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Escherichia coli. Decisivo contributo dell’Iss per identificare natura e fonte del focolaio d’infezione in Romania


All’origine del caso italiano c’è il consumo di un formaggio contaminato prodotto da una ditta rumena, che ha attualmente sospeso l'attività e ritirato dal mercato tutti i suoi prodotti. Sebbene anche in Italia fosse circolata la notizia di un possibile collegamento con i formaggi rumeni, questo risultato non era dimostrato e la pubblicazione di un report ufficiale da parte degli organismi di supporto della Commissione Europea riconosce tale conclusione.

11 APR - Il focolaio di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) associato ad infezione da E.coli produttore di Verocitotossina (VTEC), che ha causato 3 decessi in Romania, è stato indagato grazie al supporto dell’Istituto Superiore di Sanità. La consolidata esperienza del Laboratorio Nazionale ed Europeo di Riferimento per E. coli e la collaborazione con il Registro Italiano SEU sono state decisive per il successo delle indagini condotte in Romania ed in Italia, dove si è verificato un caso collegato, consentendo di ottenere indicazioni sulla natura e la fonte del focolaio epidemico. Senza questa collaborazione, la causa dell'epidemia rumena sarebbe a tutt'oggi rimasta oscura, con possibili conseguenze per la salute pubblica, non solo in Romania ma anche in Italia e altri Paesi UE.
 
All’origine del caso italiano c’è il consumo di un formaggio contaminato prodotto da una ditta rumena, che ha attualmente sospeso l'attività e ritirato dal mercato tutti i suoi prodotti. Sebbene anche in Italia fosse circolata la notizia di un possibile collegamento con i formaggi rumeni, questo risultato non era dimostrato e la pubblicazione di un report ufficiale da parte degli organismi di supporto della Commissione Europea riconosce tale conclusione.
 
Lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) insieme alla European Food Safety Authority (EFSA) hanno, infatti, appena pubblicato il Joint Rapid Outbreak Assessment (ROA) che descrive il recente focolaio di SEU da VTEC O26 che si è verificato in Romania, con un caso collegato in Italia. 
 
Come spiegato dall'Iss, l'epidemia è ormai in fase di esaurimento e non ci sono casi recenti in Romania. Resta comunque l'allerta in diversi Paesi UE che hanno importato i latticini rumeni circa il possibile verificarsi di casi di SEU ancora collegati.

In Romania, per la sua ampiezza e gravità (19 casi di SEU e 3 decessi), l'episodio ha avuto un forte impatto mediatico e politico, tanto da richiedere il supporto dell'ECDC per le indagini epidemiologiche. Sia il Laboratorio Nazionale ed Europeo di Riferimento per E.coli che il Registro della Sindrome Emolitico Uremica coordinato dall'ISS hanno dato ampio supporto alle attività di indagine svolte dall'ECDC e dalle autorità sanitarie in Romania, fornendo le competenze necessarie ad impostare le indagini epidemiologiche, e soprattutto il supporto diagnostico per inquadrare il focolaio sul piano eziologico. La rapida segnalazione del caso SEU ricoverato all'ospedale Meyer e la massima collaborazione con le autorità competenti nel settore della sanità pubblica e della sicurezza alimentare, sono stati cruciali per consentire il completamento delle indagini che, oltre all'Iss, hanno coinvolto le autorità competenti della regione Toscana, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana e il Ministero della Salute. Le evidenze prodotte dalle indagini condotte in Italia sono state decisive per rivelare la natura e la fonte del focolaio epidemico.

L'Istituto superiore di sanità ha ricevuto il ringraziamento ufficiale da parte dell'ECDC e del Ministro della Salute della Romania per il supporto fornito alle indagini, come preziosa testimonianza della irrinunciabilità di un modello collaborativo per affrontare un grave problema di sanità pubblica quale la SEU e le infezioni da VTEC. 

11 aprile 2016
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