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Ospedali. L'indagine Cimo-Asmd: sempre meno investimenti in formazione


La regione che spende di più per formare il personale è il Piemonte, all'ultimo posto la Sardegna. La media pro capite nazionale è di 150,62 euro. A livello di manutenzione in cima si posiziona il Friuli, in fondo la Sicilia. "Investe meno chi è soggetto ai pieni di rientro". L'INDAGINE

29 MAG - Gran parte delle regioni, oggetto di piano di rientro, utilizza sempre meno risorse per la formazione del personale negli ospedali. La media pro capite nazionale è di 150,62 euro. Il Piemonte è la realtà che investe di più con 335,95 euro, a seguire la Basilicata con 302,89 euro e l’Emilia Romagna con 268,37 euro. In fondo Sardegna (49,68 euro), Sicilia (65,09) e Umbria (69,13). E' quanto emerge dall’indagine conoscitiva, effettuata dalla Cimo-Asmd, in merito ai costi di produzione sostenuti nel 2010 per le assicurazioni, la formazione dei dipendenti e la manutenzione degli stabili e delle tecnologie.

A livello di manutenzione, la spesa media per posto letto è di 10.811,42 euro. In cima alla classifica si collocano Friuli (14.010,45), Liguria (13.336,92), Marche e Sardegna (entrambe con (12.955,26). In fondo Sicilia (6.380,48) e Basilicata (6.914,01). Per quanto concerne l’ambito assicurativo, a livello nazionale il costo medio per dipendente è di 1.104,92. La spesa maggiore si rileva nel Lazio (2061,90). A ruota Basilicata (1.570,36) e Sicilia (1359,21). In fondo Friuli (129,58) e Toscana (286,84). 

“L’indagine Cimo-Asmd si basa sul confronto – precisa la nota metodologica - attraverso una sorta di benchmarking, tra Aziende Ospedaliere, Universitarie ed alcuni IRCSS, dei costi medi di produzione sostenuti nell’anno 2010 per assicurare e formare i propri dipendenti e prevenire danni alle strutture e tecnologie all’interno delle strutture”. Sono stati esclusi i presidi ospedalieri “di Asl perché i costi dichiarati nei modelli CE comprendono anche i costi sostenuti per i distretti, ambulatori, RSA, ecc. Ne consegue l’esclusione dall’indagine degli ospedali della Valle d’Aosta, Abruzzo e Molise”. Nel complesso l'indagine riguarda 113 strutture ospedaliere di cui 96 Aziende Ospedaliere ed Universitarie e 17 IRCCS per un totale di 19.179 posti letto attivi e 254.265 dipendenti. 

E' sulla base di queste cifre, che l'indagine focalizza alcuni aspetti salienti. Se la formazione del personale è carente, soprattutto in quelle strutture sanitarie dove le tecnologie sono essenziali per la diagnosi e cura, si riduce la qualità delle prestazioni ed aumenta la possibilità che si possano verificare eventi avversi. Se, poi, si investe poco in manutenzione soprattutto laddove ci sono tecnologie di peso, il rischio aumenta in modo esponenziale. Ma l'aumento del rischio porta ad un aumento dei possibili eventi avversi il che significa aumento del contenzioso e, quindi, incremento dei premi assicurativi in un mercato molto complesso, non sempre trasparente e certamente non standardizzato quando si vanno a definire i premi. “È una vera e propria spirale che si osserva soprattutto in quelle regioni che sono oggetto di piano di rientro e che, pertanto, sono indotte ad investire di meno proprio su queste voci di spesa”. 

29 maggio 2013
© Riproduzione riservata


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