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E-cig. Veronesi, Tirelli e altri esperti contro il report dell’Oms. “Inesatta quantificazione del rischio. Divieti ingiustificati”


Il Comitato Scientifico Internazionale per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica, al quale partecipano tra gli altri anche i due oncologi italiani, interviene, in vista del COP7 in India, sul report OMS sulle sigarette elettroniche. “Motivazioni ingiustificate per proporre il divieto delle e-cig, sminuito il ruolo delle e-cig nel percorso di disassuefazione e argomentazioni sul divieto sono estremamente povere di contenuto data l’ampia diffusione di sigarette”.

08 NOV - In vista del COP7 di New Delhi (patrocinato dall’OMS in cui si discuterà principalmente della lotta al fumo a livello globale e, tra i vari argomenti, anche del ruolo delle sigarette elettroniche), il “Comitato Scientifico Internazionale per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica” (composto da Riccardo Polosa, Umberto Veronesi, Umberto Tirelli, Fabio Beatrice, Pasquale Caponnetto, Carlo Cipolla, Marcus Munafo, David Nutt, Mike Siegel, Sally Satel, Konstantinos Farsalinos, Jacques Le Houezec), prendendo spunto dalle risposte che alcuni rappresentanti della comunità scientifica internazionale ha fornito dopo la pubblicazione del report ufficiale sull’e-cig - diffuso lo scorso settembre dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) -  ha elaborato un documento di commento.
 
Di seguito i punti più importanti:
 
Le e-cig non contengono tabacco - Nella terminologia dell'OMS le e-cig vengono chiamate ENDS (Electronic Nicotine Delivery System): per ENDS si intende uno strumento che “scalda una soluzione (e-liquid) per creare un aerosol che spesso contiene aromi, normalmente dissolti con Glicole Propilenico e/o Glicerina. Tutti gli ENDS contengono nicotina”. Gli ENNDS (Electronic Non Nicotine Delivery System) invece non contengono nicotina. Di conseguenza, le e-cig non prevedono l’uso di tabacco pertanto tale strumento non può essere in alcun modo paragonato ai prodotti a tabacco riscaldato o c.d. di “nuova generazione”.
 
L'Oms enfatizza i rischi potenziali delle e-cig piuttosto che vagliarne le opportunità - Nel complesso, il rapporto non si concentra sull'analisi della sigaretta elettronica come alternativa al fumo di sigaretta convenzionale ma solo sui rischi che lo strumento potrebbe rappresentare, senza dunque riconoscere adeguatamente le profonde opportunità sulla riduzione del rischio per la salute dei fumatori che passano allo svapo. Sebbene la FCTC (Framework Convention on Tobacco Control) riconosca la valenza del concetto di “riduzione del danno” come strategia chiave per il controllo del tabagismo, fatta eccezione per rari casi, il rapporto OMS analizza le e-cig come una minaccia anziché ravvisarne le potenzialità per la salute pubblica.
 
Inesatta quantificazione del rischio - Il report dell'OMS fornisce una valutazione distorta (decisamente peggiorativa) dei rischi legati all'utilizzo delle e-cig. In termini tossicologici, la discussione pone eccessiva enfasi su rischi trascurabili derivanti da livelli di esposizione in realtà risibili. In tossicologia, difatti, non è la semplice presenza di un agente potenzialmente offensivo che determina un danno all’organismo, bensì la concentrazione perché è "la dose che rende letale un veleno”.
 
Assenza di paragone con il vero nemico: il fumo di sigaretta - Nel report dell’OMS non si fa riferimento specifico al paragone con il fumo di sigaretta convenzionale nonostante dai dati riportati risulti che gli svapatori sono nel 99% dei casi fumatori o ex fumatori o aspiranti tali. Pertanto, il confronto con il fumo diventa rilevante soprattutto ai fini della impostazione di norme adeguate per un migliorato controllo del tabagismo.
 
Vengono travisati i reali rischi correlati al vapore passivo - La sezione sui rischi legati all'esposizione passiva di aerosol prodotti dalle e-cig non fornisce alcuna prova che esistano reali rischi per gli astanti. L'affermazione che “possono potenzialmente provocare effetti negativi sulla salute" non riflette le evidenze scientifiche proprio perché, anche in questo caso, il problema non è la presenza di particolari sostanze chimiche bensì la loro concentrazione negli ambienti e nei luoghi pubblici.
 
 
Viene sminuito il ruolo delle e-cig nel percorso di disassuefazione - Il documento OMS non valuta correttamente il ruolo che le e-cig possono avere nella cessazione dal fumo di sigaretta e, acriticamente, riporta le conclusioni di studi scientifici gravati da numerosi errori metodologici. Prendendo in considerazione la totalità delle prove (tra cui studi clinici controllati, studi osservazionali, abitudini d’uso della sigaretta elettronica e della modalità di fumare, l'esperienza della terapia sostitutiva della nicotina e l'esperienza degli svapatori) si può trovare la conferma, invece, che le e-cig stanno aiutando molti fumatori a smettere e a superare le crisi che portano a ricadute.
 
Il marketing può essere utilizzato come strumento per la lotta al tabagismo - La stragrande maggioranza degli obiettivi del marketing delle e-cig è la promozione di prodotti alternativi al fumo a basso rischio e destinati a fumatori adulti. Tuttavia, il documento OMS si riferisce a questi prodotti come strumenti che possono influenzare in negativo lo stile di vita.
 
Gli aromi sono essenziali per l’appetibilità della e-cig come alternativa al fumo - Sul tema degli aromi, l’OMS tenta di confondere le acque affermando che questa caratteristica dei liquidi rappresenta un problema poiché risulta particolarmente attrattiva per gli adolescenti. In realtà, la disponibilità di una ampia gamma di aromi è parte integrante dell’appetibilità del prodotto anche per gli adulti. Le citazioni sono molto selettive e ci sono parecchi fraintendimenti tra coloro che supportano questa tesi. Si fa riferimento a diverse citazioni che riflettono opinioni o argomenti speculativi, trascurando gli studi più importanti che dimostrano solo un interesse marginale da parte degli adolescenti nei confronti degli aromi.
 
Motivazioni ingiustificate per proporre il divieto delle e-cig - Nella discussione delle proposte di norme per il controllo del tabagismo, si suggerisce - sebbene in maniera velata - che gli stati che non hanno vietato l'importazione, la vendita e la distribuzione delle e-cig possono comunque pretendere in futuro norme più stringenti tra cui la opzione, non formalizzata ufficialmente dalla OMS, di bandire le e-cig.
 
Le argomentazioni sul divieto sono estremamente povere di contenuto data l’ampia diffusione di sigarette - L’atteggiamento dell’OMS in questo senso non è etico. Come è possibile negare ai fumatori la possibilità di dismettere il consumo di tabacco con l’aiuto delle e-cig che vantano un profilo di rischio tossicologico enormemente più basso? Non vi è alcun supporto scientifico che dimostri che un divieto di questo genere possa tradursi in un miglioramento certo per la salute pubblica.
 
 
Proposte normative fatte senza il supporto di analisi di costo-efficacia - Vengono avanzate proposte normative senza alcuna prova a sostegno del loro rapporto costo-efficacia. Ogni proposta dovrebbe basarsi su analisi oggettive. Le norme andrebbero testate sulla proporzionalità e sulle possibili conseguenze indesiderate. L'OMS non ha applicato nessuna disciplina nel menu di possibili opzioni normative proposto dall'OMS.
 
Non c’è nessuna valutazione delle possibili conseguenze non intenzionali - Non vi è alcun riconoscimento della probabilità di "conseguenze non intenzionali” che potrebbero derivare dalle proposte normative del documento dell’OMS. In particolare, va notato che alcune di queste potrebbero avere effetto di segno opposto determinando una involontaria crescita del numero di fumatori.
 

08 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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