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La dieta di Riccardo III

di Maria Rita Montebelli

Aironi, egrette, cigni e pesce d’acqua dolce, innaffiati da copiose libagioni. Questa la dieta dell’odiato re medievale, immortalato da Shakespeare, che a distanza da due anni dalla scoperta della sua sepoltura continua a rivelare tutti i suoi segreti

21 AGO - Uno studio forensico, condotto sulle ossa e sui denti dell’ultimo re della dinastia dei plantageneti, Riccardo III, svela inediti e affascinanti dettagli della dieta del crudele sovrano medievale. Lo studio, condotto dall’Università di Leicester è stato appena pubblicato su Journal of Archaeological Science. Denti, femori e coste, sono stati il ‘materiale’ utilizzato per individuare i gusti culinari del re, i cui resti sono stati sottoposti a studi sui radioisotopi.
In particolare i denti, che si formano durante l’infanzia, hanno confermato che Riccardo III si trasferì dal castello di Fotheringay, nell’Inghilterra dell’Est, all’età di sette anni. Fino ad allora il sovrano aveva soggiornato in una zona caratterizzata da violenti acquazzoni e rocce antiche e aveva modificato la sua dieta, rispetto a quella seguita nel Nortamptonshire, suo luogo di nascita.
L’esame del femore, che racconta la sua porzione di vita, 15 anni prima della morte, ha rivelato che Riccardo III era tornato nell’Inghilterra orientale in età adolescenziale o da giovane adulto e aveva goduto di una cucina degna della più alta aristocrazia.
 
Le costole infine, ossa che si rinnovano abbastanza velocemente, raccontano lo spazio della sua vita compreso tra 5 e 2 anni prima della morte. È in questo periodo che la dieta del sovrano ha presentato le più importanti variazioni; Riccardo III, nei suoi ultimi anni di vita si sarebbe cibato soprattutto di pesci d’acqua dolce e uccelli selvatici, come cigni, cicogne, egrette e aironi; da re, avrebbe anche aumentato il consumo di vino. “La chimica dei denti e delle ossa di Riccardo III – commenta la dottoressa Angela Lamb, geochimica degli isotopi e autrice del lavoro – rivela i suoi spostamenti geografici, la composizione della sua dieta e il suo stato sociale, nel corso della sua vita”.
“Si tratta di una ricerca di grande importanza – sottolinea Richard Buckley archeologo dell’Università di Leicester e responsabile degli scavi che hanno portato alla scoperta del corpo di Riccardo III – che ci ha permesso di chiarire molti aspetti della dieta e dell’ambiente di una figura storica; significative in particolare le variazioni della sua dieta documentate a partire da quando è diventato re, nel 1483”.
 
Enorme scalpore ha suscitato un paio d’anni fa la notizia del ritrovamento della sepoltura di Riccardo III, a Leicester, sotto un’area destinata a parcheggio. Il monarca inglese, sconfitto nel 1485 nella battaglia di Bosworth, è stato immortalato da Shakespeare come un gobbo deforme e crudele con un braccio paralizzato (all’epoca di Shakespeare la presenza di deformità era segno di carattere maligno); dopo l’eccezionale ritrovamento, il canale inglese Channel 4, ha dedicato a questa storia il documentario “Richard III: the king in the car park” .
 
Le spoglie di Riccardo III furono portate a Leicester, dopo la sua uccisione in battaglia, dove fu sepolto nella chiesa dei Frati Francescani, nota con il nome dei ‘Grey Friars’, che nel corso dei secoli è andata distrutta. Il 4 febbraio 2013, un team di archeologi dell’Università di Leicester, annunciava la scoperta dei resti dell’ultimo re della dinastia dei Plantageneti. Da allora, si sono moltiplicati gli studi sui resti di questo re tanto odiato per le sue efferatezze, quanto leggendario. La causa della sua morte è stata attribuita a due ferite fatali inferte al capo, causate probabilmente da una spada e da un’alabarda. La colonna presentava una grave scoliosi, comparsa probabilmente all’epoca della pubertà; nonostante lo scheletro misurasse circa 1,72 metri, in posizione eretta il re doveva apparire, proprio a causa della scoliosi, molto più basso, con la spalla destra più alta della sinistra. Il corpo dell’odiato re è stato sottoposto, dopo l’uccisione, a scempio di cadavere, come testimoniato da una serie di ‘ferite da umiliazione’ individuate sui resti e il corpo è stato inumato in una fossa scavata in tutta fretta, troppo piccola per il corpo, senza neppure una bara; è possibile che al momento della sepoltura Riccardo III avesse le mani legate. Non era presente invece traccia del ‘braccio avvizzito’, della descrizione shakespeariana.
 
Maria Rita Montebelli

21 agosto 2014
© Riproduzione riservata

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