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Il cattivo sonno “restringe” il cervello


I pazienti con apnee ostruttive del sonno presentano modificazioni della struttura della sostanza grigia cerebrale. Ma la ventilazione meccanica aiuta a restituire al cervello il volume fisiologico.

25 MAG - Di apnee ostruttive del sonno ne soffre il 3 per cento della popolazione mondiale. Per questi 180 milioni di persone le conseguenze non sono soltanto stanchezza e sonnolenza durante il giorno, ma anche un progressivo deterioramento del cervello. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele e dell’IRCCS San Raffaele di Milano che tuttavia hanno trovato una soluzione al disturbo in grado di fare regredire i danni: la CPAP, cioè la ventilazione a pressione positiva d’aria per via nasale.La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, è stata condotta su 17 pazienti con apnee ostruttive del sonno grave e 15 individui sani di pari età e scolarità. Tutti i soggetti sono stati valutati con una estesa batteria neuropsicologica e con risonanza magnetica funzionale.
I test hanno evidenziato come nei pazienti che soffrono di apnee notturne sono presenti sia deficit neurocognitivi (soprattutto a carico delle funzioni esecutive e della memoria a breve e a lungo-termine) sia modificazioni della struttura della sostanza grigia cerebrale. I pazienti sono stati quindi sottoposti CPAP. Dopo tre mesi di trattamento  le prestazioni cognitive si sono normalizzate e la sostanza grigia a livello dell’ippocampo e delle regioni frontali è ri-aumentata di volume.“I risultati di questa ricerca non solo evidenziano che il problema dell’apnee ostruttive del sonno va oltre la sonnolenza diurna ma sottolineano anche l’importanza di un trattamento specifico del disturbo per normalizzare i deficit cognitivi di cui spesso il paziente non è consapevole”, ha affermato Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno, Ospedale San Raffaele Turro di Milano e coordinatore dello studio. “Inoltre la terapia che garantisce una maggiore continuità del sonno e un miglior livello di concentrazione di ossigeno nel sangue, sembra modificare positivamente anche la struttura della sostanza grigia cerebrale”.
Il prossimo passo, per il team, è rispondere a un ulteriore quesito: la CPAP fa “ricrescere” la corteccia cerebrale perché migliora il sonno (non ci sono più risvegli legati alle apnee) o perché migliora l’ossigenazione del cervello stesso? E ancora quali sono le conseguenze di un trattamento a lungo termine?

25 maggio 2011
© Riproduzione riservata

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