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Comunicazione scientifica. Parole d’ordine: “Affidabilità delle fonti e solidità delle notizie”

di E.M.

“Il Valore del Farmaco, il Valore della Cura” è stato il titolo del corso di formazione e aggiornamento professionale per giornalisti che si è tenuto a Roma per declinare, attraverso il confronto tra istituzioni e professionisti, i principi fondamentali di etica e deontologia della comunicazione scientifica. Un’iniziativa promossa da Sics - Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria - con il supporto non condizionato di Fondazione Msd.

16 FEB - Quali sono gli orizzonti della ricerca farmaceutica, quali complessità e che investimenti, anche di capitale umano, deve affrontare? Che percorso deve affrontare, anche dal punto di vista regolatorio, una nuova molecola prima di essere immessa sul mercato? E, infine, è possibile dare un valore concreto a tutto questo percorso e all’impatto del bene farmaco una volta disponibile per i cittadini? “Fake news” a parte, il mondo della ricerca e della produzione farmaceutica, spesso al centro di attenzioni superficiali e pregiudizi, non rappresenta soltanto un comparto industriale di livello globale ma anche e soprattutto un elemento fondamentale del processo di cura, al quale è possibile dare anche valore sociale ed etico attraverso la conoscenza di tutti i suoi elementi costitutivi.
 
È partito da qui il Corso di formazione e aggiornamento per giornalisti “Il Valore del Farmaco, il Valore della Cura” organizzato a Roma da Sics, Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria, in collaborazione con la Fondazione Msd. Un’iniziativa in occasione della quale protagonisti istituzionali e giornalisti, responsabili della comunicazione istituzionale in sanità e del settore, hanno declinato i principi basilari di etica e deontologia della comunicazione scientifica secondo criteri ben precisi di affidabilità delle fonti e solidità delle notizie.
 
Notizie a volte sacrificate sull’altare della velocità e della “viralità” dell’informazione, e spesso in conflitto con la necessità di approfondimento richiesta quando si trattano temi correlati alla salute e alla cura della persona. Un aspetto, questo, che assume oggi particolare rilevanza, a seguito dell’introduzione di terapie sempre più mirate e complesse che stanno rivoluzionando i paradigmi di cura di diverse patologie, sia rare sia di grande incidenza, come quelle oncologiche.
 
Tanti quindi i temi trattati e gli spunti di riflessione offerti dagli esperti. Dalla medicina personalizzata o di precisione agli anticorpi monoclonali, dalla terapia immunoncologia ai (Chimeric Antiger Receptori) Car T cell, farmaci che con una sola somministrazione sono in grado di sconfiggere patologie prima incurabili. A fotografare il cammino della ricerca, le nuove opportunità di cura e le sfide dietro l’angolo, Stefano Vella, Presidente Aifa. “Una delle grandi novità – ha spiegato – è la medicina personalizzata o medicina di precisione che chiama in causa i farmaci monoclonali in grado di colpire target molecolari specifici per contrastare patologie oncologiche, quelli che Paul Ehlrichchiamava ‘proiettili magici’. Una rivoluzione sul fronte delle cure che assiste oggi un ulteriore salto di qualità: la nuova frontiera della farmaceutica è l’immunoncologia, con farmaci in grado di riattivare le cellule T, i ‘carabinieri’ del nostro organismo, e ripristinare così la risposta immunitariaverso il tumore”. E non è finita qui, ha ricordato Vella, perché sono entrate in scena anche le “Car (Chimeric Antiger Receptori) T cell, linfociti T geneticamente modificati e trasformati in una sorta di ‘farmaco vitale’, in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Farmaci che con una sola dispensazione hanno sconfitto malattie come la leucemia linfoblastica acuta e linfomi grandi a cellule B. E ora sta arrivando la terapia genica salvavita, la Crispr-Cas9 una procedura in grado di modificare il Dna”.
 
Insomma nuovi orizzonti di cura fino a pochi anni fa impensabili, che sollevano però problemi di sostenibilità. Per rispondere all’innovazione e alla sostenibilità, ha ricordato il Presidente dell’Agenzia del farmaco, “l’Aifa sta già applicando una serie di strumenti avanzati, come la valutazione farmaco-economica delle terapie farmacologiche (Hta), la condivisione del rischio con le aziende farmaceutiche, il monitoraggio e la rivalutazione costante dei profili rischio/beneficio e il costo/beneficio dei medicinali”.
 
Patrizia Popoli, del Centro nazionale per la ricerca e la valutazione preclinica e clinica dei farmaci dell’Iss e presidente Cts Aifa è entrata nel merito delle fasi di sviluppo del farmaco: dallo studio preclinico passando alla fase III, “vero e proprio banco di prova per capire la reale efficacia del farmaco” fino alla sua registrazione in commercio e all’autorizzazione alla commercializzazione da parte di Ema e Aifa. “In tutte le fasi di sperimentazione – ha sottolineato Popoli – gli standard sono settati sempre su altissimi livelli e con una estrema tutela dei soggetti partecipanti: tutte le sperimentazioni cliniche oltre ad essere autorizzate dall’Aifa devono infatti essere approvate dal Comitato etico. Mentre per quanto riguarda la valutazione dell’efficacia entra in campo un monitoraggio attentissimo su tutti gli eventuali elementi critici”.
 
A ricordare la complessità e l’impegno, anche in termine di investimenti economici, che l’industria ha portato e sta portando avanti sul fronte della ricerca e sviluppo, Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria. Che ha evidenziato come, proprio grazie alla ricerca farmaceutica, negli ultimi dieci anni le terapie abbiamo compiuto straordinari passi avanti. Uno scenario che vede l’Italia in prima fila. “La ricerca in Italia è cresciuta – ha detto – sono 2,7 i miliardi di euro investiti in innovazione nel 2016 e di questi 1,5 miliardi proprio in R&S, con una crescita del 20%, negli ultimi 3 anni superiore quindi alla media europea che si attesta su un +15%. Non solo, c’è stato anche un aumento del 95% per la R&S in partnership negli ultimi 10 anni. Attualmente – ha aggiunto – sono 282 i prodotti biotech in sviluppo e 3 terapie avanzate su 6 autorizzate in Europa sono italiane. Insomma, come ha ricordato anche il ministro Lorenzin, stiamo assistendo al Rinascimento dell’industria farmaceutica”.
 
Scenari in movimento che vedono l’Ema protagonista su più fronti: supportare le fasi iniziali dello sviluppo dei medicinali, svolgere la valutazione scientifica di domande di autorizzazione all’immissione in commercio e supervisionare la sicurezza di tutti i medicinali sul mercato dell’Ue. “L’Agenzia – ha spiegato Federica Castellani Head of Medical and Health Information Service di Ema –  svolge un’azione di supporto alle fasi iniziali dello sviluppo dei medicinali anche con attività di consulenza alle imprese per fornire dati robusti e individuare il giusto rapporto tra rischio e beneficio. Pensiamo che sono circa 1.220 i farmaci approvati dall’Ema. La supervisione della sicurezza di tutti i medicinali sul mercato dell’Ue è uno dei principali ruoli ricoperti. Un’azione svolta anche grazie alla segnalazione degli eventuali effetti collaterali da parte del cittadino che può inviare le segnalazioni direttamente alle Agenzie del proprio Paese”. E ancora, ha aggiunto, “l’Ema svolge anche un ruolo sempre più importante nella comunicazione di informazioni sui farmaci a pazienti e operatori sanitari proprio per facilitare il dialogo medico-paziente e promuovere l’uso razionale e sicuro dei farmaci”.
 
Dall’Europa all’Italia, o meglio dall’Ema all’Aifa, Paola Testori Coggi, Presidente Comitato prezzi e rimborso di Aifa ha delineato i contorni e il ruolo dell’Agenzia del farmaco italiana e la mole di attività che conduce. “Sono circa 80 ogni anno i farmaci autorizzati a livello europeo per un totale di quasi mille farmaci – ha spiegato – e circa 500 le nuove autorizzazioni annue in Italia, più di 10mila variazioni di autorizzazione e circa 20mila farmaci sul mercato. Nel 2017 sono state presentate oltre 660 Sperimentazioni cliniche di cui il 40% circa di Fase 3. Ogni anno vengono svolte una media di 70 ispezioni alle diverse strutture coinvolte nelle sperimentazioni”. Ma uno dei fiori all’occhiello e la promozione e il finanziamento della ricerca indipendente: “Per il bando Aifa 2017 sono stati presentati 414 progetti per un budget totale di 240 milioni di euro e nel 2016 sono stati finanziati 40 studi con 32.3 milioni euro”.  La vigilanza post marketing è poi una delle punte di diamante di Aifa, ha aggiunto, “Aifa controlla la sicurezza dei farmaci dopo la commercializzazione ma gestisce anche i rapporti di allerta rapida sui difetti di qualità dei farmaci. Svolge un ruolo di monitoraggio della spesa farmaceutica studiando gli scenari futuri con un controllo anche delle attività produttive”.
 
Sonia Viale, Assessore alla Sanità della Regione Liguria ha illustrato le azioni che le regioni compiono in sostengo della salute dei propri cittadini e Antonio Gaudioso, Segretario nazionale di Cittadinanzattiva ha puntato i riflettori sulle problematiche di accesso alle cure in maniera uniforme per tutti i cittadini, anticipando che a breve “Presenteremo una proposta di riforma costituzionale alla quale hanno partecipato 55 soggetti di tutte le categorie professionali medici e non solo. Dobbiamo ritornare alla Carta costituzionale per garantire che tutti i cittadini abbiamo gli stessi diritti”. Pietro Derrico, Presidente Sitha ha invece posto l’accento sull’impatto socio-economico e  culturale dell’innovazione farmaceutica e tecnologica. “È fondamentale l’approccio dell’Hta ai diversi livelli, da quello centrale a quello aziendale, che può essere metaforicamente considerato come la “cultura della valutazione che aiuta i decisori a pensare e i cittadini a capire”. L’Hta rappresenta quindi un metodo per valutare le tecnologie sanitarie a più alto impatto aziendale/sociale (sotto il profilo clinico-assistenziale, organizzativo o economico-gestionale) a supporto delle decisioni di politici e manager della sanità.
 
L’evento formativo è stato poi animato dalla lectio magistrali sull’etica e la deontologia della comunicazione scientifica di Andrea Grignolio, storico della medicina, che ha introdotto la parte finale del corso: un dialogo a  più voci sui temi della comunicazione e della notiziabilità tra responsabili della comunicazione istituzionale quali Luciano Fassari del Ministero della Salute, Mirella Taranto dell’Iss, Fabio Mazzeo di Aifa, Agostino Carloni di Farmindustria e giornalisti esperti del settore come Stefano Marroni, Vice Direttore di Tg2, Daniela Minerva, Caporedattore di Repubblica e Annalisa Manduca di Rai Radio1.
 
Ester Maragò
 

16 febbraio 2018
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