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Cefalea. Arriva un innovativo spray inalatore per combatterla


Presentato a Napoli in occasione del Congresso Anircef, arriverà in Italia il prossimo anno. Promette efficacia senza i gli effetti avversi dei trattamenti disponibili attualmente. Da Napoli lanciato anche Il grande libro del mal di testa, curato dagli specialisti Anircef e edito da Rizzoli.

04 GIU - L’impegno nella comunicazione e nell’informazione e le novità nella cura: ecco le principali questioni affrontate nel corso del V Congresso Nazionale della Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (Anircef) che si è svolto la scorsa settimana a Napoli. Nel corso dell’evento è infatti stato presentato Il grande libro del mal di testa, edito da Rizzoli e rivolto a pazienti e specialisti, e contemporaneamente è stato presentato in anteprima per l’Italia anche un inalatore orale alla didroergotamina, spray preso per bocca invece che dal naso, che risolve i problemi epatici legati ai trattamenti precedentemente usati e sarà disponibile nel nostro paese dall’anno prossimo.
 
Le stime più recenti dimostrano come siano circa 12 milionii nostri concittadini che soffrono di mal di testa, di cui sei sono affetti da emicrania, ma sono oltre il 90% delle persone ad aver avuto un attacco di cefalea almeno una volta nella vita. Tuttavia, per il Sistema sanitario nazionale  è considerato una patologia minore, tanto da non risultare nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), e tanto che non esiste un Drg, un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale, che lo identifichi. “La cefalea è uno degli argomenti che più facilmente si prestano a cattiva informazione e sensazionalismo”, ha spiegato Gennaro Bussone, presidente Anircef nella prefazione del libro, scritto da specialisti della società scientifica e da un giornalista della casa editrice Rizzoli. “Ben vengano quindi iniziative come questa: le cefalee sono un capitolo elettivo della neurologia che coinvolge medici di ogni ordine e grado che talvolta non sono del tutto a conoscenza dei più recenti aggiornamenti noti invece agli specialisti dei centri cefalee. Talvolta per il paziente è importante anche solo apprendere dal medico che il suo disturbo ha un certo nome, emicrania con aura o senz’aura piuttosto che cefalea tensiva, e questo squarcia il velo d’inquietudine e incertezza in cui vive magari da anni”.
Perché anche solo così, spiega Bussone, si hanno benefici: “Nasce un diretto effetto positivo sulla sua qualità di vita, che è sempre ridotta in questa malattia, tanto da interferire addirittura con le cure, come un sempre maggior numero di studi sta dimostrando negli ultimi anni.  Una diagnosi corretta è già una piccola cura e, per quanto questo sia compito di chi si occupa di questa malattia, anche una corretta informazione divulgativa può fare la sua parte, invogliando i lettori incerti a decidere di rivolgersi finalmente a uno specialista che potrà cercare la giusta soluzione a un problema che li perseguita a volte da anni arrivando alla corretta diagnosi”.
 
Ma non solo la comunicazione è stata oggetto di discussione al Congresso.Tra le varie innovazioni nella cura della cefalea, infatti, Alan Rapoport presidente dell’Interantional Headache Society della della UCLA University di Los Angeles ha presentato in anteprima per l’Italia l’inalatore orale alla didroergotamina. 
Si tratta di una sostanza usata ormai da anni nel trattamento della cefalea cronica quotidiana negli Stati Uniti. A fronte della buona efficacia del principio attivo, la sostanza aveva fino ad oggi dato problemi di effetti collaterali a livello epatico e per questo non era ancora arrivata in Italia. La nuova via di somministrazione studiata da Rapoport, sembra finalmente aver superato questo problema, restituendo ai medici un’arma di grande efficacia e offrendo al contempo una comoda modalità di impiego domiciliare da parte dei pazienti. Dal punto dei vista della rapidità d’azione, l’insufflatore buccale ha un effetto solo leggermente inferiore a quello ultrarapido dell’iniezione, ma presenta un mantenimento dell’azione di pari durata, mantenendo il paziente protetto per un tempo equivalente, con l’ulteriore nota positiva che si elimina il fastidio dell’iniezione e il rischio di problemi al fegato.
Il principio attivo così somministrato dovrebbe arrivare in Italia l’anno prossimo.

04 giugno 2012
© Riproduzione riservata

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