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L’infanzia “diseguale” fotografata dal Rapporto del Gruppo CRC

di Maurizio Bonati, Paolo Siani

Il Rapporto documenta le profonde disuguaglianze regionali non solo nell’ambito della salute, ma anche della protezione, dell’educazione, dell’ambiente famigliare e delle risorse dedicate. Purtroppo la novità non è il documentare l’incapacità a contenere, se non a ridurre, le disuguaglianze regionali nel corso degli ultimi decenni, ma l’evidenziare la persistente mancata garanzia di alcuni diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. IL RAPPORTO.

13 DIC - Sono passati oltre 30 anni dall’adozione di quella Convenzione che per la prima volta ha riconosciuto i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici: la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Adottata nel 1989, l’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991. Dal 2000 l’attuazione della Convenzione in Italia è oggetto dell’attività di un apposito Gruppo di Lavoro (Gruppo CRC) composto da oltre 100 soggetti del Terzo Settore che si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
 
Il Gruppo CRC è coordinato da Save the Children Italia e ogni anno pubblica un Rapporto, supplementare a quello presentato dal Governo italiano, da sottoporre al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
 
Quest’anno in occasione della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (20 novembre), il Gruppo CRC ha pubblicato la seconda edizione del Rapporto “I dati regione per regione 2021” con l’obiettivo di offrire una fotografia regionale attraverso una serie di indicatori che sintetizzano le principali informazioni ad oggi disponibili a livello regionale.
 
Lavoro improbo in considerazione della frammentazione dei dati disponibili, della difficoltà di accesso e delle limitazioni, anche temporali, di rappresentatività dei contesti locali, regionali, nazionali. Indice di una disattenzione cronica a monitorare in modo appropriato e sistematico lo stato di salute, del benessere complessivo che è un diritto, dei bambini e degli adolescenti.
 
Il Rapporto regionale 2021 del Gruppo CRC rappresenta quindi un utile strumento, soprattutto per le amministrazioni regionali e locali, per orientare la programmazione delle loro politiche e dei loro interventi a favore delle persone di minore età e delle rispettive famiglie, che potrà arricchirsi anche nel confronto con gli altri territori.
 
La popolazione italiana di bambine, bambini e adolescenti (poco meno di 10 milioni di residenti nel 2021) negli ultimi 15 anni si è ridotta di 600.000 unità, ma è drammaticamente aumentata la povertà assoluta che colpisce oltre un milione e 300.000 minori, il numero più alto raggiunto dal 2005.
 
Il Rapporto documenta le profonde disuguaglianze regionali non solo nell’ambito della salute, ma anche della protezione, dell’educazione, dell’ambiente famigliare e delle risorse dedicate. Purtroppo la novità non è il documentare l’incapacità a contenere, se non a ridurre, le disuguaglianze regionali nel corso degli ultimi decenni,1 ma l’evidenziare la persistente mancata garanzia di alcuni diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
 
Le disuguaglianze si evidenziano sin dalla nascita e si ampliano durante l’età evolutiva, e spesso si mantengono per l’intera vita. Nascere in Calabria presenta un rischio doppio che nascere in Lombardia di morire nelle prime settimane dopo il parto (mortalità perinatale 4,3 vs 1,6 per 1000 nati in Calabria vs Lombardia). Le cause e i potenziali fattori di rischio rimandano a una differente qualità dell’assistenza alla madre e al neonato che va migliorata per ridurre gli eventi evitabili.
 
Una sorveglianza e iniziativa attiva che accompagni la futura mamma sin dall’inizio della gravidanza. Una riorganizzazione dell’intero percorso nascita in alcune realtà è anche richiesto dall’elevato ricorso al parto strumentale (taglio cesareo) spesso ingiustificato ed espletato in strutture private o convenzionate (50,3 in Campania vs 20,9% dei parti in Friuli Venezia Giulia).
 
Disuguaglianze che rimandano anche ad approcci culturali e sociali che necessitano di profondi cambiamenti anche di stili di vita quali per esempio il percorso nutrizionale. Se l’allattamento al seno nei primi sei mesi di vita del neonato è maggiore nel Mezzogiorno (32,6 in Abruzzo vs 25,8% dei neonati in Trentino Alto Adige) i bambini obesi, anche gravemente, a 8-9 anni d’età è maggiore al Sud rispetto al Nord (Campania 18,8 vs 7% dei bambini in Veneto). Un andamento continuo e sistematico delle disuguaglianze lungo la latitudine italiana.
 
Disuguaglianze celate con l’adattamento o ad un modellamento di profili di welfare locali non ottimali, ma che si evidenziano quando i bisogni di salute aumentano per gravità o intensità. Così il 20% della popolazione pediatrica della Calabria che necessita di ricovero ospedaliero ordinario migra in altre regioni (38% dei bambini e adolescenti molisani e 32% di quelli lucani). Ancora una volta: nulla di nuovo.2
 
Eppure in un contesto di Servizio Sanitario universalistico per tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività dovrebbero essere garantite cure appropriate e di qualità indipendentemente dalla residenza e dai bisogni sanitari e sociali. Eppure a tutt’oggi non esiste un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) pediatrico nel Mezzogiorno.
 
Le migrazioni sanitarie pediatriche che risalgono la penisola per la cura di alcune malattie, non sempre rare, testimoniano, ancora una volta, la cronica disattenzione, quando non è trascuratezza,3 dei decisori e programmatori sanitari verso l’infanzia e l’adolescenza.
 
Il Rapporto del Gruppo CRC documenta una situazione critica, spesso sommersa o addirittura sconosciuta che necessita di tempestivi e appropriati interventi per migliorare e garantire il benessere dei bambini e degli adolescenti, e delle rispettive famiglie, su tutto il territorio nazionale.
 
Per dare ad ogni bambina e ad ogni bambino le stesse opportunità sin dalla nascita, a prescindere dal luogo in cui nasce, è necessario:
a) nell’ambito dell’azione di riforma prevista dalla Missione 6 Salute del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che riguarda la revisione e l’aggiornamento dell’assetto regolamentare e del regime giuridico degli IRCCS e delle politiche di ricerca del Ministero della salute, per rafforzare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie, sia istituita una rete integrata di strutture del SSN anche con la creazione di IRCCS pediatrici nel Mezzogiorno che, con lo scambio di competenze specialistiche, riduca la migrazione sanitaria della popolazione pediatrica;
 
b) creare un'Agenzia per l'Infanzia che realizzi programmi di prevenzione, per esempio a partire dalle home visiting alla nascita di ogni bambino, che monitorizzi lo stato di salute dei minori e delle rispettive famiglie, che indichi i bisogni per migliorare lo star bene di bambini e adolescenti, che valuti gli esiti degli interventi, a partire dall’utilizzo dei fondi del PNRR, messi in atto con queste finalità.
 
Maurizio Bonati
Responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica, Istituto Mario Negri - IRCCS, Milano
 
Paolo Siani
Deputato Pd, vice-presidente della Commissione Parlamentare Infanzia
 
Note:
1. Bonati M, Campi R. Nascere e crescere oggi in Italia. Statistiche della salute materno-infantile. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 2009.
2. De Curtis M, Bortolan F, Diliberto D, Villani L. Pediatric interregional healthcare mobility in Italy. Italian Journal of Pediatrics 2021; 47:139 doi.org/10.1186/s13052-021-01091-8
3. Cirillo G. Il bambino trascurato. Ricerca&Pratica 2021; 37:62-74.

13 dicembre 2021
© Riproduzione riservata


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