Droga. Global Commission: “Legalizzarla perché non si può sconfiggere”
È l’inaspettata proposta della Global Commission on Drug Policy, secondo la quale 50 anni di guerra alla droga sono stati un completo fallimento ed è ora di ammetterlo. E di “iniziare a trattare i tossicodipendenti come malati e non come criminali”, perché “le politiche repressive rivolte al consumatore hanno finora impedito di mettere in atto misure di sanità pubblica per ridurre l'Hiv, le vittime dell'overdose e altre pericolose conseguenze dell'uso della droga”.
03 GIU - È indicativa la copertina dell’ultimo
rapporto del Global Commission on Drug Policy presentato lo scorso 2 giugno a New York. La parola “WAR” è cancellata. Il rapporto non è più sulla “Guerra alla droga”, ma è “sulla droga”.
Da New York, infatti, il panel di esperti di cui fanno parte, tra gli altri, Kofi Annan, Ferdinando Cardoso, George Schultz, George Papandreu, Paul Volcker, Mario Varga Llosa, Richard Branson, ha lanciato un clamoroso messaggio: la guerra alla droga è un fallimento e non ha fatto altro che "riempire le nostre carceri". Meglio cercare strategie più “concilianti”. Trattare i tossicodipendenti non come criminali, ma some pazienti che hanno bisogno di assistenza sanitaria. E legalizzare alcune sostanze, a partire dalla cannabbis, perché forse sarà più facile tenerne sotto controllo il mercato e il consumo.
“Cinquant'anni dopo la firma della Convenzione dell'Onu sulle droghe e 40 anni dopo la guerra lanciata dal presidente americano Richard Nixon, è urgente riformare le politiche nazionali e internazionali sul controllo suulle droghe”, si legge sul comunicato stampa diffuso dalla Global Commission. “E’ ora di iniziare a trattare la tossicodipendenza come una questione di salute, riducendo il consumo attraverso iniziative di educazione e legalizzando la cannabis, anziché continuare a criminalizzarla”.
In sintesi, la Commissione suggerisce di:
● fermare la criminalizzazione, la marginalizzazione e lo stigma nei confronti delle persone che consumano droga ma senza nuocere in alcun modo agli altri;
● incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione delle droghe (specialmente la cannabis) per indebolire il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini;
● assicurare la disponibilità di modalità di trattamento differenti per i consumatori – che includa non solo il metadone e il buprenorfina ma anche altri tipi di trattamenti già sperimentati con successo in Europa e Canada;
● meno criminalizzazione anche nei confronti di coltivatori, produttori e distributori del livello più bassi del mercato illegale.
“Alcuni programmi messi in atto in Europa, Canada e Australia hanno dimostrato come un approccio umano e sociale per il trattamento dei tossicodipendenti abbia portato maggiori benefici della criminalizzazione e del proibizionismo”, afferma la Commissione, che invita quindi a “diffondere queste politiche in tutto il mondo”. Insomma, “meno tabù e più sostegno ai tossicodipendenti”. È questa, secondo la Commissione, la strategia migliore per combattere la droga.
03 giugno 2011
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