Condroitin solfato efficace contro l’artrosi della mano

Il composto, da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori, è in grado di ridurre il dolore e migliorare la funzionalità dell’arto, aumentando la forza della presa e riducendo la rigidità mattutina.

07 SET - Continua il dibattito sull’efficacia del condroitin solfato nel contrastare i sintomi dell’artrosi. Un nuovo studio, pubblicato su Arthritis & Rheumatism, si aggiunge ora alla numerosa messe di dati che hanno talvolta confermato e talvolta smentito l’efficacia del composto.
Questa volta, lo studio, condotto da ricercatori svizzeri, sembra dimostrare che la condroitina è in grado di ridurre il dolore e migliorare la funzionalità della mano, rafforzando la presa e riducendo la rigidità mattutina, dei pazienti affetti da artrosi.
“Nonostante l’artrosi della mano ha un’alta prevalenza negli adulti e può significativamente peggiorare la qualità di vita per chi ne soffre, oggi sono disponibili pochissime opzioni terapeutiche”, ha commentato la prima firmataria della ricerca Cem Gabay, dell’ospedale universitario di Ginevra. “Inoltre - ha aggiunto - sono pochi i trial che esaminano approcci terapeutici mirati all’artrosi della mano. La gran parte delle evidenze disponibili sono estrapolate da ricerche che studiavano altre forme di artrite”.
Da questa esigenza è nato il Finger osteoArthritis Chondroitin Treatment Study (FACTS), che ha coinvolto 162 pazienti che hanno ricevuto una volta al giorno per sei mesi 800 mg al giorno di condroitin solfato o placebo. I risultati hanno mostrato che i pazienti in trattamento presentavano una significativa riduzione del dolore (8,7 punti in meno sulla scala Vas). Significativo anche il miglioramento funzionale della mano (2 punti sulla scala Fihoa) così come la riduzione della rigidità mattutina.
“Il nostro studio mostra che il condroitin solfato è un trattamento efficace e sicuro per i pazienti con artrosi della mano”, ha sottolineato Gabay. “Le terapie alternative, come i Fans, forniscono un simile effetto sul dolore, ma con effetti collaterali significativamente maggiore nel lungo termine”. 

07 settembre 2011
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