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E-cig. Apparentemente sicura, ma non efficace per smettere di fumare. Ricciardi (Iss): “Aiuta chi ha già smesso a non ricadere”


Questi i primi risultati di uno studio pubblicato sull’ultimo numero di PLOS One, realizzato da un gruppo di atenei italiani. L’indagine ha riguardato un vasto campione di fumatori con diverse abitudini. A distanza di 12 mesi si è visto che l’astinenza o la cessazione dall’abitudine al fumo rimaneva significativa tra gli e-smokers, che hanno inoltre riportato un piccolo aumento del livello di salute auto-riportato rispetto agli altri fumatori.

13 GIU - L’aggiunta della sigaretta elettronica alle sigarette tradizionali non sembra facilitare la cessazione dal fumo di tabacco né la riduzione delle sigarette fumate quotidianamente. Tuttavia, chi ha già smesso di fumare e sceglie di utilizzare esclusivamente e-cig ha maggiori possibilità di non ritornare alle sigarette tradizionali. Questi i primi risultati di uno studio pubblicato sull’ultimo numero di PLOS One, realizzato da un gruppo di atenei italiani.
 
“I risultati finali di questa ricerca a cui hanno contribuito in egual misura diversi atenei italiani, sono attesi per il 2019 – spiega Walter Ricciardi, Commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità e tra gli autori dello studio – ma abbiamo deciso di presentare alcuni risultati iniziali vista l’urgenza di avere dati a supporto delle strategie politiche da delineare nei confronti delle e-cig. La sigaretta elettronica non serve probabilmente per smettere di fumare, tutt’al più può essere un’alternativa per gli ex fumatori a non tornare a fumare sigarette. Questi primi dati, inoltre – continua Ricciardi – ci dicono che, nel campione monitorato, si è dimostrata abbastanza sicura. Tra i fumatori di sigaretta elettronica, per ora, infatti, non si sono mostrati effetti avversi di rilievo”.

L’indagine ha riguardato, per la prima volta, un vasto campione di fumatori con diverse abitudini: 236 fumatori di e-cig (tutti ex-fumatori), 491 tabagisti tradizionali e 232 fumatori di entrambi i tipi di sigarette. A distanza di 12 mesi, il 61,9% di coloro che avevano smesso di fumare sigarette tradizionali ed erano passati a quelle elettroniche perseverava nell’astinenza dal tabacco; il 20,6% degli affezionati alle bionde e il 22% di coloro che fumavano entrambi i tipi di sigarette avevano raggiunto l’obiettivo dell’astinenza. Si è visto perciò che l’astinenza o la cessazione dall’abitudine al fumo rimaneva significativa tra gli e-smokers, laddove l’aggiunta delle e-cig alle sigarette tradizionali non aumentava la probabilità di abbandonare le sigarette né di ridurne il consumo. Gli e-smokers hanno inoltre mostrato un aumento, piccolo, ma più ampio, del livello di salute auto-riportato rispetto agli altri fumatori.
 
In dettaglio
Nello specifico, la ricerca ha mostrato che, alla fine dei primi 12 mesi di follow-up, il 46,2% degli e-smokers continuava a fumare solo sigarette elettroniche; il 15,7% aveva abbandonato qualunque tipo di sigaretta (per un totale del 61,9% che, quindi, come detto prima, perseverava nell’astinenza dal tabacco tradizionale); il 27,5% era ricaduto nel fumo tradizionale e il 10,6% aveva anch’esso avuto una recidiva in tal senso pur continuando a fumare anche le e-cig.
Tra i fumatori tradizionali, il 77,6% continuava nelle sue abitudini; il 13,7% aveva smesso di fumare; il 6,9% aveva smesso, ma era passato alle sigarette elettroniche; l’1,8% aveva cominciato a fumare solo e-cig.
Infine, tra i fumatori di entrambi i tipi di sigarette, il 53,5% aveva abbandonato le e-cig, ma non le sigarette classiche; il 24,6% continuava a fumare entrambe; l’11,6% aveva smesso del tutto; il 10,3% aveva abbandonato le sigarette tradizionali, ma non quelle elettroniche.

Questi gli autori dello studio, che hanno contribuito in egual misura:
Lamberto Manzoli (1,2,3,4)
Maria Elena Flacco (1,2)
Maria Fiore (5)
Carlo La Vecchia (6)
Carolina Marzuillo (7)
Maria Rosaria Gualano (8)
Giorgio Liguori (9)
Giancarlo Cicolini (10)
Lorenzo Capasso (1,3)
Claudio D'Amario (2)
Stefania Boccia (11)
Roberta Siliquini (8)
Walter Ricciardi (11,12)
Paolo Villari (7)

Questo l'elenco degli Enti coinvolti:
(1) Università di Chieti; (2) ASL di Pescara; (3) Fondazione Università d'Annunzio; (4) ASR-Abruzzo; (5) Università di Catania; (6) Università di Milano e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; (7) Università Sapienza di Roma; (8) Università di Torino; (9) Università "Parthenope" di Napoli; (10) ASL Lanciano Vasto Chieti; (11) Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma; (12) Istituto Superiore di Sanità.

13 giugno 2015
© Riproduzione riservata


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