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Dagli Usa il supervaccino influenzale per le persone con tumori del sangue

di Maria Rita Montebelli

Per le persone affette da tumori del sistema immunitario, quali il mieloma multiplo, ammalarsi di influenza può significare anche andare incontro alla morte. I ricercatori di Yale hanno messo a punto una strategia vaccinale consistente nella somministrazione di due dosi di un ‘supervaccino’ a distanza di un mese uno dall’altra con risultati incoraggianti

07 DIC - E’ una nuova strategia vaccinale, disegnata apposta per ridurre il rischio di ammalarsi di influenza nei pazienti affetti da tumori che interessano il sistema immunitario, quali il mieloma multiplo. Questi soggetti sono particolarmente suscettibili a infezioni di tutti i tipi e ammalarsi di influenza per loro può significare anche andare incontro alla morte.
Messo a punto dai ricercatori dello Yale Cancer Center la nuova strategia anti-influenzale è stata presentata al 57° congresso dell’American Society of Hematology, a Orlando (USA).
 
Sebbene i pazienti con mieloma o altre patologie a carico delle plasmacellule possano fare la vaccinazione antinfluenzale annuale, alcuni studi hanno dimostrato che non è insufficiente per proteggerli dalla malattia, visto che non sollecita un’adeguata risposta immunitaria.
 
Per questo i ricercatori di Yale hanno messo a punto una muova strategia consistente nella somministrazione di un vaccino antinfluenzale ad alte dosi, seguito da una secondo ‘booster’, sempre ad alta dose, a circa un mese di distanza. Questo vaccino ad alta dose (Fluzone High-Dose) esiste già negli USA, dove è stato approvato dall’FDA nel 2009. Nessuno però finora lo aveva impiegato con queste modalità.
 
Gli autori dimostrano che questa strategia vaccinale riesce a portare il rischio influenzale ad uno scarso 6%, contro il 20% atteso, ed è in grado di migliorare protezione contro tutti i ceppi influenzali,  coperti dal vaccino nel 66% dei pazienti.
 
“Usando un vaccino già approvato, ma con un nuovo schema di somministrazione, abbiamo avuto risultati promettenti in questo gruppo di pazienti ad elevato rischio di infezione – spiega Andrew Branagan, Yale University – Speriamo di confermare questi risultati in un più ampio studio randomizzato che partirà a Yale durante la stagione influenzale 2015-16. L’idea che abbiamo è che questa strategia potrà essere d’aiuto anche ad altre popolazioni di pazienti oncologici”.
 
Lo studio è stato finanziato dallo Arthur R. Sekerak Cancer Research Fund, parte del fondo filantropico dello Yale Cancer Center.
 
Maria Rita Montebelli

07 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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