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Tumori alle vie biliari. Un fattore di crescita la causa delle metastasi


Una delle caratteristiche del colangiocarcinoma è la presenza nel tumore di aree di fibrosi densamente popolate dalle cellule CAF, che favoriscono la crescita e la metastatizzazione. Uno studio italiano dimostra che queste vengono richiamate dalle stesse cellule tumorali mediante la secrezione di un fattore di crescita, il PDGF-D. E che il meccanismo può essere bloccato.

01 OTT - Uno studio dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e di Padova ha scoperto il meccanismo per il quale si forma il tessuto fibroso che alimenta la crescita e la metastasi del tumore alle vie biliari. Buona parte della colpa sarebbe del Platelet-Derived Growth Factor-D (PDGF-D), un fattore di crescita che richiama attorno alle masse neoplastiche i fibrolasti – principali responsabili della fibrosi tumorale – e di altre cellule mesenchimali, che sono in grado di favorire la crescita e la capacità invasiva delle cellule tumorali. Gli scienziati italiani hanno scoperto il ruolo di questa proteina e capito come inibirne l’azione, i risultati sono presentati sulla rivista Hepatology e ne hanno guadagnato la copertina.

I ricercatori ipotizzano che i farmaci in grado di interferire con la forazione del tessuto fibroso peritumorale potrebbero rallentare sia la crescita sia la metastatizzazione di questo tipo di tumore. “Il colangiocarcinoma rappresenta una delle più aggressive neoplasie maligne dell’apparto digerente. Si tratta di un tumore primitivo del fegato che origina dalle vie biliari, le strutture che servono a trasportare la bile dal fegato all’intestino”, ha spiegato Mario Strazzabosco, del Dipartimento di Medicina e Chirurgia Interdisciplinare dell’Università di Milano-Bicocca. “Il colangiocarcinoma risponde poco alla chemioterapia e l’intervento chirurgico, l’unica possibilità curativa, è proponibile in pochi pazienti, in quanto, al momento della diagnosi, sono spesso già presenti metastasi linfonodali. Capire quindi quali siano i meccanismi molecolari che favoriscono questa precoce metastatizzazione, è fondamentale per individuare nuovi bersagli e nuove strategie terapeutiche”.
Una delle caratteristiche del colangiocarcinoma è la presenza all’ interno del tumore di aree di fibrosi molto estese, densamente popolate da cellule chiamate “fibroblasti associati al cancro” (CAF). “I CAF nutrono le cellule tumorali cui inviano segnali cruciali che ne favoriscono la crescita e la disseminazione”, ha commentato Luca Fabris del Dipartimento di Scienze Chirurgiche Oncologiche e Gastroenterologiche dell'Università di Padova. “Noi li abbiamo studiati e siamo riusciti a dimostrare che i CAF vengono richiamati dalle stesse cellule tumorali mediante la secrezione di un fattore di crescita, il PDGF-D, che agisce attivando una serie di segnali intercellulari, appartenenti alla famiglia delle Rho GTPasi e del JNK e per i quali sono noti inibitori specifici”.

Massimiliano Cadamuro, co-autore dell’articolo di Hepatology, ha poi specificato: “Abbiamo potuto infatti dimostrare come il meccanismo di comunicazione tra cellule tumorali e CAF possa essere specificamente bloccato da farmaci in grado di inibire i vari segnali coinvolti”. Concludendo: “I nostri studi sulle ricadute terapeutiche di questa scoperta continueranno quindi con la prospettiva di trovare nuove possibilità di trattamento per questa forma di neoplasia”.
 

01 ottobre 2013
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