli attori coinvolti. L’Italia, in questo senso, si pone in una posizione di avanguardia a livello internazionale”.
 

11 luglio 2013
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