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Marino: “Il testamento biologico è un rilevante passo avanti. Sottoporrò la proposta all'assemblea capitolina"


01 APR - “Quella del testamento biologico resta una problematica di grande attualità. La sua approvazione in Parlamento rappresenterebbe un passo avanti molto rilevante per il nostro Paese, non solo dal punto di vista delle implicazioni sanitarie, ma soprattutto per quelle culturali e del rispetto dei diritti di ogni persona”.
 
È quanto ha affermato Ignazio Marino, sindaco di Roma in una lettera inviata a Se non ora quando-Sanità e Consulta Bioetica, organizzatori dell’assemblea cittadina promossa oggi in Campidoglio, dichiarando la sua disponibilità a presentare all'assemblea capitolina le richieste contenute nel manifesto presentato.
 
“Sono onorato che oggi in Campidoglio sia affrontato il tema del testamento biologico – ha scritto – e della necessità di dare corso a tutto ciò che è utile per la sua attuazione nel rispetto dei diritti di ciascuno. Un tema delicato, che sta a cuore a questa Amministrazione.  Lo dico da medico e anche da Sindaco”.
 
 
Il 77,3 per cento degli italiani, come fotografa il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes, sono favorevoli al testamento biologico, ricorda Marino che aggiunge: “Lo chiedono gli operatori della sanità costretti, in assenza di uno strumento normativo, a prendere decisioni certamente in scienza e coscienza, ma solo secondo la propria visione della vita.  Anche il nostro Presidente Napolitano, poco giorni fa, ha invitato il Parlamento 'ad un confronto sensibile e approfondito, perché le scelte sulla fine della vita non si possono più ignorare'. Tutto ciò testimonia come, quello del testamento biologico, sia un tema acquisito a livello di coscienza popolare, ma trascurato a livello legislativo”.
 
“Personalmente – prosegue Marino – non smetterò mai di ringraziare Piergiorgio e Mina Welby per avermi fatto entrare nel loro mondo, che da privato si è trasformato in un impegno di grande responsabilità civile. Piergiorgio mi ha obbligato a scavare nel mio animo, è stato per me, per il nostro Paese, per le nuove generazioni, un pungolo a nuovi orientamenti.  Lo ha fatto attraverso la Sua sofferenza, la Sua rabbia, sempre con sensibilità e intelligenza. La stessa eredità che ci ha lasciato Luca Coscioni, con la testimonianza della Sua sofferenza e l’esempio della Sua tenacia.
Come medico, in molte occasioni e non solo in Italia, mi sono imbattuto e confrontato su queste nuove libertà, sulla fine della vita e sul potere di scegliere.
Nel confermare la mia profonda convinzione che ognuno di noi ha il diritto di decidere quale tipo di strada dare alla propria vita, e quindi anche alla sua fine, auspico in questo senso un intervento dello Stato e del legislatore. A tutela di tutti i cittadini e della loro volontà, qualunque essa sia. Una legge in materia di testamento biologico tutelerebbe sia le persone che rifiutano l’accanimento terapeutico sia chi intende scegliere tra le diverse possibilità di terapie disponibili. Posizione antitetiche, che devono essere entrambe considerate a garanzia del rispetto dei diritti di ciascuno.
Ce lo hanno ricordato uomini di cultura e di studio dai percorsi differenti, come Carlo Maria Martini e Stefano Rodotà, perché sia sempre più viva la consapevolezza che i cittadini abbiamo l’imprescindibile “Diritto ad aver diritti”, come ci ricorda lo stesso professor Rodotà nel suo bellissimo libro”.
 
In attesa che il Parlamento riempia questo vuoto, Roma, ha poi aggiunto Marino “vuole fare la sua parte e consentire ai suoi cittadini di depositare presso tutti gli uffici decentrati le proprie volontà. Per questo mi impegno a sottoporre la Vostra proposta all’Assemblea Capitolina”.
 
“Da queste testimonianze e dalle riflessioni che da qui partiranno – ha concluso il sindaco di Roma - Roma e il nostro Paese avranno nuova linfa e prezioso nutrimento per impegni concreti, indispensabili per un futuro di cui potremmo essere orgogliosi e che ci consentirà di poter scegliere in piena libertà. Grazie, dunque, a tutti Voi di essere oggi in Campidoglio. Grazie a tutti i protagonisti della Consulta di Bioetica di Roma, all’opera instancabile dell’Associazione “Se non ora quando sanità” e alla profonda sensibilità di “Libera Uscita”.
 
 

01 aprile 2014
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