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Fondi per i Comuni "No-smog". Premiato chi si sposta in bici o bus


02 MAG - Saranno premiati con maggiori fondi quei Comuni che riusciranno a far rispettare gli obiettivi facendo calare la percentuale di spostamenti in auto, favorendo l'utilizzo di bici, mezzi pubblici e passeggiate. Niente aiuti, invece, a quelle amministrazioni pubbliche che vedranno rimanere elevati i livelli di smog a causa di autobus inespugnabili e bici ferme ai box. Una replica, in un certo senso, del meccanismo bonus malus delle assicurazioni. Questo l'obiettovo della legge di iniziativa popolare che verrà presentata il 4 maggio nel corso della manifestazione organizzata a Milano dalla Rete della mobilità nuova, un network che raccoglie 150 associazioni.
L'iniziativa punta a creare un sistema analogo a quello della raccolta differenziata dei rifiuti: quote progressive per ridurre il peso dell'inquinamento. Entro due anni gli spostamenti in auto e moto dovranno essere meno di quelli a piedi, in bicicletta e con il trasporto pubblico. A partire dal secondo anno si dovrà scendere al 47,5%, entro il quinto anno al 40%. Un cambiamento non da poco, considerando che, nella situazione attuale, auto e moto battono i rivali 7 a 3.
In Italia, infatti, abbiamo 36 milioni di auto: il 17% dell'intero parco circolante in Europa a fronte di una popolazione pari al 7% di quella continentale. Uno squilibrio che ci costa caro in tutti i sensi. Dal punto di vista economico la congestione delle reti di trasporto ci ha fatto perdere 142 miliardi di euro di Pil negli ultimi dieci anni. Dal punto di vista della salute l'Oms calcola che l'inquinamento atmosferico prodotto dal traffico veicolare provoca decine di migliaia di morti ogni anno e nelle aree più inquinate causa una riduzione dell'aspettativa di vita fino a 24 mesi.

La media nel nostro Paese è 70% di spostamenti in auto e moto, ma in città come Bergamo si supera il 90%, mentre a Reggio Calabria e a Bari l'80%. Promossa invece Bolzano: il 70% degli spostamenti viene effettuato in maniera sostenibile (a piedi, con bicicletta o con i mezzi di trasporto pubblico) e in 10 anni l'uso dell'automobile privata si è quasi dimezzato, passando dal 42% di spostamenti al 25%. Passi avanti anche per Bologna (con più di un quarto della popolazione che sale su un mezzo pubblico) e Reggio Emilia, dove il Comune ha approvato a ottobre una riduzione della velocità in tutto il centro abitato, escluse le principali vie di scorrimento, a 30 Km/h.
Il quadro complessivo resta però sconfortante. Secondo il dossier Mal'aria di Legambiente, nel 2012 ben cinquantadue capoluoghi di provincia hanno superato il tetto giornaliero per le polveri sottili (Pm 10). Una quadro di illegalità sottolineato dall'Unione europea che da tempo chiede al nostro Paese di adottare provvedimenti per ridurre l'inquinamento atmosferico. Il 19 dicembre 2012 è arrivata la sentenza della Corte di giustizia europea che ha accolto il ricorso presentato dalla Commissione europea per l'inadempienza dell'Italia. 

02 maggio 2013
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