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Coronavirus. Calo si consolida e ospedali con sempre meno pazienti. Oms: “Su riaperture ci vorrà massima cautela”


In confronto a ieri i casi in più sono 2.667 con il totale che arriva a 165.155, tra cui 38.092 persone guarite (+962) rispetto a ieri pari al +3%) e 21.645 deceduti (+578 rispetto a ieri pari al +3%). Le persone attualmente positive sono quindi 105.418 (+1.127 rispetto a ieri pari al +1%). Complessivamente sono stati effettuati 1.117.404 tamponi (+43.715 rispetto a ieri). Prosegue la discesa dei pazienti ricoverati in ospedale e nelle terapie intensive. IL REPORT

15 APR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 165.155 (+2.667 rispetto a ieri pari al +2%), tra cui 38.092 persone guarite (+962) rispetto a ieri pari al +3%) e 21.645 deceduti (+578 rispetto a ieri pari al +3%). Le persone attualmente positive sono quindi 105.418 (+1.127 rispetto a ieri pari al +1%). Complessivamente sono stati effettuati 1.117.404 tamponi (+43.715 rispetto a ieri) dei quali oltre 750 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto.
 
Questi i dati principali dell’aggiornamento odierno forniti dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18. Si conferma il trend in calo dei nuovi casi anche con un elevato numero di tamponi effettuati. Continuano a svuotarsi gli ospedali e le terapie intensive. Sempre alto il numero dei deceduti.
 
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 32.921 i malati in Lombardia (+558 rispetto a ieri pari al +2%), 13.577 in Emilia Romagna (-201pari al -1%), 10.789 in Veneto (+53 pari al +0,5%), 13.195 in Piemonte (+140 pari al +1%), 3.097 nelle Marche (+2 pari al +0,1%), 3.087 in Campania (-7 pari al -0,2%), 3.464 in Liguria (-2 pari al -0,1%), 6.417 in Toscana (+65 pari al +1%), 4.047 nel Lazio (+25 pari al +1%), 1.394 in Friuli Venezia Giulia (+495 pari al +55%), 2.081 in Sicilia (+10 pari al +0,5%), 2.573 in Puglia (+21 pari al +1%), 1.810 in Abruzzo (+10 pari al +1%), 2.104 nella Pa di Trento (+22 pari al +1%), 206 in Molise (+6 pari al +3%), 582 in Umbria (-40 pari al -6%), 1.576 in provincia di Bolzano (+12 pari al +1%), 819 in Calabria (+3 pari al +0,4%), 870 in Sardegna (-30 pari al -3%), 548 in Valle d’Aosta (-11 pari al -2%) e 261 in Basilicata (-4 pari al -2%).
 
Le vittime sono 11.377 in Lombardia (235 in più di ieri pari al +2%), 2.788 in Emilia Romagna (+83 pari al +3%), 940 in Veneto (+34 pari al +4%), 746 nelle Marche (+18 pari al +2%), 2.015 in Piemonte (+88 pari al +5%), 807 in Liguria (+14 pari al +2%), 311 nel Lazio (+11 pari al +4%), 212 in Friuli Venezia Giulia (+6 pari al +3%), 240 in Abruzzo (+8 pari al +3%), 556 in Toscana (+18 pari al +3%), 278 in Campania (+18 pari al +7%), 121 in Valle d’Aosta (+3 pari al +3%), 318 nella Pa di Trento (+8 pari al +3%), 223 nella Pa di Bolzano (+9 pari al +4%), 181 in Sicilia (+6 pari al +3%), 83 in Sardegna (+3 pari al +4%), 71 in Calabria (+3 pari al +4%) 15 in Molise (+0), 54 in Umbria (+1 pari al +2%), 21 in Basilicata (+2 pari al +11%) e 288 in Puglia (+10 pari al +4%).
 
Delle persone attualmente positive (105.418) sono ricoverate con sintomi 27.643 (-368 pari a -1,3% rispetto a ieri), 3.079 (-107 pari a -3%) sono in terapia intensiva, mentre 74.696 (+1.602 pari al +2%) si trovano in isolamento domiciliare.
 
“Riaperture? Serve la capacità del sistema di garantire la massima sicurezza, poi dipende da cosa si va a programmare: permane la raccomandazione dell'Oms per l'utilizzo delle mascherine”, ha detto Ranieri Guerra dell'Oms, nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile sull'emergenza coronavirus sottolineando che “l’uso delle mascherine per strada resta fuori raccomandazione”.
 
E sempre sulla questione ha chiarito che “il numero di mascherine giornaliere necessarie agli italiani per stare fuori casa e recarsi al lavoro o per altre attività dipenderà da cosa e da quando riaprire, dalla progressione della `fase 2´ in questa emergenza coronavirus. E anche il numero di mascherine ad personam dipende dal tipo di attività svolta, ma resta fermo il senso di responsabilità del singolo lavoratore”
 
Sulla Fase 2 Guerra ha poi specificato che la “valutazione del rischio è la procedura essenziale per capire cosa può riaprire e in base a quali requisiti. Come si può mitigare il rischio fino a ridurlo a zero. Tenendo conto delle filiere e dei trasporti per i lavoratori. La Lombardia è il pilota di quanto accadrà nelle altre regioni, dovrà essere estremamente cauta e valutare sia rischio che protocolli per renderlo pari a zero: stato di salute dei lavoratori, classe di età a rischio, quale stato immunitario e suscettibilità al contagio e rischio esterno al posto di lavoro. Ciò andrà fatto d'accordo con la parte datoriale per la sicurezza del luogo di lavoro - ha aggiunto - e con i sindacati per un adeguato comportamento dei singoli lavoratori, perché oltre alle necessarie protezioni c'è anche una responsabilità individuale”.
 
Guerra ha affrontato anche la questione delle Rsa. “La questione delle strutture extraospedaliere è fondamentale, serve un ripensamento per un riadeguare gli standard di cura. Il massacro che abbiamo visto nelle Rsa deve essere un'occasione per rivedere il sistema dell'assistenza e delle cure. Poi serve un forte rafforzamento duraturo del sistema territoriale sanitario. La seconda fase di gestione dell'epidemia passa per il sistema di assistenza territoriale”.
 
Guerra ha anche commentato la decisione di Trump di sospendere i fondi all’Oms. “Tutte le azioni dell'Oms sono state sempre rese pubbliche nella maniera più trasparente possibile e sono sotto gli occhi di tutti. Fatevi una domanda: se non ci fosse stata cosa sarebbe successo?”
 
Sulla mossa di Trump, Guerra confessa di non credere “che ciò possa avvenire nel medio termine, potrebbero sospendere – ha ipotizzato - l'erogazione dei fondi in attesa di valutare cosa è accaduto. Ma le porte dell'agenzia sono sempre aperte per chiunque voglia entrare. Non è un problema che l'amministrazione Trump possa mandare un gruppo di colleghi a parlare con noi per capire cosa è successo, come, dove e quando, o che cosa accadrà. Questo è routine e non è assolutamente un problema”.
 
E ha aggiunto: “Ci sono continui giudizi di altri paesi che testimoniamo come l'agenzia non ha avuto alcuna caduta di reputazione o di stile o di capacità operativa. Il Regno Unito, ad esempio, ha appena donato 200 milioni di sterline. Dunque stiamo attenti a cosa diciamo”, ha concluso.
 
Il membro Oms ed ex Dg della Prevenzione del Ministero della Salute ha poi aggiunto come “non siamo ancora in stagione influenzale, ma ci arriveremo verso settembre, ottobre, dobbiamo pensare di come poter vaccinare anziani e bambini contro l'influenza, perché saranno anche fattori confondenti per il Covid”.
 




 

15 aprile 2020
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