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Scompenso cardiaco congestizio: mortalità a 30 giorni dal ricovero


01 GIU - Lo scompenso cardiaco congestizio o insufficienza cardiaca, considerato anche come lo stadio terminale di molte patologie cardiovascolari è una malattia cronica e progressiva che rappresenta uno dei maggiori problemi di salute pubblica nel mondo per frequenza, morbilità, mortalità e impatto sui Servizi sanitari. Raffrontare i dati statistici relativi allo Scc con i vari studi è complesso a causa dell’utilizzo di differenti definizioni di caso, comunque per questa patologia si evidenzia un elevato rischio di morte: da 1/4 a 1/3 dei pazienti muoiono un anno dopo la comparsa dello scompenso cardiaco. Ed è ancora alto anche il tasso di mortalità a breve termine dopo il ricovero, pur mostrando un trend in diminuzione in tutto il mondo grazie al miglioramento dell’efficacia delle cure. La mortalità a trenta giorni dal ricovero consente in particolare di comprendere anche quelle morti che possono occorrere subito dopo la dimissione ma che potevano essere evitate da cure ospedaliere efficaci. Ed anche di misurare l’appropriatezza e l’efficacia del processo assistenziale che inizia con l’arrivo del paziente a quella struttura. 
Il suo valore può variare enormemente non solo a causa della diversa qualità delle cure ricevute, ma anche per la presenza di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, condizioni di salute del paziente. Sono finite sotto osservazione le strutture con un volume annuo di Scc superiore a 75. (media esiti Italia 8,79%)
 
Per quanto riguarda le strutture del Molise da segnale l’ottima perfomance della CC Villa Maria di Campobasso con l’1,7%, mentre l’esito più negativo l’ha fatto registrare il Presidio Ospedaliero S. Francesco di Agnone con il 15,5%. Passando all’analisi della Campania si nota come siano in maggioranza le cliniche a far segnare valori positivi. Il miglior esito è della CC S.Rita di Atripalda con l’1,5%, cui segue la CC Villa del Sole di Salerno al 2,7% e la CC Malzoni di Agropoli al 2,8%. Sempre una clinica a guidare questa volta gli esiti più sfavorevoli. Ci riferiamo alla CC La Madonnina di S. Gennaro Vesuviano con il 31,5%, seguita dall’ospedale dei Pellegrini di Napoli col 25,2%  e dal Cardarelli di Napoli al 17,5%. Buoni su questo indicatore gli esiti delle strutture della Puglia. In testa troviamo la CC Divina Provvidenza di Bisceglie con lo 0,7%, mentre al secondo posto si attesta il Presidio Ospedaliero S. Caterina Novella di Galatina con lo 0,9%. Al terzo posto troviamo invece il Presidio Ospedaliero Veris delli Ponti di Scorrano con l’1,9%. Solo tre le strutture hanno invece registrato esiti sfavorevoli e segnati in rosso. Ci riferiamo all’Ospedale Caduti in Guerra di Corato con il 14,7%, cui segue il Presidio Ospedaliero di Copertino al 14,4% e il Presidio Ospedaliero Sud di Bari con il 14%. Ottime in assoluto le performance delle strutture della Basilicata. Nessuna infatti ha registrato esiti sfavorevoli e seganti quindi in rosso. Le migliori risultanze sono quelle dell’Ospedale di Stigliano con l’1% e dell’Ospedale S. Giovanni di  Melfi sempre con l’1%.

01 giugno 2012
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