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Cancro. Scoperto "l'interruttore" che regola il messaggio genico


Si chiama splicing alternativo, ed è il meccanismo che permette ai geni di produrre una data proteina o un’altra. Un team del Cnr lo ha studiato in relazione alla crescita delle cellule tumorali e ha trovato un fattore che potrebbe aiutare l’organismo a scegliere l'opzione non patologica, con possibili implicazioni terapeutiche.

06 SET - A regolare il messaggio genico è un particolare e complesso meccanismo, quello dello splicing alternativo, che permette ai geni di produrre una data proteina o un’altra, diversa. Talvolta questo meccanismo può anche essere la causa della formazione di metastasi: il complesso meccanismo, ad esempio, è quello che determina se un particolare gene, detto Ron, si correli allo sviluppo embrionale e alla rimarginazione delle ferite oppure alla proliferazione cancerosa. Oggi un gruppo dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr ha identificato un meccanismo che può favorire l’uno o l’altro esito: uno dei fattori che determina l'espressione non patologica del gene Ron (hnRnp A1), è infatti stato descritto su Nucleic Acids Research, in uno studio che fornisce anche un possibile indirizzo terapeutico.
 
Giuseppe Biamonti e Claudia Ghigna, rispettivamente direttore e ricercatrice dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Igm-Cnr) di Pavia, si occupano da tempo di questo ambito di ricerca, e in particolare dello splicing alternativo. "A manipolare il messaggio genico è proprio questo complesso meccanismo, una sorta di 'copia e incolla per il quale il messaggio di un gene in certe condizioni dà l'informazione per produrre la proteina A, oppure B, C, D, etc.", ha spiegato Biamonti. "L'insorgenza e lo sviluppo di una malattia può dipendere da questa modalità di lettura che, a sua volta, è influenzata dall'ambiente in cui si trovano le cellule: un complesso sistema che non ci è ancora chiaro".
I ricercatori dell'Igm-Cnr hanno dimostrato che lo splicing alternativo dei trascritti di un gene correlato alle condizioni di crescita delle cellule, detto Ron, può influenzare la formazione delle metastasi durante la progressione neoplastica. "Una forma di Ron prodotta da splicing alternativo controlla, la transizione epitelio-mesenchimale (Emt), un processo attraverso cui le cellule dei tessuti epiteliali riescono a muoversi all'interno dell'organismo: necessaria per la formazione dell'embrione e per la rimarginazione delle ferite ma che, se sfortunatamente si verifica nei tumori, conferisce alle cellule cancerose la capacità di invadere i tessuti adiacenti e formare metastasi a distanza", ha continuato.
"Dopo aver già provato che la forma metastatica di Ron è controllata dai livelli della proteina Srsf1, a loro volta controllati tramite splicing alternativo, il nostro gruppo ora ha identificato un altro fattore, chiamato hnRnp A1, che contrasta Srsf1 e quindi favorisce l'espressione non metastatica di Ron", ha poi spiegato Ghigna. "È il rapporto tra i livelli di questi due fattori a decidere se si esprime la forma patologica o non. L'aumento di Srsf1 favorirebbe ovviamente la diffusione delle cellule tumorali, quello di hnRnp A1 ne inibirebbe la crescita e la motilità, attivando la transizione da cellula mesenchimale a cellula epiteliale".

Questi risultati, confermando come la regolazione dello splicing alternativo possa contribuire alla progressione del tumore, forniscono un possibile bersaglio per terapie anticancro. "A completare il quadro  -  conclude la ricercatrice  -  abbiamo trovato che hnRnp A1 controlla anche lo splicing alternativo di un'altra proteina, hnRnp A2/B1, che come Srsf1 induce l'espressione della forma metastatica di Ron. Un circuito molto intricato dalla cui comprensione attendiamo risultati di grande interesse scientifico ma anche applicativo". 

06 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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