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Manovra. Federanziani: “Chiudere l’Aifa invece di liberalizzare i farmaci. Risparmi per 76 mln”


Federanziani ribadisce il “no” alla liberalizzazione dei farmaci con ricetta e lancia un’alternativa provocatoria: "Piuttosto si chiuda l’Aifa, di cui non si comprende ormai il ruolo se lo Stato decide di procedere per conto proprio anteponendo le ragioni del mercato a quelle della sicurezza”.

12 DIC - “Se occorre far quadrare i conti ad ogni costo, anche mettendo in secondo piano la tutela della salute dei cittadini, una soluzione ragionevole potrebbe essere quella di chiudere l’Agenzia Italiana del Farmaco, azione che comporterebbe un risparmio di circa 76 milioni di euro l’anno”. A sostenerlo è il presidente di FederAnziani, Roberto Messina, che ribadisce il no dell’associazione all’uscita dei farmaci di fascia C dalle farmacie e lancia la provocatoria alternativa. D’altra parte, aggiunge Messina, “non si comprende quale sia oramai il ruolo dell’Aifa, quando lo Stato decide di procedere per conto proprio in tema di farmaci, anteponendo le ragioni del mercato e della grande distribuzione a quelle della sicurezza e della privacy”.

Gli effetti dell’art. 32 del nuovo Decreto Monti, che prevede la liberalizzazione dei farmaci di fascia C e la liberalizzazione dei loro prezzi, secondo la federazione della terza età saranno infatti “devastanti proprio in termini di tutela dei dati sensibili e sicurezza dei cittadini”, soprattutto degli anziani, “che si troveranno così a perdere il loro punto di riferimento sul territorio, ovvero le farmacie, e ad essere bersagliati da strategie di marketing  su un tema sensibile e delicato quale quello della salute”.

“Il solo vantaggio –secondo Messina – sarà per i ‘commercianti dei farmaci’, i quali, riuniti in grandi ‘organismi’ o meglio in grandi gruppi della distribuzione, non farebbero altro che fare lo specchietto per le allodole. Ecco perché la politica dovrebbe ascoltare quella parte dello Stato, ovvero l’Aifa, preposto alla governance del comparto, che è il nostro fiore all’occhiello di fronte a tutta l’Europa per l’eccellente lavoro che svolge. Non ascoltarla è come dire che l’Aifa è inutile, che non serve. Allora tanto vale risparmiare quei 76 milioni di euro ogni anno”.

Ma la vera soluzione per migliorare il servizio, secondo il presidente di FederAnziani, sarebbe quella di “avere il coraggio di rendere possibile il raddoppio o la quadruplicazione del numero delle farmacie, o assorbire le parafarmacie che abbiano come titolare un laureato in farmacia, per mantenere il comparto sotto logiche farmacologiche e non di mercato, e per garantire ai laureati in farmacia una reale autonomia, superando l’attuale divisione tra farmacisti di serie A e di serie B. In caso contrario renderemo tutti dipendenti di ben altri padroni, pronti a speculare eventualmente su prodotti che non dovrebbero mai essere equiparati a tutti gli altri. Quello che si verrà a creare in Italia sarà un precedente unico a livello europeo, così come sostiene l’Aifa e i 400.000 farmacisti europei (PGEU/GPUE). I farmacisti – conclude Messina - saranno trasformati in commessi alle dipendenze di multinazionali, e i cittadini/malati saranno ridotti a semplici consumatori”.
 

12 dicembre 2011
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