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Hiv. Scoperta la “porta di casa” del virus. Un passaggio fondamentale per eradicare l’infezione


La scoperta è stata presentata durante la VII Conferenza italiana su Aids e retrovirus (Icar). Per Giacca, responsabile della ricerca: “Sarà ora possibile preparare farmaci mirati a bloccare l’integrazione del Dna del virus che potrebbero consentire l’eradicazione definitiva dell’infezione”

21 MAG - Si trova nella periferia del nucleo, vicino ai pori nucleari, ovvero alle porte di ingresso attraverso cui le molecole entrano e escono dal nucleo il Dna del virus Hiv.
 
Ad annunciare la scoperta, un passaggio fondamentale per eradicare l’infezione, Mauro Giacca, medico ricercatore e direttore del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) nel corso della VII Conferenza italiana su Aids e retrovirus (Icar), che si è conclusa ieri a Riccione.
 
La scoperta. La ricerca del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie di Trieste ha scoperto dove il virus dell’Hiv si insidia una volta arrivato nelle cellule infettate (la caratteristica del virus è quella di integrare il proprio patrimonio genetico in quello della cellula infettata).
 
“Abbiamo sviluppato – ha spiegato Giacca – una tecnica di microscopia sofisticata che permette di capire dove va a finire il Dna del virus. L’abbiamo trovato tutto nella periferia del nucleo, vicino ai pori nucleari, ovvero alle porte di ingresso attraverso cui le molecole entrano e escono dal nucleo. Il virus sfrutta il passaggio attraverso queste porte e, non appena entrato nel nucleo, va a integrare il proprio Dna in quello della cellula”.
 
Questo, spiegano in una nota gli esperti “è con ogni probabilità il motivo per cui la replicazione del virus, una volta raggiunto questo punto preciso, si spegne. In questa maniera, la cellula che contiene il virus sfugge al sistema immunitario e diventa insensibile ai farmaci. Questi ultimi sono molto efficaci nel bloccare la malattia e quindi nel mantenere il paziente apparentemente sano, ma sono totalmente inefficaci nell’eliminare il virus. Ecco perché, dei 65 milioni di persone infettate a partire dagli anni ‘60 ad oggi, nessuno è mai guarito definitivamente”.
 
“Lo studio è un passaggio importante che permette di definire nuovi bersagli per la sperimentazione di farmaci – ha aggiunto Andrea Cossarizza, uno dei presidenti del congresso – il contributo del di  Giacca apre nuovi scenari per la comprensione di un momento chiave del ciclo replicativo del virus all’interno della cellula. La scoperta di un nuovo meccanismo, oltre a evidenziare la qualità della ricerca italiana (sempre in affanno per la cronica mancanza di fondi), apre nuove prospettive di grande interesse”.
 
“Adesso che noi sappiamo con quali fattori il virus interagisce – ha quindi concluso Giacca – sarà possibile preparare farmaci mirati a bloccare l’integrazione del Dna del virus. Questi potrebbero consentire l’eradicazione definitiva dell’infezione”.

21 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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