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Tumore del colon retto: aumento della sopravvivenza con cetuximab


Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology conferma l’efficacia del farmaco se abbinato all’utilizzo del gene KRAS quale biomarcatore. Per la prima volta emerge un aumento significativo della sopravvivenza complessiva.

20 APR - Arriva una nuova conferma per cetuximab. Uno studio clinico pubblicato sul Journal of Clinical Oncology ha infatti dimostrato la capacità del farmaco, in associazione con la chemioterapia, di aumentare di 3,5 mesi la sopravvivenza complessiva nei pazienti con tumore metastatico del colon retto e gene KRAS non mutato.Il trial (Crystal),uno studio clinico multicentrico di Fase III, randomizzato, controllato, ha coinvolto 1.198 pazienti e ha valutato l’efficacia e la sicurezza di cetuximab nel trattamento di prima linea dei pazienti affetti da tumore metastatico del colon retto, in associazione con il regime chemioterapico Folfiri (fluorouracile, leucovorina, irinotecan), rispetto al solo Folfiri.
Nei 666 pazienti colpiti da tumore con KRAS non mutato che hanno ricevuto cetuximab in associazione a Folfiri si è registrata una sopravvivenza complessiva di 23,5 mesi rispetto ai 20 mesi di quelli trattati con la sola chemioterapia. Il rischio di progressione della patologia è stato inoltre ridotto del 30,4%, mentre la probabilità di ottenere una risposta è complessivamente raddoppiata (57,3% vs. 39,7%)“Il valore dei risultati dello studio Crystal consiste nell’aver mostrato non solo un miglioramento del tasso di risposta, ma anche un miglioramento della sopravvivenza complessiva”, ha commentato Eric Van Cutsem, ricercatore principale dello studio e professore di Medicine and Digestive Oncology dell’University Hospital Gasthuisberg di Leuven, Belgio.
“Lo studio Crystal ha dimostrato di costituire una pietra miliare negli studi sul tumore del colon retto, per le novità scientifiche che ha saputo trasmettere alla comunità oncologica, dando un impulso significativo alla pratica della medicina personalizzata”, ha concluso.
Dallo studio esce confermato inoltre il ruolo del biomarcatore KRAS nell’identificazione dei pazienti che rispondono al trattamento. Si tratta di “un cambiamento significativo a favore di una maggiore personalizzazione della gestione di questa patologia e soprattutto, [ha] migliorato i risultati a beneficio dei pazienti”, ha concluso. Wolfgang Wein, Executive Vice President, Oncologia di Merck Serono. “Siamo orgogliosi del contributo che questo studio ha dato alla scienza e alla cura dei pazienti”.

20 aprile 2011
© Riproduzione riservata

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