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Farmaci: per il futuro i top manager puntano sulla tecnologia


La quarta Indagine “Pain in the (Supply) Chain” ha preso in esame le preoccupazione di 250 manager del comparto farmaceutico, biotech e delle apparecchiature medicali analizzandone preoccupazioni e progetti per resistere ai futuri cambiamenti di scenario.

07 NOV - Cambiamenti in vista nel settore dell’Healthcare. E le società, a livello globale – anche se con obiettivi e motivazioni diverse – si stanno attrezzando per affrontarli. A dirci come e secondo quali strategie è la quarta indagine annuale “Pain in the (Supply) Chain” condotta dalla società di ricerca TNS per conto di UPS, società leader nella logistica.
Lo studio ha raccolto le opinioni di circa 250 dirigenti di società farmaceutiche, biotech e di apparecchiature medicali statunitensi, europee e asiatiche, sulla situaizone mondiale dell’economia e sulle problematiche che più da vicino interessano la “catena di supporto” al settore della salute.
Il primo, importante risultato, è stato quello di mettere a fuoco tre aree specifiche sulle quali si concentra l’attenzione degli i ntervistati. Si tratta:
- degli investimenti (in tecnologia ed espansione globale);
- della tutela (nelle aree della proprietà intellettuale e di sicurezza del prodotto);
- dell’accelerazione dei cambiamenti (per stare al passo con un settore in evoluzione).
L’indagine ha anche individuato quali siano i timori principali dei manager che, per quanto riguarda Stati Uniti e Asia (rispettivamente per il 60% e per il 53%), sono preoccupati da un eventuale cambiamento legislativo dal quale possa derivare una riforma del settore sanitario.
I manager europei, invece, sono più preoccupati (almeno il 49% di quelli intervistati) dall’aumento della normativa di settore. Le preoccupazioni su eventuali rivolgimenti legislativi – sia in un’ottica di riforma del sistema, sia come nuova produzione normativa – appaiono dunque essere le principali. E, come osserva lo studio, il loro peso è addirittura in crescita. Negli usa, ad esempio, la preoccupazione di una riforma del settore è aumentata del 5% (dal 55 dello scorso anno all’attuale 60%), mentre un incremento delle norme appare essere la seconda principale preoccupazione per tutti (il 48% degli intervistati a livello globale).
La protezione della proprietà intellettuale, invece, a causa sia dell’espansione dell’industria farmaceutica a livello globale, sia dell’imminente scadenza di molti brevetti, è considerata una delle principali preoccupazioni dei manager del settore farmaceutico e a farvi riferimento è il 43% dell’intero campione. I più preoccupati in questo senso sono i manager asiatici (50%), seguiti da quelli USA (40%) e dai loro colleghi europei (34%).
Per quanto attiene poi ai cambiamenti futuri, le società oggetto dell’indagine appaiono fortemente concentrate su programmi di espansione che per molte di loro dovranno avvenire in un lasso di tempo tra i 2 e i 5 anni. Il 70% del campione ha infatti dichiarato di essere entrato in nuovi mercati per espandere la propria base clienti come strategia chiave per i prossimi 18 mesi, mentre l’81% ha dichiarato che intende seguire questa strategia nei prossimi 3-5 anni. A mostrarsi più “aggressive” sono le aziende asiatiche (75% delle imprese) seguite dal 58% di quelle Usa. E i mercati sui quali si punta con maggiore attenzione sono proprio Stati Uniti, Cina, India, Giappone e Brasile.
Si tratta di una lotta nella quale l’arma vincente, secondo la maggioranza degli intervistati (86%) saranno gli investimenti in tecnologia. Lo dimostra il fatto che il 72% delle società farmaceutiche abbia operato investimenti in questo settore negli ultimi 18 mesi. Le aziende più innovative in questo campo appaiono quelle degli Stati Uniti (il 93% degli intervistati intende investire in nuove tecnologie nei prossimi 2-3 anni) mentre, di contro, dichiarano di voler seguire questa strada l’85% dei manager in Europa e l’82% in Asia.

07 novembre 2011
© Riproduzione riservata


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