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Influenza. Iss: “Gli immigrati si vaccinano meno degli italiani. Troppe barriere all’accesso”


Gli immigrati che ricorrono all’utilizzo del vaccino antinfluenzale sono meno della metà degli italiani, nelle stesse condizioni di salute. Il risultato, pubblicato su Plos One, è  frutto di uno studio del’Iss. Tra le cause ci sarebbero barriere di tipo culturale e linguistico. LO STUDIO

28 NOV - La vaccinazione antinfluenzale è gratuita per tutti, un diritto per chi risiede in Italia. Eppure tra gli immigrati il suo utilizzo non spopola affatto. Tra loro, solo il 16,9%  degli adulti ritenuti a rischio di complicanze ha deciso di vaccinarsi. Meno della metà rispetto al numero di cittadini italiani che, invece, ne fa uso:  circa il 40% della popolazione sopra i 18 anni.

Questi alcuni numeri emersi da uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Plos One e condotto dai  ricercatori del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianze e Promozione della Salute (CNESPS) dell’ISS, in collaborazione con i colleghi dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) e dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

La ricerca ha indagato anche le cause di questa scelta anti-vaccino. Essendo questo un servizio reso gratuitamente, gli studiosi hanno concluso che la resistenza degli immigrati derivi da alcune barriere di tipo culturale e linguistico.

Questo studio si inserisce in un’indagine di più ampio respiro, condotta dall’ISTAT nel 2012-2013, che ha analizzato più genericamente le condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari. Gli scienziati hanno preso in considerazione un campione di oltre 40 mila residenti in Italia, tra i quali circa mille erano cittadini stranieri, considerati a rischio di complicanze per influenza, come anziani o persone affette da determinate patologie croniche.

L’indagine si è resa più che mai necessaria considerando che, negli ultimi 10 anni,  il numero di cittadini stranieri residenti in Italia è raddoppiato. E’stato inoltre stimato che, anche coloro che arrivano in buone condizioni di salute, diventano soggetti fragili a causa degli stili di vita che spesso sono costretti a seguire. Ciò determina una maggiore vulnerabilità di alcune fasce della popolazione, come anziani e malati, a patologie come quelle influenzali.

 

 

 

28 novembre 2016
© Riproduzione riservata


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