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Trapianti. Al via gli Stati generali. Focus su qualità e innovazione


Giunti quest’anno alla seconda edizione, gli Stati generali sono un momento di condivisione e confronto tra gli attori della Rete; il filo conduttore degli interventi sarà l’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule nella sua complessità, dal livello nazionale a quello regionale.

10 NOV - Si sono aperti questa mattina gli “Stati generali della rete trapiantologica”, un appuntamento dedicato a tutti ai medici, infermieri e operatori sanitari del nostro sistema. Giunti quest’anno alla seconda edizione, gli Stati generali sono un momento di condivisione e confronto tra gli attori della Rete; il filo conduttore degli interventi sarà l’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule nella sua complessità, dal livello nazionale a quello regionale.
 
L’innovazione e la ricerca nel mondo dei trapianti sono stati i primi argomenti affrontati nel corso della mattinata: dall’esperienza nell’impiego di cellule staminali mesenchimali nel trapianto di rene (Lettura Magistale del Professor Giuseppe Remuzzi) all’introduzione sempre più crescente delle tecniche di perfusione che migliorano la qualità degli organi trapiantabili perché ricondizionano ossia “curano gli organi dopo il prelievo e prima del trapianto”, come ha dichiarato Nanni Costa.
 
Il direttore del CNT, salutando i 450 partecipanti, ha anche sottolineato che “la prima mission della Rete è fare più trapianti possibili di ottima qualità”, sottolineando che l’elemento fondante della rete trapiantologica è “la solidarietà, la libertà e la gratuità del dono” senza il quale non ci sarebbero i trapianti. Parlando poi dell’organizzazione del nostro sistema, Nanni Costa ha ribadito come “la rete sia simile ad una piramide rovesciata e il Centro Nazionale Trapianti è da vero supporto a tutti gli operatori, una rete che appartiene a tutti e di cui tutti sono chiamati a far parte attivamente”.
 
Una rete che continua a migliorarsi e a spingersi, in continuità con la storia della trapiantologia, verso nuove frontiere scientifiche e gestionali.
 
E proprio su questa scia si inserisce l’intervento di Interessante, in questo senso, è stata la relazione di Sergio Vesconi – coordinamento Regionale Lombardia- che ha raccontato l’esperienza della Regione Lombardia sul programma di donazione a cuore fermo: “è una bella sfida culturale e organizzativa che abbiamo accolto sin dall’inizio. Nella nostra esperienza si può e si deve lavorare sulle rianimazioni, sugli ospedali e sull’opinione pubblica”. Una sfida che è ormai una realtà non solo in Lombardia; anche il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno cominciato ad identificare donatori a cuore fermo e a trapiantare gli organi provenienti da questi donatori.
 
I trapianti sono livelli essenziali di assistenza, per poterli garantire nel concreto a tutti cittadini che ne hanno bisogno è necessario un incremento delle le donazioni secondo il principio, espresso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’autosufficienza. “La proposta del CNT, attraverso il nuovo programma nazionale di donazione, è quella di inserire indicatori della donazione e trapianto di organi e tessuti nel sistema di valutazione che garantisce l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini”, ha sottolineato Francesco Procaccio -area medica CNT- nel proprio intervento.
 
Infine, le nuove regole in materia di audit e autorizzazioni del programma trapianti si accingono a modificare la rete trapiantologica perché “spostano l’asse di attenzione dal Centro Trapianti al programma di trapianto che presuppone un sistema titolato e organizzato per livelli crescenti di complessità e che segue il paziente da un periodo ampiamente precedente al trapianto fino al post-trapianto. In altri termini si passa dall’idea del trapianto all’idea più onnicomprensiva della cura dell’insufficienza terminale degli organi”, ha sottolineato Vito Sparacino, area medica CNT.

10 novembre 2016
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