Aborto. Oggi social mob su twitter per chiedere una "reale" applicazione della legge 194
L'hashtag di riferimento, #apply194, rilancia una petizione online che chiede al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di difendere la legge che garantisce il diritto all'aborto, oggi minacciato dal "grave aumento dell’obiezione di coscienza tra i medici e il personale paramedico".
15 APR - Ha preso avvio il 31 marzo 2014 la raccolta di firme per la petizione al ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, "
Per una reale applicazione della legge 194". La richiesta, lanciata da
Denise Denegri sulla piattaforma
change.org, ha già raccolto 3.000 firme. "Nel 36esimo anniversario dell’entrata in vigore della legge 194/78 che legalizza e regolamenta l’interruzione volontaria della gravidanza, legge che ha contribuito alla riduzione del numero degli aborti in Italia e drasticamente ridotto il numero degli aborti clandestini e le morti per aborto - si legge nel testo della petizione - ci rivolgiamo al Ministro della Salute fortemente preoccupati dalla serietà di quanto emerso dai dati del Ministero stesso sull’applicazione della legge. In particolare la gravità dell’aumento dell’obiezione di coscienza tra i medici e il personale paramedico. In alcune zone della penisola infatti la percentuale di ginecologi obiettori è intorno all’80 per cento, come in Molise, Campania, Sicilia, mentre in Basilicata si raggiunge addirittura l’85,2 per cento del personale ospedaliero".
A fronte di queste situazione, si chiede al ministro Lorenzin di adottare le seguenti misure:
- operare affinché le strutture sanitarie bandiscano concorsi riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di Ivg;
- creare un albo pubblico regionale dei medici obiettori di coscienza per consentire ai cittadini la piena cognizione delle scelte operate in tal senso del personale sanitario con cui interagiscono;
- promuovere l’utilizzo dei medici “gettonati” per sopperire nell’immediato alle carenze dei medici non obiettori;
- affidare la direzione dei presidi nei quali si effettua l’interruzione di gravidanza a chi non è obiettore, prevedendo quindi incentivi per il personale che effettua le interruzioni di gravidanza;
- introdurre il requisito della non obiezione per chi deve essere assunto o trasferito in presidi con oltre il 50% di obiettori, superando le limitazioni derivanti dal blocco del turnover;
- attuare l’istituto della mobilità, previsto dalla stessa legge 194/78, per coprire le carenze di medici ed infermieri non obiettori;
- promuovere un più ampio ricorso all’aborto farmacologico, metodica che permetterebbe di ridurre i tempi di attesa e i rischi di complicazioni, la cui incidenza aumenta con l’aumentare dell’età gestazionale;
- valorizzare e ridare piena centralità ai consultori familiari, quale servizio fondamentale per attuare vere politiche di informazione e prevenzione essenziali per l’attivazione del percorso per l’interruzione volontaria della gravidanza.
La petizione verrà rilanciata, stasera, dalle 21 alle 23, da un social mob organizzato su twitter. L'hashtag di riferimento è #apply194.
15 aprile 2014
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