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Seno. Alcuni tipi di tumore potrebbero non richiedere la radioterapia

di Lorraine L. Janeczko

In uno studio canadese, un tipo di tumore al seno, il Luminal A a basso rischio, hanno mostrato di beneficiare meno della radioterapia rispetto a quelli ad alto rischio. Il tasso di sopravvivenza generale dopo 10 anni si è attestato all’84%.

17 MAG - (Reuters Health) – Una nuova ricerca suggerisce che alcune donne affette da tumore al seno di tipo luminal A a basso rischio potrebbero non trarre beneficio dalla radioterapia. Come riportato dal Journal of Clinical Oncology online, Anthony Fyles e colleghi, del Princess Margaret Cancer Center di Toronto (Canada), hanno condotto un'analisi su un sottogruppo di partecipanti al trial Toronto-British Columbia (TBC ).
 
"Questo studio ci ha permesso di valutare il tasso di recidiva al seno dopo terapia endocrina e senza radioterapia in donne con malattia a basso rischio, cosa che i precedenti studi non erano riusciti a stabilire. I tumori di tipo Luminal A a basso rischio sono quelli che hanno mostrato maggiore possibilità di successo con questo indirizzo clinico” , ha detto il dottor Fyles,. "Ci aspettavamo che le donne con tumori luminal A avessero un minor beneficio dall’irradiazione mammaria ma non era chiaro se questo beneficio fosse talmente scarso da considerare praticabile l’omissione delle radiazioni e l’utilizzo della sola terapia endocrina dopo un intervento di lumpectomia, seguito da terapia endocrina. Crediamo che, una volta completati i trial di conferma, queste donne non avranno bisogno di essere sottoposte a irradiazione mammaria”.

Lo studio ha coinvolto 769 donne a partire dai 50 anni (età media 68 anni) con adenocarcinoma invasivo, con linfonodi negativi non più grande di 5 cm (pT1/T2). Tutte l partecipanti erano state sottoposte a un intervento di chirurgia conservativa della mammella. Nel trial sono state assegnate a caso a ricevere tamoxifene (20 mg al giorno per cinque anni) o tamoxifene più radioterapia (40 Gy in 16 frazioni giornaliere per tre o quattro settimane, seguiti da 12,5 Gy in cinque frazioni giornaliere). Utilizzando reperti fissati in formalina e inclusi in paraffina ottenuti da 501 partecipanti originarie (65%) , i ricercatori hanno effettuato delle analisi immuno-istochimiche del recettore estrogenico, di quello progestinico, del recettore 2 per il fattore di crescita epidermica (HER2), della citocheratina 5/6, del recettore per il fattore di crescita epidermica e del Ki-67.

Partendo da ciò, hanno classificato i pazienti in base al sottotipo luminal A (n=265), luminal B (n=165), o ad alto rischio (luminal HER2, n=22; HER2 amplificato, n=13; basal like, n=30 o triplo negativo non basal, n=6). Durante il follow-up medio di 10 anni, si sono verificati 69 recidive di tumore al seno e 137 decessi. Il tasso di sopravvivenza generale dopo 10 anni è arrivato all’84% in entrambi i gruppi.

Il sottotipo è stato prognostico per la recidiva ipsilaterale del tumore al seno e i sottotipi luminali sembravano beneficiare meno dell’irradiazione rispetto a quelli ad alto rischio, ma non si riscontrava una notevole differenza (rapporto di rischio luminal A, 0.40; luminal B, 0.51; sottotipo ad alto rischio, 0.13). Il Dr. Fyles ha aggiunto: "Per cambiare la pratica è necessario un secondo trial di conferma, che per il momento è ancora in corso. Rimangono ancora da chiarire questioni relative al biomarcatore più efficace e clinicamente applicabile per selezionare i pazienti. Per valutare ciò sono in programma nuovi studi”.

Fonte: Journal of Clinical Oncology
 
Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)  

17 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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