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Ilva Taranto. Cosa ha fatto fino ad oggi il Ministero della Salute 


Ne dà notizia lo stesso dicastero guidato da Balduzzi con una nota pubblicata oggi sul suo sito web. Numerosi studi epidemiologici già dalla seconda metà del 2000. I primi risultati pubblicati nel dicembre 2011 nell'ambito del progetto "Sentieri". Il 12 ottobre saranno presentati nuovi dati presso la Asl di Taranto. 

27 AGO - Nell’ultimo decennio relativamente alla situazione di Taranto numerosi studi di epidemiologia e monitoraggio ambientale sono stati condotti da parte del Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.

Il sito di Taranto è stato incluso nel Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), finanziato dal Ministero della Salute nell'ambito della ricerca finalizzata 2006, e condotto sotto il coordinamento dell'Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria. Il Progetto SENTIERI si è concluso ed i risultati sono stati pubblicati in un supplemento della rivista Epidemiologia e Prevenzione nel dicembre 2011.

Un altro studio, al quale ha collaborato l’Iss, pubblicato negli Annali dell’Iss, volume 47, n°2, pagg. 192-199, ha indagato l’associazione tra incidenza dei tumori e residenza in prossimità di siti inquinanti tramite uno studio caso-controllo condotto nell’area industriale di Taranto.
Nell’ambito del programma strategico “Ambiente e Salute” finanziato dal Ministero della Salute, l'’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto, ha condotto uno studio esplorativo di monitoraggio biologico umano che ha riguardato circa 50 persone, che hanno lavorato come allevatori presso masserie dislocate nella provincia di Taranto. L’obiettivo di questo studio è di valutare il carico nel corpo degli allevatori di inquinanti persistenti quali metalli pesanti e diossine. Durante lo studio sono state raccolte, oltre ai campioni ematici sui quali sono state eseguite le misure di inquinanti, anche informazioni sulle caratteristiche delle aziende zootecniche (compresa la distanza dall’impianto siderurgico) e sulle caratteristiche personali dei lavoratori, comprese la storia residenziale e lavorativa, le abitudini alimentari e il consumo di alcool e fumo di sigaretta. Sono in corso le analisi conclusive dello studio i cui risultati saranno presentati presso la ASL di Taranto il 12 ottobre.

Lo studio è stato ideato e disegnato prendendo spunto da precedenti indagini della ASL di Taranto sulla presenza di diossine e PCB negli animali e negli alimenti prodotti dalle aziende zootecniche. Queste indagini hanno portato in alcuni casi al sequestro e all’abbattimento di animali che presentavano livelli di contaminanti al di sopra dei livelli consentiti. Tra il 2008 e il 2009 sono stati analizzati diversi campioni alimentari (latte, ricotte, carni, foraggio, uova) e in due fasi sono state monitorate anche 164 aziende zootecniche. In 12 casi si sono avuti risultati non conformi alle norme, cioè con concentrazioni di diossine elevate. Degli animali regolarmente macellati nella zona è stata imposta la distruzione di fegati e reni.

Inoltre il Ministero della Salute tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 ha lanciato un monitoraggio finanziato con fondi per la valutazione della contaminazione di alcuni prodotti di origine animale provenienti da aree interne o prospicienti i Siti di Bonifica di Interesse Nazionale (SIN). Il programma si articola in più fasi temporali: alla fine del 2011 è stato avviato operativamente su 21 SIN, uno per Regione. Per la Puglia è stato scelto per la prima fase il SIN di Taranto e sono stati scelti i mitili. Sono disponibili i dati fino alla fine di luglio. Su 42 campioni di molluschi analizzati prelevati dagli allevamenti del Mar Piccolo (II Seno) e nel Mar Grande solo in un caso sono stati trovati valori oltre la norma.

27 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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