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Il diabete gestazionale incide sullo sviluppo cognitivo dei figli

di Reuters Staff

“Il diabete gestazionale era già stato legato a scarsi esiti materni e perinatali, ma i dati sui potenziali effetti a lungo termine sullo sviluppo cognitivo del bambino sono relativamente limitati e inconcludenti”, scrivono Akilew Awoke Adane e colleghi della University of Queensland a Brisbane, in Australia, nel loro articolo pubblicato da Pediatrics.

26 APR - (Reuters Health) - La revisione sistematica ha selezionato 14 studi condotti tra il 1969 e il 2015. Dieci di questi studi hanno valutato i legami tra diabete mellito pre-gestazionale (PDM) e diabete mellito gestazionale (GDM), o entrambi, con lo sviluppo cognitivo della prole, mentre quattro degli studi considerati hanno considerato le associazioni tra GDM materno e sviluppo cognitivo della prole. L’età dei bambini al momento della valutazione cognitiva variava da 6 mesi a 12 anni. In primo luogo i ricercatori hanno evidenziato che, seppure non conclusivi, 8 dei 14 studi considerati sembravano sostenere l’associazione negativa tra diabete materno gestazionale e sviluppo cognitivo del linguaggio della prole, con dimensioni degli effetti che variavano da -1,30 a 0,54, come riportato dai ricercatori. Inoltre, le dimensioni dell’effetto erano sempre più ampie per lo sviluppo del linguaggio rispetto a quanto verificato per le performance IQ, suggerendo che quest’ultimo ha meno probabilità di essere colpito dal diabete materno sviluppato durante la gravidanza.
 
I commenti
Gli esperti sottolineano che la loro evidenza proviene da studi osservazionali limitati e dunque, con le prove disponibili, non è del tutto chiaro se l’associazione negativa osservata sia dovuta esclusivamente al diabete gestazionale, alle sue complicazioni, o ad altri possibili fattori confondenti. Tuttavia, ribadiscono che la maggior parte degli studi considerati – che hanno coinvolto campioni di dimensioni relativamente grandi di circa 2.800 bambini e oltre – hanno fatto emergere associazioni negative “coerenti”. Inoltre precisano che altri studi, che non sono riusciti a rilevare associazioni negative, erano composti da campioni di dimensioni inferiori e quindi avevano potenzialità minori di rilevare le reali differenze tra i gruppi. E concludono che solo due degli studi inclusi nella revisione hanno tenuto conto di potenziali fattori confondenti come l’indice di massa corporea delle madri prima della gravidanza, lo status socio-economico (SES), l’età materna, l’uso di alcol e il fumo durante la gravidanza e delle variabili legate alla prole. I ricercatori fanno notare che, in particolare, gli studi sulla prole di età inferiore hanno “costantemente evidenziato che sia PDM materno e GDM hanno ridotto lo sviluppo cognitivo e del linguaggio, mentre la maggior parte degli studi sui bambini più grandi non ha mostrato alcun effetto del diabete materno sul loro sviluppo cognitivo”.

Questo risultato, aggiungono, suggerisce che l’effetto intrauterino del diabete può diminuire quando aumenta l’età del bimbo, o che siano coinvolti altri fattori intervenenti dopo la nascita, come il contesto socio-economico. “In alternativa, l’effetto del diabete durante la gravidanza potrebbe essere reversibile, dato che le capacità cognitive nei bambini piccoli sono soggetti a modifiche, soprattutto dovute all’ambiente domestico in cui vivono”, osservano i ricercatori. E in conclusione ammettono la necessità di ulteriori ricerche a conferma dell’effetto indipendente del diabete materno sullo sviluppo cognitivo della prole e al fine di definire se l’associazione negativa evidenziata sia dovuta al diabete materno in sé o alle sue complicanze metaboliche.
 

Fonte: Pediatrics 2016
 
Reuters Staff
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

26 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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