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Dimmi che regalo fai (o ricevi) e ti dirò chi sei. Gli psicologi Usa svelano i "segreti" nascosti dietro la scelta di un regalo

di Maria Rita Montebelli

Durante le feste impera lo scambio di regali e di strenne natalizie, che possono rivelare molto sulla psicologia del donatore e del ricevente. Una serie di studi condotti da psicologi americani analizzano alcuni di questi aspetti e tracciano la fenomenologia delle ‘carte-regalo’ e dei doni ‘esperenziali’

29 DIC - Dietro ogni regalo – a meno che non si tratti di uno ‘riciclato’ e nemmeno scartato – si nascondono una messe di informazioni. Un regalo può infatti rivelare cosa pensiamo della persona alla quale è destinato, cosa riteniamo di valore o divertente, come le persone costruiscono e tengono in piedi le relazioni con gli altri.
 
All’argomento, così di moda in questi giorni festivi, la Society for Personality and Social Psychology dedicherà un intero simposio (The Psychology of Gift Giving and Receiving) nell’ambito del suo prossimo congresso annuale, in programma dal 26 al 28 febbraio a Long Beach in California. Questi in sintesi, gli argomenti sui quali verteranno le presentazioni dei relatori.
 
Una recente indagine ha rivelato che la gente è sempre più selettiva nella scelta dei regali. Un sondaggio, condotto da Andong Cheng, Meg Meloy ed Evan Polman (University of Wisconsin-Madison; Pennsylvania State University) su 7.466 persone alla prese con l’orgia di acquisti del Black Friday (il venerdì immediatamente successivo al giorno del Ringraziamento, che negli Usa inaugura di fatto lo shopping natalizio) nel 2013, ha rivelato infatti che nel 39% dei casi il regalo scelto era destinato ad una persona considerata ‘picky’, cioè difficile e schizzinosa.
 
Lo studio ha evidenziato che gli acquirenti sono meno motivati quando si tratta di fare regali per questa tipologia di persone, e non disdegnano di trovare scorciatoie di qualsiasi tipo verso la soluzione dell’arduo compito. Di qui il successo delle gift card (una volta chiamate più prosaicamente ‘buoni spesa’), offerte praticamente da tutte le grandi catene, dalle librerie, alla biancheria intima. Per molti aspetti rappresentano la panacea e l’uovo di Colombo, perché hanno la flessibilità del denaro cash, ‘vestito’ però da regalo.
 
Certo, ad essere ‘schizzinosi’, si possono avere anche dei vantaggi. È più probabile infatti che una persona regali l’oggetto specificamente richiesto dal soggetto ‘picky’; al contrario, le persone di meno pretese, hanno – secondo i ricercatori americani – probabilità molto più alte di ricevere regali inutili o non desiderati.
 
Ma come reagisce una persona ‘picky’ quando si vede regalare una gift card? “La gift card – spiega la ricercatrice Chelsea Helion della Columbia University – tecnicamente potrebbe essere utilizzata anche per acquistare libri di testo o fazzoletti di carta, ma questo non accade praticamente mai, perché questo viene percepito dal consumatore come un utilizzo errato della carta. La gente, in altre parole con una carta regalo tende a non acquistare oggetti di uso quotidiano, preferendo piuttosto impiegarla per beni voluttuari o edonistici”. E’ un po’ come se chi riceve una gift card, si sentisse legittimato a comprare cose fuori dall’ordinario, senza per questo colpevolizzarsi, come accadrebbe magari facendo lo stesso acquisto con una carta di credito o con denaro contante.
 
Secondo un’altra ricerca condotta da Mary Steffel, Elanor Williams e Robyn LeBoeuf (University of Cincinnati; University of California at San Diego; Washington University in St. Louis) in generale i donatori tendono a scegliere un regalo ‘su misura’ per la persona alla quale è destinato, ma nel fare questo finiscono con l’essere meno versatili, rispetto a ciò che il destinatario vorrebbe ricevere. Questo succede quando il donatore si concentra sui tratti ‘stabili’ del ricevente – sostengono gli esperti - piuttosto che valorizzare le mille sfaccettature del suo carattere e dei suoi gusti. Di qui la scelta del regalo ‘personalizzato’ si, ma poco versatile, che può avere come effetto collaterale il suo accantonamento.
 
Analogamente, chi riceve una gift card , che può essere utilizzata solo in un particolare negozio, finisce con l’usarla meno rapidamente, rispetto a chi ne riceve una che può essere spesa dappertutto. Anche da questa scelta traspare la tendenza di chi fa il regalo, a volerlo personalizzarlo troppo, intrappolando in qualche modo il ricevente dentro un desiderio non suo.
 
Altre due psicologhe, Cindy Chan e Cassie Mogilner (University of TorontoeUniversity of Pennsylvania), consigliano di regalare ‘esperienze’ al posto di beni tangibili, per far veramente felici gli amici, la compagna, le persone care. Questo tipo di regali, secondo le esperte, contribuiscono a migliorare e a rafforzare le relazioni, a prescindere dal fatto che il regalo ‘esperenziale’ venga consumato da soli o insieme a chi lo dona. Questo è dovuto alle emozioni che vengono evocate nel momento in cui si ‘consuma’ questo tipo di regalo (un viaggio, un ingresso all’hamman, un massaggio, ecc), più che nel momento in cui si riceve fisicamente. Insomma secondo le esperte americane, questo tipo di regalo è una forma molto efficace di spendere in modo ‘pro-sociale’, oltre che un sicuro collante per la relazione tra chi fa e chi riceve un dono del genere.
 
Maria Rita Montebelli
 

29 dicembre 2014
© Riproduzione riservata

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