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Leucemia linfatica. Ok del Nice a combo venetoclax-rituximab


L’Istituto britannico che si occupa della Salute e dell’Eccellenza Clinica ha raccomandato l’uso della combinazione venetoclax-rituximab per la leucemia linfatica cronica recidivante/refrattara nei pazienti che hanno ricevuto almeno una precedente terapia

29 GEN - Il National Institute for Health and Care Excellence del Regno Unito (NICE) ha rilasciato una valutazione finale positiva, raccomandando che venetoclax in combinazione con rituximab venga reso disponibile da parte del Servizio Sanitario Inglese per il trattamento di pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria (LLC R/R) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia.
 
“La decisione dell’agenzia NICE è molto positiva per i pazienti inglesi e ci auguriamo che anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) concluda rapidamente il processo di negoziazione per questa nuova opzione terapeutica e renda disponibile la terapia ai pazienti italiani che convivono con la leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria” – afferma Felice Bombaci, Responsabile nazionale dei Gruppi AIL Pazienti (Associazione Italiana contro le leucemie i linfomi e il mieloma onlus). “La nuova combinazione, valutata nello studio Murano e approvata dal NICE, darà ai pazienti la possibilità di vivere più a lungo con la prospettiva di un periodo senza trattamento, consentendo inoltre risparmi per il sistema sanitario nazionale”.

“Una volta rimborsata anche in Italia, la combinazione venetoclax più rituximab nella LLC recidivante/refrattaria permetterà alla comunità scientifica di beneficiare di una nuova arma nella lotta contro questa patologia” – sottolinea Antonio Cuneo, direttore della sezione di Ematologia Università di Ferrara. “I dati dello studio MURANO hanno evidenziato che l’associazione venetoclax più rituximab ‘chemio-free’ è in grado di offrire una sopravvivenza libera da progressione superiore rispetto alla chemio-immunoterapia convenzionale. Inoltre, per la prima volta, un regime terapeutico che include una nuova molecola, venetoclax, combinato con un anticorpo monoclonale, può essere somministrato per un periodo fisso, ovvero per due anni, alla fine dei quali i pazienti possono interrompere l’assunzione del farmaco”.

La raccomandazione del NICE si basa sui risultati dello studio registrativo di fase III MURANO, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di venetoclax in combinazione con rituximab rispetto a un regime standard di chemio-immunoterapia con bendamustina in combinazione con rituximab.

Nello studio clinico MURANO, la malattia minima residua non rilevabile (uMRD), nota anche come negatività della malattia minima residua (MRD-), era un endpoint secondario La malattia minima residua non rilevabile è definita come la presenza di meno di una cellula di LLC in 10.000 globuli bianchi rimasta nel sangue o nel midollo osseo dopo il trattamento.

La Commissione Europea ha approvato nel mese di ottobre 2018 venetoclax più rituximab per il trattamento di pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria che hanno ricevuto almeno una precedente terapia.

Venetoclax è stato sviluppato da AbbVie e Roche. Viene commercializzato congiuntamente da AbbVie e Genentech (gruppo Roche) negli Stati Uniti, e da AbbVie al di fuori degli Stati Uniti.

29 gennaio 2019
© Riproduzione riservata

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